Il Comune annuncia trionfalmente due studentati privati, nel comparto ex Tre Stelle e nel palazzo ex Inps (quindi ex pubblico) di via Gramsci: bisognerà aspettare tra i 14 e i 20 mesi per avere 1.212 posti con prezzi di “fascia alta”, eccetto 80 convenzionati per Er.go ma con canoni che arriveranno comunque a 450 euro.
A Bologna, con le famiglie e le/gli studentesse/i sempre più in difficoltà a trovare un’abitazione a prezzi accessibili, non si arresta il proliferare di studentati privati. Altri due sorgeranno nel palazzo ex Inps (poi passato a un fondo bancario) di via Gramsci e nel comparto ex Tre stelle di via Rimesse: 1.212 posti letto in totale. Il doppio intervento rientra nel Piano casa del Comune, che ha annunciato l’operazione dopo che la Giunta ha approvato i permessi di costruire; le due delibere ora passano in Consiglio comunale e il rilascio conclusivo dei permessi dovrebbe arrivare a gennaio. Poi per i lavori dell’ex Inps si prevede circa un anno, mentre per via Rimesse ci vorranno almeno sei mesi in più. In entrambi i casi a realizzare i progetti saranno due realtà private internazionali, che per la prima volta investono (leggi: vengono a caccia di profitti) in città: la Its srl per l’ex Tre stelle e la Temprano capital Italy per l’ex Inps.
Si tratta di “due importanti progetti di rigenerazione urbana ma anche di progetti innovativi perchè per la prima volta due interventi privati realizzano studentati con posti convenzionati”, sono le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica, Raffaele Laudani, “per cominciare a dare una risposta a quella fascia di studenti che è sempre più in difficoltà a trovare collocazione in città nel mercato degli affitti tradizionali. Di fatto è un anticipo di ciò che diventerà norma con l’approvazione della variante al Pug, ma soprattutto è la dimostrazione che è possibile realizzare studentati privati di qualità, sostenibili dal punto di vista economico ma che al tempo stesso sono nelle condizioni di dare una risposta all’interesse pubblico e generale”. Ovvero? La bellezza di 80 posti, sugli oltre 1.200 complessivi, che saranno convenzionati e destinati a studentesse/i che sarà Er.go a selezionare.
Nel dettaglio, la struttura di via Rimesse conterrà 472 stanze, di cui 61 doppie e 411 singole, per 533 posti letto in totale. Di questi 28 saranno in convenzione (5%) per 12 anni: canone mensile pari a 400 euro per posto letto più Iva, con contratto di 11 mesi perchè ad agosto lo studentato sarà utilizzato come normale struttura ricettiva. In via Gramsci saranno invece realizzate 540 stanze, di cui 139 doppie e 401 singole, per 679 posti letto: 526 a uso studentato e 152 a uso albergo “short staying”. La convenzione Er.go in questo caso durerà 30 anni e interesserà 52 posti letto (10% dello studentato) tra 23 stanze doppie e sei singole: canone mensile pari a 350 euro a posto letto in camera doppia e pari a 450 euro per la camera singola (con Iva, utenze e servizi inclusi). Per quanto riguarda invece i prezzi fuori convenzione, in entrambi i futuri studentati “i posti liberi saranno soggetti alle dinamiche di mercato. Si collocheranno sicuramente nella fascia alta perchè sono interventi di qualità molto alta, però saranno tariffe sempre soggette a cambiare nel tempo”, afferma Laudani.
Intanto, per vedere realizzate le strutture bisognerà aspettare almeno l’inizio e la metà del 2025 ma per Laudani, così riporta l’agenzia Dire, non si tratta di interventi dalle tempistiche troppo dilatate rispetto alla crisi abitativa che sta attanagliando la città. “Dipende dai parametri con cui ragioniamo, se ragioniamo in termini emergenziali allora servono risposte emergenziali: attrezzare la città di tende e tendopoli per una risposta immediata”. Se invece “ragioniamo in termini di una crescente pressione abitativa che ha bisogno di interventi strutturali- continua l’assessore- bisogna inevitabilmente ragionare con categorie diverse. Io francamente fatico a classificare come effimero un intervento che in un anno e mezzo consegna alla città 80 posti letto convenzionati per studenti. Stiamo cercando di fare un ragionamento che possa muoversi su più piani e su più livelli temporali”, sempre tenendo a mente che su questo fronte l’amministrazione sta agendo “in assenza di un piano nazionale”.
