Speciale

Quattromilatrecentottantotto modernissimi giorni [2ª parte]

Dopo il primo capitolo dedicato all’occupazione dell’ex Arcobaleno nel 2011 e alle parole d’ordine (ancora attualissime) del movimento Occupy e di Santa Insolvenza, lo speciale di Zic.it prosegue ripercorrendo i lunghi 12 anni in cui i locali sgomberati, tra annunci e ritardi, sono rimasti di nuovo inutilizzati prima di arrivare all’annunciata apertura del cinema Modernissimo.

25 Ottobre 2023 - 14:57

(leggi la prima parte)

UN ARCOBALENO IN BIANCO E NERO

Dopo lo sgombero del Community Center Santa Insolvenza, l’ingresso dell’ex Arcobaleno viene murato: l’ennesima parete di mattoni che in città segnala uno spazio (di nuovo) abbandonato. Poi per qualche mese cala l’oblio. Dell’ex cinema si torna a parlare nell’aprile 2012, quando il Comune fa sapere che la sala potrebbe tornare in vita ed essere utilizzata per spettacoli, convegni ed esposizioni. Come riporta l’agenzia Dire, l’assessora all’Urbanistica, Patrizia Gabellini, dichiara in Question time che “stiamo facendo le verifiche per l’agibilità, fatte queste possiamo andare ad un accordo che ci mette in condizione di fare un progetto e di individuare anche le forme per trovare le risorse”. Gabellini aggiunge che c’è già un accordo con la proprietà, la Emmegi cinema srl, “che è intenzionata a trasformare la parte superiore, di 250 metri quadrati, in attività di commercio medio-piccolo”. Viene definita “già ad uno stato avanzato” l’ipotesi “di dare in uso al Comune di Bologna la sala del cinema” per 40 anni come contropartita e “questo potrebbe essere un elemento trainante di un riutilizzo molto prestigioso di tutto il complesso”, dice l’assessora.

Ma passa un anno e a giugno 2013 e l’amministrazione, stavolta a dichiarare è l’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Malagoli, comunica che “presto” nei piani che si trovano sopra la grande sala sorgeranno dei negozi: Malagoli, per la precisione, afferma che è “in corso la definizione di un accordo per la trasformazione di quegli spazi in attività commerciali”.

A ottobre del 2013, però, l’accordo per la riqualificazione dell’ex cinema è ancora “in via di definizione”. Ad intervenire è di nuovo Gabellini, spiegando che in base al progetto si prevede che i piani superiori dell’ex cinema diventino un esercizio commerciale di 250 metri quadri, che affaccia sul portico, separato rispetto ai piani inferiori della sala, con i due ambienti che diventerebbero dunque incomunicabili. Perchè si chiuda l’accordo, dice l’assessora, “abbiamo bisogno di fare un’operazione edilizia rapida per sistemare la parte superiore, mentre noi prenderemo in uso la parte del cinema per poi cercare i soggetti interessati a fare un’operazione che potrebbe essere sia pubblico-privato, oppure interamente pubblica”.

Si salta così al luglio del 2014, quando la Giunta comunica che sarà siglato un protocollo d’intesa tra il Comune, la Emmegi Cinema e la Cineteca per avviare il recupero dei locali. Dal Corriere di Bologna, che riporta anche le parole del direttore della Cineteca, Gian Luca Farinelli: “Il nuovo Cinema Modernissimo riprenderà il nome originario del teatro inaugurato a Bologna nel 1914, con gli spazi in comodato gratuito per 49 anni alla Cineteca, che dal canto suo si impegnerà nella ricerca dei fondi per la ristrutturazione. «Ora che la proprietà ha ripulito i locali — segnala Farinelli — mi sono finalmente accorto di quanto sia bella questa sala da 450 posti, con le volumetrie intatte della Belle Epoque». Uno spazio destinato nel giro di tre o quattro anni, secondo Farinelli, a divenire una grande sala da affiancare al Lumière, in cui riproporre i capolavori della storia del cinema”.

Altri aggiornamenti saltano fuori nell’aprile del 2015. “Servono tre milioni, o tre milioni e mezzo, per realizzarlo. Ma il progetto è gia pronto, annuncia il direttore della Fondazione Cineteca Gian Luca Farinelli, «e si farà». «Potremo presentare il piano a giugno»”, riferisce di nuovo il Corriere, aggiungendo che “il cantiere avrà una durata di circa un anno, tanto che si spera che il nuovo cinema sia pronto per l’apertura del festival Cinema Ritrovato del 2017“.

