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“Non solo sovraffollamento”: in Emilia-Romagna il carcere sta diventando anche più rigido

Succede ad esempio a Bologna e Reggio Emilia, segnala l’Associazione Antigone nel rapporto sulle condizioni di detenzione in regione stilato in base alle visite effettuate nel 2023: i focus sulla Dozza e sul Pratello e il dossier completo.

30 Marzo 2024 - 11:00

Sempre più persone in cella e un “irrigidimento delle condizioni di detenzione” di alcune delle carceri dell’Emilia-Romagna. E’ il quadro che emerge dal dossier relativo all’attività di osservazione delle condizioni di detenzione svolta dall’Associazione Antigone e relativa alle visite effettuate nel corso del 2023. “Le carceri in Emilia-Romagna: non solo sovraffollamento”, è il titolo del rapporto, che “intende restituire la fotografia dello stato attuale dei dieci istituti penitenziari per adulti presenti in regione e dell’istituto per minorenni di Bologna”.

L’associazione, in una sintesi del rapporto, segnala che “l’incremento generale delle persone detenute nell’anno 2023 (da 3.407 a 3.572, dati ufficiali al 31 dicembre) sfiora il 5%, portando la regione Emilia-Romagna a un tasso di sovraffollamento pari al 120%, contro il 117,5% del tasso nazionale medio. Gli istituti più sovraffollati sono Bologna (163,5%), Ferrara (156,5%) e Modena (137%), mentre altri istituti si collocano in pari con la capienza prevista o perfino al di sotto di questa soglia (Piacenza, Reggio Emilia, Castelfranco Emilia). In questo report vogliamo, però, rimarcare una cosa che diciamo da tempo: le condizioni di detenzione non dipendono solo dal numero delle persone ristrette e dalle loro caratteristiche, ma anche da come queste sono ristrette, cha a sua volta dipende anche dal dove. Il come della detenzione varia da istituto a istituto (alcuni a vocazione trattamentale mentre altri si configurano come punitivi) e all’interno dello stesso istituto può variare da sezione a sezione. L’attività di monitoraggio ha messo in luce che l’orientamento di alcune prigioni sta virando verso un irrigidimento delle condizioni di detenzione, come nei casi di Reggio Emilia e Bologna. Per quanto riguarda le sezioni, l’attività di monitoraggio si è focalizzata sulla riorganizzazione della Media Sicurezza in regione, con l’applicazione della circolare n. 3693/6143 del 18 luglio 2022 del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Questa è volta a suddividere le sezioni della Media Sicurezza in ‘ordinarie’, a ‘trattamento intensificato’ e ‘ex art. 32’ (D.P.R. 230 del 2000), differenziandole sulla base di una graduazione tra detenuti considerati più o meno meritevoli di trattamento”.

Questo, in particolare, è il focus sulla Dozza di Bologna ricavato dalla visita effettuata il 12 dicembre 2023: “Il carcere di Bologna è una casa circondariale che ospita 810 persone detenute su una capienza regolamentare di 500 posti. 535 persone hanno una condanna definitiva e 409 sono stranieri/e. In questo carcere c’è una sezione femminile, nella quale sono presenti 73 donne. La situazione strutturale dell’istituto desta preoccupazione. In particolare per i consueti problemi relativi all’impianto di riscaldamento, a causa del quale in tutte le sezioni l’acqua calda nelle ultime settimane ha funzionato a singhiozzo oppure è mancata totalmente, creando grave disagio ai detenuti. A ciò si aggiunga che la temperatura negli spazi detentivi visitati era particolarmente rigida. La maggior parte degli spazi sono in cattive condizioni, anche nelle sezioni del giudiziario risistemate di recente: al terzo piano, ad esempio, nonostante le pareti siano state ritinteggiate a settembre, l’intonaco sta già cedendo a causa dell’umidità e/o della scarsa qualità dei materiali. Tutte le docce comuni sono umide e con i muri gravemente ammuffiti: in più di un locale abbiamo notato perdite d’acqua. In diverse sezioni ci è stata segnalata – sia dalle persone detenute che dal personale – la presenza di topi (oltre che di scarafaggi, presenti però in maniera più consistente nello scorso periodo estivo). Inoltre, al nostro passaggio, diversi detenuti si sono lamentati della scarsa qualità del vitto e dell’impossibilità di usufruire di lavatrici per lavare gli indumenti (ci viene segnalato che è disponibile un servizio a pagamento)”.

