Acabnews Bologna

“Contrastare il virus, difendere diritti e dignità del lavoro”

Ieri manifestazione di Adl-Cobas, Cobas, Sgb, Si Cobas, Usi-Cit in Regione: “Da incontro con Giunta risposte parziali e insoddisfacenti”. Sempre in viale Aldo Moro, presidio delle/i lavoratrici/ori della Fiera. Sgb sull’esclusione di Tper da gara per gestione sosta: “Cresce la preoccupazione tra i lavoratori”. Nuova testimonianza dal Coordinamento Migranti: quando il lavoro è una truffa.

05 Dicembre 2020 - 11:51

Ieri pomeriggio “la piazza davanti il palazzo della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna si è colorata delle bandiere dei sindacati di base e conflittuali che hanno contestato la inefficacia delle politiche sulla sicurezza sanitaria nei luoghi di lavoro e delle politiche economiche di sostegno al reddito al salario e al welfare”, raccontano Adl-Cobas, Cobas, Sgb, Si Cobas, Usi-Cit. Queste sigle “hanno elaborato una piattaforma comune che hanno consegnato alla Giunta regionale: tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori attraverso una serie opera di prevenzione e tracciamento; protocolli anti Covid e tamponi gratuiti in tutti i luoghi di lavoro; reddito e salario garantito al 100% per tutti; difesa del servizio sanitario pubblico e suo potenziamento attraverso un piano straordinario di assunzioni; apertura delle scuole nella massima sicurezza per tutti; potenziamento ed adeguamento del trasporto pubblico locale con la messa in sicurezza dei lavoratori e degli utenti; misure che garantiscano il diritto all’abitare anche attraverso il blocco degli sfratti ed il pagamento dei mutui prima casa”. Mentre le delegate e i delegati intervenivano al microfono sui vari temi presenti in piattaforma e non solo, “una delegazione è stata ricevuta dall’Assessore Donini e dal capo di gabinetto della presidenza”, spiegano i sindacati: “Dopo avere rappresentato i vari punti di piattaforma ai quali gli esponenti di Giunta hanno risposto in modo parziale e insoddisfacente, è stata formalizzata la richiesta di aprire tavoli di confronto specifici su tutti i temi presenti nella piattaforma, mettendo così fine al monopolio ad divinis di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che taglia completamente fuori migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici che afferiscono al sindacati di base. L’assessore Donini ha garantito una risposta in tempi brevi. Il presidio ha deciso di attendere questa risposta senza stare con le mani in mano e prima di sciogliersi si è dato appuntamento per il 12 dicembre alle ore 14,30 in piazza San Domenico per partecipare al presidio sotto l’Ausl organizzato dall’Assemblea per la salute del territorio”.

Sempre ieri, sempre in viale aldo Moro, si è tenuto anche un presidio delle/dei lavoratrici/ori di BolognaFiere, segnala Sgb, aggiungendo che nella piattaforma presentata alla Regione è stata inserita anche “l’esplicita richiesta di sospensione delle modifiche degli assetti societari delle partecipate”. Le/i lavoratrici/ori hanno protestato contro l’annunciata cessione di un ramo d’azienda a Bf Servizi: “Io sono una dipendente interna da 30anni e trovo veramente tristissimo che quest’azienda invece di valorizzare il mio lavoro mi voglia buttare via”, sono le parole di una manifestante.

Sgb infine ha preso posizione anche sull’esclusione di Tper dalla procedura di gara per l’assegnazione del servizio di sosta, parcheggi, rilascio dei contrassegni e controllo delle corsie preferenziali: “La stessa Tprt dichiara che l’esclusione è stata dettata da una ‘anomalia della piattaforma informatica utilizzata dalla stazione appaltante’ (Srm). Ci pare sorprendente che questa possa essere la spiegazione e che il problema si sia verificato solo per loro, i dirigenti di un azienda pronta a sanzionare i lavoratori per ogni minima mancanza, anche quando questa non è imputabile a loro bensì a malfunzionamenti dei sistemi informatici (si veda il caso degli accertatori sanzionati per un malfunzionamento dell’apparecchiatura di Sout) dovrebbero, a nostro avviso, presentare immediatamente le proprie dimissioni. Se la gara dovesse essere aggiudicata ad un soggetto privato si rischierebbe lo spezzatino del servizio, quest’ultima infatti non potrebbe svolgere il controllo delle corsie preferenziali, fermate degli autobus, parcheggi in doppia fila, etc. con pesanti ricadute sia sui diritti dei lavoratori del settore che su un servizio pubblico che garantisce rilevanti introiti alle casse comunali ed è fondamentale per l’implementazione delle politiche sulla mobilità tanto sbandierate dall’amministrazione. L’intera vicenda dimostra come la scelta di mettere a gara il servizio e prossimamente anche il trasporto su gomma, sia una scelta profondamente sbagliata perché funzionale ai processi di privatizzazione che comportano l’abbattimento dei diritti per i lavoratori del settore e il peggioramento del servizio con l’aumento delle tariffe per gli utenti. E mentre tra i lavoratori cresce il malcontento ed un comprensibile clima di incertezza e preoccupazione circa il proprio futuro occupazionale, assistiamo all’imbarazzante silenzio del comune e dell’assessore competente. Quali interessi si intendono tutelare in città? Quelli dei cittadini e dei lavoratori e dei rispettivi diritti o quelli speculativi di multinazionali dedite unicamente al profitto? Sgb sta incondizionatamente dalla parte dei lavoratori e in assenza di risposte chiare e certe da parte dell’assessore alla mobilità, a cui abbiamo immediatamente chiesto un incontro urgente, è pronta a riprendere le opportune iniziative di lotta”.

Il Coordinamento Migranti, infine, diffonde una nuova testimonianza sul lavoro migrante: “Dopo la denuncia di F., in questa intervista G. racconta come lui e altri siano stati addirittura truffati, firmando un contratto falso per un’azienda che produce cannabis legale a Bologna. Il padrone, un giovane e ambizioso razzista, non si è mai sognato di pagare il loro lavoro. La truffa non è un accidente né un caso. Se i padroni sanno che le istituzioni si girano dall’altra parte, se le leggi e la gabbia dell’accoglienza continuano a privare i migranti di ogni mezzo per farsi valere con una causa o per essere autonomi, lo sfruttamento non avrà mai un limite. Per questo G. invita tutte e tutti i migranti ad alzare la voce e a lottare uniti per rovesciare questo sistema”. G. comincia l’intervista raccontando che il lavoro in questione “sembrava un’occasione da cogliere perché anche se la paga era poca non era il solito contratto a chiamata con un’agenzia per i magazzini, con il quale non sai mai quanto e quando lavori. Io avevo ottenuto il documento una settimana prima e non ero più nel centro dov’ero prima, con il contratto pensavo di poter cominciare a vivere una vita in autonomia. Invece quel contratto si è rivelato addirittura falso. Io e i miei amici abbiamo lavorato per due mesi. Dopo il primo mese il padrone ci ha detto che ci avrebbe pagato il mese successivo, e non avendo alternativa siamo rimasti lì, perché in effetti il lavoro da fare c’era. Al secondo mese abbiamo chiesto di nuovo i nostri soldi e ci ha detto di nuovo che non aveva niente da darci. Intanto noi il nostro lavoro lo avevamo fatto, lui vedeva che le piante crescevano e noi non vedevamo i soldi. A quel punto tutti e tre abbiamo deciso che non saremmo più andati a lavorare finché lui non ci dava quello che ci doveva”.