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::: Notizie brevi :::

Xm24 attacca Merola sull’accordo con Cdp per l’ex Sani: “Solidarietà? Con gli speculatori” | Azione comunicativa di Non Una Di Meno verso l’8-9 marzo | Extinction Rebellion protesta in Comune: “Dov’è la road map?” | Zaky rischia “dai cinque anni all’ergastolo”, in 10.000 firmano per lui.

10 Febbraio 2020 - 18:51

“La ‘cittadella’ all’ex caserma Sani del sindaco Merola, è ‘solidale’ con gli speculatori”. Lo scrive Xm24, commentando l’intesa tra Comune e Cassa depositi e prestiti sull’area militare dismessa. Con questa “trovata”, prosegue Xm24, “Merola la spara molto grossa. Certo, non è la prima volta: l’aveva gia’ fatto per l’ex mercato in via Fioravanti, che doveva diventare secondo lui caserma, poi ‘casa delle cultura’ e infine un fantastico e urgentissimo ‘cohousing’, che sarebbero poi 10 appartamenti e un bel parcheggio, che si potevano fare da qualsiasi altra parte, e che al momento sono ancora ben lontani dall’essere realizzati – finora c’e’ solo un cantiere pieno di telecamere”, evidenzia il collettivo. Ce ne è anche per Cdp: “Usa il risparmio postaleper finanziare interventi urbani di ‘rigenerazione’ che danneggiano classi popolari, studenti meno ricchi e abitanti dei quartieri periferici”, aggiungono gli attivisti facendo riferimento alla vicenda dello Student Hotel.

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Come testimonia la foto diffusa insieme al comunicato, “ieri sera ci siamo riprese, ancora una volta, le strade per dire ovunque che è tempo di sciopero femminista globale. Ad un mese dall’8 marzo, inizia il countdown e le iniziative di avvicinamento!”, segnala Non Una Di Meno in vista della mobilitazione in programma tra un mese: “L’8 marzo sarà una giornata di mobilitazione diffusa nelle città con azioni performative, piazze tematiche, iniziative, manifestazioni. Il 9 marzo sarà sciopero generale, interromperemo ogni tipo di lavoro nelle case e nei luoghi di lavoro, senza distinzioni di categoria e di contratto, la marea femminista occuperà di nuovo le piazze con presidi e cortei per uno sciopero politico, sociale e vertenziale. Diversi sono i sindacati che hanno già indetto lo sciopero del 9 marzo 2020 accogliendo l’appello a tutti sindacati rivolto da Non Una Di Meno per garantire la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro salariato. Ma molteplici sono le forme di adesione per la parte di lavoratrici di cura, del lavoro precario e informale, nero e autonomo che non vedono riconosciuto il diritto allo sciopero”.

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Consiglio comunale sospeso, oggi, per la protesta attuata da una delegazione di Extinction Rebellion. Le/gli attiviste/i si sono presentati a Palazzo D’Accursio per chiedere all’amministrazione che fine ha fatto la road map promessa per mettere in fila le azioni da mettere in campo contro i cambiamenti climatici: i manifestanti, restando in silenzio, si son alzati in aula esponendo alcuni cartelli e uno striscione con scritto “Road map?”. Questo ha portato alla sospensione dei lavori. “La scadenza dei 100 giorni per la road map era l’8 gennaio, oggi è il 10 febbraio e semplicemente volevamo chiedere cosa sta succedendo- spiegano i manifestanti- perchè quello preso non è un impegno con Extinction Rebellion ma con i cittadini di Bologna e riteniamo sia davvero una cosa importante”. Il Consiglio è ricominciato dopo che Extinction Rebellion ha ottenuto un incontro già oggi con i capigruppo e con l’assessore all’Ambiente, Valentina Orioli. Però questo non diventi “un gioco”, avverte Extinction Rebellion: perche’ “c’è un impegno preso e non era per fare una serie di incontri”.

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“Abbiamo dovuto chiudere i profili di Patrick su Facebook e Twitter: in Egitto, quando la polizia arresta un dissidente, poi perseguita anche i suoi amici e familiari, che sono più facilmente individuabili attraverso i social”, ha fatto sapere Amr Abdelwahab, un amico del ricercatore Patrick George Zaky arrestato in Egitto. E’ Abdelwahab ad aver lanciato una petizione su Change.org per chiedere al governo egiziano il rilascio di Zaky: in due giorni sono state raccolte quasi 10.000 firme. Nel frattempo l’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr) spiega che in base ai reati contestati il ragazzo rischia “dai cinque anni all’ergastolo” e che questo mentre la custodia cautelare “potrebbe essere rinviata in modo indefinito, tenendolo recluso per anni: è successo già ad altri attivisti”. Ieri, nel primo colloquio accordato, al legale di Zaky sarebbero stati concessi solo due minuti e lo stesso sarebbe accaduto anche per i suoi famigliari. Intanto, si sta svolgendo in queste ore in piazza Scaravilli un presidio studentesco in sostegno a Zaky (a Bologna è il secondo appuntamento pubblico dopo quello di ieri in piazza Maggiore): “La comunità accademica dell’Università di Bologna, in primis, e di tutti gli altri Atenei d’Italia, si unisca al fine di rivendicare e ottenere verità e giustizia per Zaky”, è l’appello diffuso da Link, Adi e Amnesty nel lanciare il presidio. “L’Unibo deve prendere immediatamente una posizione”, scrive il Cua.