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“Non c’è più tempo”: in piazza contro grandi opere e cementificazione [nuove foto]

La Rete delle lotte ambientali bolognesi torna ad attraversare le strade: “Vogliamo una città nella quale ecologia, diritti e dignità trovino eguale spazio nella transizione climatica”. Lungo il percorso sanzionato con vernice un distributore di carburante Eni. Sempre oggi anche una biciclettata alla scoperta di “bellezze e nefandezze” del quartiere San Vitale – San Donato.

23 Ottobre 2021 - 19:44

Manifestazione della Rete delle lotte ambientali bolognesi (ReLoAB), oggi pomeriggio, per portare in piazza una chiara “opposizione alla cementificazione che, dall’autostrada alle ex caserme passando per le aree residenziali e i nuovi distributori di carburante su terreni agricoli, avanza nonostante l’urgenza di porre fine al consumo di suolo; per fermare opere che non consentono a Bologna di liberarsi dalla morsa velenosa dello smog; per rivendicare le alternative possibili, che abbiamo iniziato ad abbozzare nel nostro Piano per la rivoluzione ambientale, costruendo un movimento capace di sfidare le istituzioni sul terreno del cambiamento possibile e necessario. Vogliamo una città nella quale ecologia, diritti e dignità trovino eguale spazio nella transizione climatica”, spiega l’appello diffuso da ReLoAB per convocare la manifestazione, che si è svolta da piazza XX Settembre a piazza Nettuno. Il corteo ha attraversato viale Masini, dove è stato sanzionato con vernice verde il distributore di carburante di Eni “contro la devastazione prodotta dalla multinazionale e i suoi tentativi di green-washing”. E’ poi entrato in via Mascarella e ha percorso via Irnerio: qui le e i manifestanti si sono stesi a terra, a richiamare uno scenario di morte e distruzione del pianeta. Scena che si è ripetuta anche in mezzo a via Indipendenza, con alcuni manifestanti distesi all’interno di un perimetro di nastro rosso e bianco sorretto da altri manifestanti. Continua il comunicato della rete:  “A fine mese a Glasgow (Uk) i governi di tutto il mondo si riuniranno per la COP26: di fronte al nuovo ‘codice rosso’ lanciato la scorsa estate dall’Intergovernmental Panel on Climate Change, presidenti e capi di Stato dovrebbero trovare soluzioni efficaci e urgenti per affrontare il riscaldamento globale. Eppure, in questi anni e anche negli ultimi mesi- scrive ReLoAB– abbiamo assistito a un deludente susseguirsi di dichiarazioni inconcludenti e contraddittorie, come quelle del ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani che non ha trovato di meglio che difendere l’industria fossile e attaccare chi da anni si impegna per dare un futuro al Pianeta e all’umanità, affermando che gli ambientalisti sono peggio della catastrofe climatica”.

> Le fotografie della manifestazione:
(primo album: foto di Gianluca Rizzello – l’articolo prosegue sotto)

Manifestazione Rete delle lotte ambientali bolognesi

manifestazione Rete Lotte ambientali 23/10/2021

A livello locale, intanto, “Bologna dichiara di voler far parte delle 100 città europee che guideranno la transizione climatica, ma contemporaneamente le istituzioni locali e regionali continuano testardamente a voler investire su grandi opere – prima fra tutte il Passante autostradale – dannose per l’ambiente e incapaci di promuovere quel radicale cambio di sistema necessario per dare a tutte e tutti un futuro di benessere, salute e sicurezza”, sottolinea ReLoAB: “In queste settimane, tante e tanti sono tornate/i in piazza, prima durante il Global strike del 24 settembre, poi con le mobilitazioni climatiche in occasione della pre-COP di Milano. A Bologna, la scorsa primavera, abbiamo scritto un Piano per la rivoluzione ambientale che, nel territorio della Città metropolitana di Bologna, vuole indicare una serie di soluzioni per contribuire ad affrontare l’emergenza climatica, nell’ottica di migliorare la qualità delle nostre vite e far crescere giustizia ambientale e uguaglianza sociale. Siamo consapevoli che, nel nostro territorio e nel mondo, non c’è più tempo da perdere”. Da qui la decisione di tornare in piazza oggi: “Vogliamo costruire un percorso collettivo di mobilitazione che intrecci gli obiettivi globali alle scelte locali, mettendo in discussione le grandi opere e la cementificazione per dare vita a una rivoluzione ambientale capace di costruire comunità eque e sostenibili. Nell’ambito delle più ampie mobilitazioni contro i vertici internazionali, pensiamo che Bologna sia il luogo in cui fare scelte radicali e decisive: alle opere inutili e dannose – prima fra tutte l’allargamento del Passante autostradale del quale chiediamo lo stop immediato – vogliamo contrapporre soluzioni per migliorare la qualità della vita in città e la salute di coloro che la vivono”.

Sempre oggi, intanto, molte delle realtà coinvolte nella manifestazione hanno dato vita anche ad una biciclettata “alla scoperta di bellezze e nefandezze del quartiere San Vitale San Donato”: quadrante della città che rappresenta una “esemplare sintesi di tutta Bologna”, viene sottolineato nel testo condiviso in rete da Vogliamo Pane non oil, Fermiamo i mostri urbani – Comitato via Calzolari e Di Paolo, Ex caserma Mazzoni bene comune, Bologna for climate justice, Làbas, Salvaiciclisti, Legambiente, Extinction Rebellion, Amo Bologna, Camilla. La biciclettata è partita dal parco San Donnino per poi percorrere “piste ciclabili e strade secondarie tra querce secolari e resti della centuriazione romana”, scoprendo “come l’impero della Gdo ha cambiato l’aspetto delle nostre campagne” e muovendosi alla ricerca di “passaggi segreti ciclabili in mezzo al cemento (altro che Passante!)”.