Ma a giugno dello stesso anno si viene a sapere che il termine da rispettare per dare attuazione al progetto, già prolungato di 90 giorni, slitta di altri sette mesi: dal 31 maggio si passa al 31 dicembre, perchè manca il parere della della Soprintendenza per i beni architettonici. Eppure il Comune, solo un paio di mesi prima, aveva dichiarato che sulla riqualificazione dell’ex Arcobaleno si stava procedendo “a tappe forzate”, nel tentativo di riaprire la struttura entro fine mandato e cioè a metà del 2016.

Ma a metà del 2016 il massimo che si può ottenere è una visita di Merola ai cantieri ancora in corso dell’ex cinema, accompagnato dal ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini. Più rapida, manco a dirlo, la parte commerciale ai piani superiori: “Il bar e la biglietteria del vecchio teatro Modernissimo, poi diventato cinema negli anni 50, si trasformano in un negozio d’abbigliamento”, annuncia il Corriere a novembre.

E poi? La tappa successiva ci porta addirittura al maggio del 2018: “«Ora abbiamo la certezza che il Modernissimo sarà una realtà”, ha commentato il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli la notizia dell’assegnazione di 1.200.000 euro di contributo al progetto del Cinema Modernissimo di piazza Re Enzo. I fondi sono parte del piano per la riattivazione di sale cinematografiche chiuse o dismesse del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione Generale Cinema”, si legge su BolognaToday.

Ma ad aprile 2019 ecco come stanno le cose: “La pratica del Modernissimo- segnala il Corriere– fin qui è rimasta bloccata a Roma. Il recupero del teatro sotterraneo e il progetto di far rinascere la storica sala cinematografica in piazza Maggiore è ancora in attesa del milione e 200.000 euro con cui il ministero dei Beni culturali aveva premiato il progetto bolognese attraverso i fondi del Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche. Il via libera era arrivato un anno fa. Ma il ricorso degli sconfitti di quella gara ha congelato il finanziamento. «E la prossima udienza al Tar è prevista per luglio», ricorda il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli. «Entro settembre dovremmo avere la sentenza» e, nel caso fosse favorevole, anche 1,2 milioni di euro. Farinelli e la Cineteca non dovranno attendere tanto, in realtà. Perché in Comune si è deciso di accelerare i tempi e velocizzare la pratica di un cantiere che sembrava non dover aprire mai. Nell’attesa del finanziamento in arrivo da Roma, potendo contare su un bilancio virtuoso, Palazzo d’Accursio ha messo a disposizione le risorse perché i lavori partano. «Appena l’offerta si trasformerà in realtà — annuncia — partiremo con la gara per i lavori, ed entro l’autunno del 2020 a questo punto avremo il Modernissimo». Per il progetto sono stati stanziati in totale 3,7 milioni di euro: un milione da Unindustria e altri privati, il resto dal Comune che in totale quindi contribuisce con 2,7 milioni”.

A febbraio 2021 la Dire scrive che “è andata deserta la gara per l’affidamento dei lavori (417.741 euro) di costruzione del nuovo accesso alla struttura”. Il Comune a metà novembre dell’anno precedente aveva pubblicato un avviso di manifestazione di interesse per individuare la ditta a cui assegnare i lavori, a metà dicembre era stato approvato il progetto esecutivo e subito dopo si era aperta la procedura negoziata rivolta ai dieci operatori economici sorteggiati tra i 34 che si erano proposti: ma entro il termine fissato per la presentazione delle proposte “non è pervenuta alcuna offerta”, scrivono gli uffici comunali, dichiarando di conseguenza la gara deserta.

Il Comune ci riprova poco dopo. “Abbiamo rivisto il bando non aumentando l’importo ma ridefinendo le richieste all’interne del bando stesso”, dice l’assessora ai Lavori pubblici Virginia Gieri. La nuova gara è stata indetta “con l’invito a dieci operatori selezionati dal Rup tra i soggetti iscritti all’elenco degli operatori economici per l’esecuzione di lavori pubblici”, spiega Gieri: “Una buona notizia, abbiamo recuperato molto velocemente: esattamente un mese dopo la gara deserta possiamo dire che chiuderemo con una gara aggiudicata, siamo molto ottimisti”.

