Acabnews Bologna

Anche a Bologna la protesta in tenda delle/gli studentesse/i

Come accaduto in questi giorni in altre città, da Milano a Roma, in zona universitaria prende le forme dell’acampada la mobilitazione contro il caro-affitti e la carenza di alloggi per le/gli studentesse/i.

11 Maggio 2023 - 09:50

Come in altre città universitarie italiane, anche a Bologna studentesse/i in tenda per attirare l’attenzione sul caro-affitti e sull’estrema difficoltà a cui va incontro chi cerca un alloggio. Annuncia un “camping” al 38 occupato il Cua, che dà appuntamento stasera alle 19: “Dormiremo all’interno dell’Università dando vita ad una protesta simbolica contro la totale assenza di case e di spazi per studenti e studentesse nella città di Bologna”. Da settembre, ricorda il Cua, “la lotta per il diritto all’abitare ha travolto la zona universitaria e la città di Bologna tutta. Abbiamo vissuto un autunno di intensa rivendicazione sul tema: occupando l’atrio di Camplus, occupando per più giorni tutta la struttura di Beyoo, riaprendo le porte di via Oberdan 16 e costruendo al suo interno la possibilità per moltissime di vivere a Bologna, di studiare a Bologna, di restare a Bologna. Fin da subito è stato chiarissimo il posizionamento di un governo che invece di stanziare soldi per aumentare il welfare pensa a finanziare le guerre, che invece di ascoltare le rivendicazioni di studentesse e giovani precarie, con il suo ministero degli interni dirama misure cautelari, sgomberi, fame, miseria. Ma la nostra pretesa di vita bella non si ferma e per questo lanciamo una giornata di occupazione in via Zamboni 38: tra iniziative e socialità, pernottando simbolicamente al suo interno perché non esiste altro posto in città. Da Roma a Milano, dalla Bolognina alla zona uni, la lotta per una casa torna dentro l’Ateneo di Bologna, più decisa che mai!”.

Già ieri le tende avevano caratterizzato una protesta promossa davanti al rettorato da Cambiare Rotta, con l’obiettivo di “denunciare l’emergenza affitti che viviamo noi studenti universitari” e affermare che “alla nostra generazione, a noi studenti universitari, non servono case con prezzi inaccessibili, studentato privati o campus estromessi dalle città: ci serve un reddito studentesco che permetta a tutti di accedere ad un percorso di studi universitario, e che deve essere finanziato con tutti quei privati che speculano su di noi e sulle nostre Università. Serve che tutti i giovani che oggi non studiano né lavorano, tutti quei giovani dei quartieri popolari e delle aree periferiche del paese che sono esclusi dal mondo della formazione, possano trovare il loro spazio!”.