Succede nell’istituto penitenziario di Reggio Emilia, visitato da Antigone Emilia-Romagna: “Mancano, oltre agli spazi per svolgere attività trattamentali, anche risorse investite in corsi di istruzione (non presenti), formazione professionale e lavoro”, segnala l’associazione, rilevando tra gli altri punti anche la presenza di 368 persone detenute a fronte di una capienza regolamentare di 292 posti.
“Le donne e le persone transgender, a causa del numero esiguo, vivono in una condizione di sostanziale isolamento: mancano, oltre agli spazi per svolgere attività trattamentali, anche risorse investite in corsi di istruzione (non presenti), formazione professionale e lavoro”. E’ uno dei riscontri segnalato dall’associazione Antigone Emilia-Romagna dopo la visita effettuata il 7 giugno all’istituto penitenziario di Reggio Emilia, che è sia casa circondariale che casa di reclusione. “Al momento della visita- riferisce Antigone- sono presenti 368 persone detenute (a fronte di una capienza regolamentare di 292 posti). I condannati in via definitiva sono 285 e gli stranieri presenti sono 201 (dato che supera il 50% delle presenze). Si tratta di un istituto particolarmente complesso, caratterizzato da una significativa circuitazione, che comprende l’articolazione per la tutela della salute mentale – Atsm (l’unica in Emilia-Romagna dedicata agli uomini, con 43 presenze su 45 posti disponibili), la sezione ‘Orione’ per persone transgender (unica in Emilia-Romagna, che ospita attualmente 10 detenute) e un reparto femminile suddiviso a sua volta in una sezione per detenute comuni e una sezione ‘Z’ per congiunte di collaboratori di giustizia, che al momento della visita ospitano rispettivamente nove e due persone”.
Continua l’associazione: “Sono stati avviati i lavori di ristrutturazione per far fronte ai gravi problemi d’infiltrazione, già rilevati in passato, che ancora compromettono pesantemente la salubrità degli ambienti: tutti i locali delle docce visitati, la gran parte delle sale della socialità e diverse celle presentano muffe diffuse su soffitto e i pavimenti, muri scrostati e pozze d’acqua. Una cella della casa circondariale, in particolare, posta accanto ai locali doccia si presenta allagata e con il muro e il materasso bagnati. Diversi spazi comuni interni, inoltre, si caratterizzano, in special modo nelle sezioni della casa circondariale, per incuria e sporcizia (con cumuli di immondizia abbandonati); d’altra parte l’area verde esterna appare molto curata, così come i laboratori per le attività e le lavorazioni. Abbiamo visitato la sezione oggi dedicata all’isolamento, appena riaperta dopo i lavori di ristrutturazione. I locali, appena ritinteggiati, al momento della visita ospitano tre detenuti: un detenuto sottoposto a provvedimento disciplinare, un detenuto appena dimesso dall’ospedale all’esito di un serio intervento chirurgico e un altro detenuto incaricato di assisterlo. Nella sezione destinata ai nuovi giunti – dove le persone sono ristrette in celle singole e sottoposte a un regime di sorveglianza chiuso – al momento della visita si trovano anche detenuti comuni, lì allocati per ragioni comportamentali pur in assenza di provvedimenti disciplinari di isolamento. Segnaliamo che nella sezione Atsm sono attualmente ristretti due pazienti in attesa di un posto in Rems, detenuti sine titulo rispettivamente dal novembre 2021 e dal marzo 2023. In linea con l’orientamento regionale, quest’anno si registra una significativa flessione del numero dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (extra ospedalieri): se nel 2021 sono stati effettuati 24 Tso e nel 2022 18 Tso, nella prima metà del 2023 sono stati soltanto due”.
Con l’occasione, Antigone segnala che il 29 giugno alle ore 18 a Bologna, nella Sala Marco Biagi di via Santo Stefano 119, l’associazione presenterà il XIX Rapporto di Antigone nazionale e il secondo rapporto regionale sulle condizioni di detenzione.