E infatti anche la seconda gara per la realizzazione dell’ingresso fa flop: “Non è pervenuta alcuna offerta”, scrivono di nuovo a marzo gli uffici di Palazzo D’Accursio nel provvedimento con cui la selezione viene dichiarata deserta.

A marzo, in ogni caso, Farinelli conferma la data di apertura già comunicata nei mesi precedenti: “Inaugurazione a dicembre 2021”, dice il direttore. Nel frattempo, il Comune è sempre alle prese con la fatidica gara per l’accesso al cinema: “Non ci siamo fermati- assicura Gieri- dopo le due gare andate deserte, sono in corso alcune verifiche tecniche per approfondire le criticità riscontrate dalle aziende, in particolare sul prezzo e sulla cantierabilita’”. Tra il primo e il secondo bando, ricorda infatti Gieri, “non avevamo aumentato l’importo dell’appalto: lo valuteremo, per poter meglio agevolare la partecipazione alla gara delle imprese”.

Fatto sta che a ottobre sfuma la promessa inaugurazione entro fine anno. “Slitta ancora l’inaugurazione del Modernissimo, il cinema all’angolo tra via Rizzoli e piazza Maggiore, che non aprirà più i battenti il prossimo dicembre come annunciato. A ritardarne ulteriormente l’apertura è la difficoltà a reperire mano d’opera e materie prime, per il boom dell’edilizia. «Il fatto che il settore sia ripartito a pieno regime – dice il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli – sta creando problemi giganteschi ai lavori, proprio mentre eravamo in dirittura d’arrivo»”, riporta Repubblica.

Altro valzer ad aprile 2022, quando sulle pagine de Il Resto del Carlino Farinelli annuncia riporta che – udite udite – i lavori al Modernissimo “sono molto avanzati, è iniziata l’affrescatura del soffitto”. Nonostante questo, però, afferma Matilde Madrid, capo di gabinetto del Comune, “non saremo in grado di aprire la sala entro l’estate” e la nuova deadline viene fissata “entro fine anno”.

Si arriva così al 2023 e nuove informazioni sul Modernissimo cominciano a circolare in agosto perchè la Cineteca pubblica un avviso pubblico per la selezione di un operatore a cui affidare in concessione il servizio di bar e dintorni, che si chiamerà “Caffè Pathé”, in vista dell’inaugurazione della sala che a questo punto risulta prevista nella seconda metà di novembre. Come rende noto la Dire, il taglio del nastro del Modernissimo è previsto “entro il 31 dicembre 2023”, si può leggere nel bando: più precisamente, l’inaugurazione è “al momento programmata tra il 20 novembre e il 26 novembre”.

Pochi giorni dopo, una nota ufficiale firmata da Comune, Fondazione Cineteca e Confindustria Emilia Area Centro comunica che c’è una data precisa per il fatidico taglio del nastro: il prossimo 21 novembre. “E’ l’epilogo di una storia nata agli inizi del Novecento”, recita la nota, quando “la corsa verso il progresso trasforma i centri storici: anche Bologna cambia il suo assetto urbanistico. In questo processo di rinnovamento, dove un tempo sorgeva il medievale Palazzo Lambertini si gettano le fondamenta di Palazzo Ronzani: un edificio polifunzionale il primo in cemento armato, nato dal progetto dell’ingegner Pontoni, che ospita un teatro sotterraneo, successivamente riconvertito in sala cinematografica. Pur con vari rimaneggiamenti, la sala rimarrà in attività fino al 2007, quando aveva il nome di Cinema Arcobaleno”.

A questo punto della storia, il comunicato – non c’è certo da stupirsi – sorvolano sull’occupazione e lo sgombero del 2011 e soprattutto sul tortuoso, lentissimo sviluppo del progetto, sull’accumularsi di ritardi e sulla collezione di inaugurazioni sfumate. Ma del resto è l’ora dei brindisi, degli applausi, delle fotografie in posa. Sarebbe un peccato rovinare il momento ostinandosi a ricordare che ogni spazio sgomberato in città viene puntualmente condannato a nuovi anni di polvere: quella è sempre meglio nasconderla sotto il tappeto. Oppure no?