Allo stesso modo, l’assessore non teme che l’aumento di posti letto a prezzi di alta fascia finisca per far salire ancora di più i prezzi degli affitti bolognesi e che gli studentati di lusso favoriscano le/gli studentesse/i più facoltose/i a scapito di quelle/i con redditi più bassi: perpetuando, di fatto, proprio le dinamiche che hanno concorso a far esplodere la crisi abitativa e che stanno rendendo Bologna sempre più una città per ricche/i. Anzi, per Laudani il meccanismo è addirittura inverso. “E’ un tema interessante ma bisogna vedere le cose da un’angolatura diversa”, dice, partendo dal dato per cui “fino ad adesso gli studentati privati che non prevedono posti convenzionati e si muovono su fasce con tariffe alte sono tutti pieni”.Quindi questo segmento di mercato “c’è, non è che se non realizzi studentati privati gli studenti che hanno capacità di reddito alta scompaiono”: e questo “significa aumentare la pressione sul mercato tradizionale e lì chi fa più fatica è chi ha meno capacità economica. Il problema non sono gli studentati privati in sè, non vorrei confondessimo i piani e, come diceva qualcuno, pensare che non realizzando studentati privati si abolisce la povertà”, dichiara Laudani, mentre invece “aumentando il numero degli alloggi complessivi si riduce la pressione e indirettamente si dà una mano a chi ha meno capacità reddituali”. Con gli accordi su via Gramsci e via Rimesse “stiamo intervenendo nelle dinamiche del mercato, con queste due operazioni recuperiamo l’equivalente di uno studentato pubblico a costo zero per l’amministrazione”. Ma ricapitoliamo: quello di cui si sta parlando sono sempre 80 posti convenzionati (e con prezzi non esattamente bassi) a fronte di oltre 1.110 posti per studentesse/i facoltose/i. Chissà chi avrà l’impatto maggiore sulla città…
Anche la vicesindaca e assossora alla Casa, Emily Clancy, è convinta del buon affare. “Nel contesto che abbiamo è importante aggredire anche gli studentati privati e portare a convenzionamenti. Peraltro sono operazioni fatte prima della variante al Pug, quando non c’erano neanche molte leve per poter imporre un convenzionamento. E’ comunque qualcosa che si è tirato fuori dal nulla, quindi l’operazione portata avanti dall’assessore Raffaele Laudani è importante in questo senso”. Ma la possibilità di realizzare studentati pubblici, di cui si era parlato nei mesi scorsi anche in occasione delle contestazioni alla ministra Anna Maria Bernini da parte dei collettivi studenteschi? “C’è stata una manifestazione di interesse questa estate per realizzare studentati pubblici, a cui abbiamo partecipato con alcune candidature. Quella manifestazione- afferma la vicesindaca- sarebbe prodromica alla realizzazione di un bando, perchè si informava sulla possibilità di quali immobili nei vari territori potevano essere candidati per essere trasformati in studentati, ma non abbiamo ancora notizie del bando”.
Nell’attesa, almeno, la vicende dell’ex Inps e dell’ex Tre stelle ha il merito di svelare finalmente l’algoritmo che oggi governa la vita di questa città, sempre più preda di piattaforme e multinazionali, sempre più sbilanciata verso l’alto potere di spesa ed escludente: 80(pc)/1.200(pp)x450(em)+20(m). A quanto pare, infatti, l’interesse pubblico e le forme di tutela nei confronti di chi non può permettersi prezzi stellari si sostanziano in 80 posti convenzionati su 1.200 che generano profitti privati, con la necessità di pagare comunque fino a 450 euro al mese e tutto questo dovendo aspettare pure 20 mesi.