Sempre alla Dozza “abbiamo riscontrato- scrive Antigone- lavori di ristrutturazione al piano terra finalizzati a dotare le celle di docce al loro interno. Ci viene riferito che lì sarà collocata la nuova sezione ex art. 32. Prima quei locali erano destinati ai nuovi giunti, oggi spostati primo piano. La situazione del braccio 1C appare piuttosto tesa al momento della visita, anche per degli episodi critici avvenuti nei giorni precedenti. A causa del sovraffollamento attualmente non vengono scontati i provvedimenti di isolamento: al momento della visita una persona si trovava in isolamento precautelare. In generale, abbiamo riscontrato una situazione particolarmente disomogenea tra le sezioni: il ‘clima’ appare più disteso in alcuni reparti a ‘trattamento avanzato’, mentre una situazione decisamente più problematica si percepisce in alcuni spazi destinati al ‘trattamento ordinario’, con diverse celle che appaiono completamente buie e silenziose. A livello di offerta scolastica-professionale e di attività del volontariato, l’Istituto bolognese si conferma molto ricco di opportunità. Si segnala che attualmente i funzionari psicopedagogici sono finalmente nove, come previsto dalla pianta organica”.

Su Bologna il dossier comprende anche un approfondimento relativo all’Istituto penale per minorenni “Pietro Siciliani” del Pratello, in base alla fotografia scattata a ottobre 2023: “Si confermano le criticità emerse a seguito dell’ampiamento della capienza regolamentare di inizio 2022 (da 22 a 40). Rispetto al tema del sovraffollamento dell’istituto il fenomeno nel corso del 2023 è stato contenuto per intervento del Ministero di Giustizia a seguito di episodi critici di fine 2022 e inizio 2023, ma si segnala che già all’inizio dell’anno il trend è nuovamente in aumento. Dirigenza, polizia penitenziaria e area educativa, con il supporto di diverse rappresentanze locali (sigle sindacali, garanti comunale e regionale, Coalizione civica et al.) continuano a denunciare la carenza del personale, insufficiente a rispondere all’esigenza primaria di garantire e promuovere progetti educativi, formativi e di sostegno personale che garantiscano a ciascun detenuto un graduale reinserimento sociale post-pena. Il clima generale sembra più disteso del primo anno dall’ampiamento ma permane l’impressione che l’istituto si regga ora su un modello di vita carceraria più compartimentato e rigido che in passato. La separazione sui due piani tra minori e giovani adulti (18-25 anni) sembra aver provocato una maggiore disregolazione dei comportamenti dei minori. Con riguardo al dato, già evidenziato nel 2022, del generico aggravamento delle condizioni di sofferenza, si segnala che aumentano nel 2023 sia le prime visite al SerDP (140), sia le prese in carico del Servizio (19). Risultano in aumento anche le prese in carico dei servizi di supporto psicologico (40 maggiorenni e 70 minorenni) e le prese in carico dei servizi psichiatrici (32)”.

Con riguardo ai trend delle politiche locali, “la dirigenza segnala di aver registrato un aumento delle disposizioni di custodia cautelare nelle carceri minorili- segnala Antigone- in risposta a un allarme sociale intorno a baby gang e fenomeni di delinquenza giovanile, già dal 2022, mentre nel 2023, a seguito dell’emanazione del D.L. cd ‘Caivano’, si segnala un aumento di ingressi in CPA anche rispetto alla commissione di reati di furto semplice e resistenza a pubblico ufficiale. Rimangono significativi gli ingressi dovuti a aggravamento delle misure. Nella visita di ottobre 2023, più della metà dei presenti (23) sono detenuti per applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e sei presenze sono dovute a aggravamento della misura del collocamento in comunità (con alcune recidive). Questo, vale la pena sottolinearlo, in direzione inversa ai principi cardine di adeguatezza delle misure e residualità della pena che avevano orientato il trend di decremento costante dell’incidenza degli ingressi in CPA per fermo e arresto dal 2007 al 2021″.

All’interno del rapporto di Antigone è possibile trovare il focus relativo ad ogni singolo istituto della regione e i link a tutte le schede aggiornate delle visite svolte: qui il pdf con il dossier completo.