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L’8 marzo è: “Scioperiamo ovunque!”

Domani numerose iniziative previste in città e in provincia. Alle 17 corteo con partenza da piazza XX Settembre e arrivo in piazza Maggiore, Non Una Di Meno: “Incrociare le braccia contro la violenza maschile e di genere, la guerra, il razzismo e la precarietà”.

07 Marzo 2023 - 18:11

Torna l’8 marzo al grido di “scioperiamo ovunque!”. Per la giornata di domani Non Una di Meno chiama “per il settimo anno consecutivo lo sciopero globale transfemminista in moltissime città italiane. In connessione con mobilitazioni in tutto il mondo, in particolare con la lotta che stanno portando avanti le donne iraniane al grido di ‘Donna, vita, libertà!’, anche in Italia migliaia di donne e persone lgbtqia+ scenderanno nelle strade contro la violenza maschile sulle donne e ogni forma di violenza di genere. Solo in Emilia-Romagna, sono 4.223 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nell’ultimo anno. A Bologna la giornata comincerà con un presidio dalle 8 alle 10 davanti alla biglietteria Tper in via Marconi, promosso con l’Usb, “a sostegno delle lavoratrici esternalizzate in lotta contro gli attacchi ai diritti sindacali e contro le condizioni di lavoro imposte dalla ditta Holacheck a cui Tper ha appaltato il servizio delle biglietterie”.

La giornata proseguirà alle 10 in piazza Maggiore, “dove verrà data voce a tutte e tutt coloro che sceglieranno di incrociare le braccia contro la violenza maschile e di genere, la guerra, il razzismo e la precarietà, con interventi da attiviste da altre parti del mondo. La mattinata sarà arricchita da una mostra organizzata da donne iraniane, da laboratori, performance, e diversi banchetti informativi, tra cui quello della Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna”, segnala Non Una Di Meno. Poi alle 16 “è previsto un pre-concentramento studentesco in piazza Verdi”, promosso da La Mala Educaciòn e Laboratorio Cybilla. Alle 17 “il grande concentramento in piazza XX Settembre, da dove partirà alle 18 il corteo che si concluderà in piazza Maggiore. Lungo il tragitto – via Indipendenza, via dei Mille, viale Antonio Silvani, viale Giovanni Vicini, via Sant’Isaia, piazza Malpighi, via Ugo Bassi – ci saranno degli interventi tematici in cui verrà sottolineato perché questa lotta è ancora più necessaria oggi”.

Prosegue il comunicato: “La guerra in Ucraina sta alimentando nazionalismo, patriarcato e razzismo dentro e fuori l’Europa, mentre l’inflazione e il carovita colpiscono pesantemente i ceti già poveri e gli effetti della crisi climatica si fanno sempre più evidenti. In Italia, il governo Meloni porta avanti politiche conservatrici basate sulla difesa della famiglia tradizionale e dei suoi rigidi ruoli di genere; abolisce il reddito di cittadinanza aumentando la povertà e costringendo chi lavora ad accettare salari più bassi; reprime il dissenso; rafforza ulteriormente la violenza dei confini – come dimostra la strage di Steccato di Cutro – e delle politiche migratorie europee, per le quali le vite dei migranti contano solo se possono essere sfruttate come manodopera a basso costo. Queste politiche intensificano la violenza patriarcale che colpisce le donne e le persone lgbtqia+ e rendono ancora più difficile sottrarvisi. Sono queste le ragioni che rendono lo sciopero transfemminista urgente, che hanno portato il movimento transfemminista ad intrecciarsi con lo sciopero globale del clima del 3 marzo per urlare insieme ‘Strike the War!’, e che l’8 marzo porteranno migliaia di persone in piazza al grido di: ‘Scioperiamo ovunque! Scioperiamo dal lavoro dentro e fuori casa, dai ruoli di genere e da tutti i ruoli che ci vengono imposti, dai consumi. Rendiamo visibile la violenza che colpisce le nostre vite. Facciamolo fermandoci, bloccando le attività che svolgiamo ogni giorno. Se le nostre vite non valgono noi ci fermiamo!'”.

Oltre a queli già citati, tra gli appuntamenti in programma per la giornata di domani c’è lo “sciopero in zona universitaria” lanciato dal Cua a partire dalle 9: “Per affermare la nostra rabbia nei confronti di un sistema guerrafondaio, mortifero, militarizzato, che ci schiaccia a mere macchine sforna esami, perché vogliamo sentirci liber3 di attraversare ogni strada, safer e autonom3 sempre, perché vogliamo soldi per poter vivere”. Si intreccia con lo sciopero dell’8 marzo, poi, il presidio al Sant’Orsola lanciato dall’Adl Cobas (insieme all’Sgb) per chiedere “diritti, democrazia, salario” per le/i lavoratrici/ori in appalto del policlinico: questo perchè “lo spezzatino voluto dalle amministrazioni ospedaliere, con scelte che tendono all’aziendalizzazione selvaggia di servizi pubblici essenziali, ha portato solo frammentazione e impoverimento di interi settori, tra cui quello dei servizi integrati alla persona, che coinvolge gli ospedali pubblici”.

La pagina Donna Vita Libertà – Bologna segnala l’intitolazione (ore 20) a Jîna Masha Amini del giardino adiacente la stazione ferroviaria di Marzabotto, con la partecipazione dell’associazione Donne per Nasrin. Alla Casona di Ponticelli, infine, tradizionale “cena vegetariana dell’8 marzo” seguita da musica e danze popolari con il duo Fragole e Tempesta.