Un racconto sulla storia dello spazio libero autogestito di via Paolo Fabbri 110, che iniziò a fine 2003 con l'occupazione (e poi lo sgombero) di una palazzina in via Azzo Gardino 61: "Vent'anni di acrobazie e peripezie, progettini e progettoni, musica e parole, belle storie e scazzi, sogni da realizzare e pavimenti da lavare...".
Bologna sfitta: una città aperta solo a chi se la può permettere
L'emergenza abitativa, alimentata dall’inflazione, dalla speculazione e dalla gentrificazione dei centri urbani, non riguarda solo la componente studentesca. Tutte le categorie del lavoro dipendente ne sono investite. C’è molta sfiducia in giro, tante persone rinunciano a cercare casa, ma per fortuna c'è anche chi, con la lotta, traccia una strada diversa.
Quattromilatrecentottantotto modernissimi giorni [2ª parte]
Dopo il primo capitolo dedicato all'occupazione dell'ex Arcobaleno nel 2011 e alle parole d'ordine (ancora attualissime) del movimento Occupy e di Santa Insolvenza, lo speciale di Zic.it prosegue ripercorrendo i lunghi 12 anni in cui i locali sgomberati, tra annunci e ritardi, sono rimasti di nuovo inutilizzati prima di arrivare all'annunciata apertura del cinema Modernissimo.
La città dei taglieri, dei manganelli… e degli speculatori dell’abitare
Un'inchiesta sull'Istituto Santa Giuliana, occupato per dodici giorni e subito violentemente sgomberato dalla polizia, sulla scarsa propensione al sociale delle "Suore Mantellate Serve di Maria" e su chi si appresta ad acquistare l'ex convitto di via Mazzini 90.
Spazi sociali, occupazioni abitative e tanta retorica [foto]
Stamattina è toccato a In/Out, che aveva riaperto l'ex Istituto Santa Giuliana di via Mazzini: solo l'ultimo dei numerosi sgomberi di spazi sociali e abitativi occupati in città negli ultimi due anni, cioè da quando è in carica l'attuale amministrazione, come dimostrano gli scatti che riceviamo da Gianluca Rizzello e pubblichiamo.
Maxi b&b, studentati di lusso e spazi abitativi liberati: parte la mappatura
Il progetto GlitcHousing è stato lanciato insieme all'occupazione, venerdì scorso, dell'ex istituto Zoni: la mappa interattiva, aggiornabile tramite le recensioni e i contributi delle/gli utenti, è il cuore di "una piattaforma ibrida di immaginazione per un abitare nuovo e sociale".
Quattromilatrecentottantotto modernissimi giorni
S'inaugura il Modernissimo nei locali dell'ex Arcobaleno, occupato e sgomberato nel 2011: tra annunci e ritardi, ci sono voluti anni su anni per riaprire gli spazi sotterranei di piazza Re Enzo. Ma non sono affatto invecchiate le parole d'ordine del movimento che riempì la sala in nome di Santa Insolvenza e Occupy: leggere per credere.
::: Notizie brevi :::
Decesso improvviso alla Dozza, il quarto in pochi mesi: "Pare configurarsi un tasso di incidenza che necessita di un'adeguata analisi", dichiara il Garante comunale | Anche il liceo Sabin entra in occupazione | Nel parco Montale "voce e volti" agli alberi abbattuti per far spazio al cemento del Passante.
Occupa anche il Copernico
L'obiettivo è "denunciare un modello d'istruzione che ci distrugge giorno dopo giorno, che ci fa percepire la scuola come una vera e propria gabbia. Siamo quindi costretti a subire numerose contraddizioni in un luogo sempre più dimenticato dal nostro governo", comunicano le/gli studentesse/i.
Vag61 saluta l’occupazione in via Azzo Gardino: “Lunga vita all’autogestione!”
Il centro sociale sulla riapertura temporanea della Palazzina Magnani, dove quasi vent'anni fa nacque l'esperienza poi proseguita in via Paolo Fabbri: "Uno spazio vuoto da anni prima dell’occupazione nel 2003 e poi rimasto vuoto e inutilizzato, come di consueto, per altri anni dopo lo sgombero".
Dopo via Zago: “L’era delle occupazioni è appena iniziata”
Le/gli attiviste/i che per un mese hanno ridato vita all'ex centro Cesare Ragazzi, sgomberato una settimana fa: questa esperienza "è la riprova che a Bologna, come in altre città, l’unica risposta possibile al bisogno di spazi autogestiti sia quella di aprirne di nuovi, attraversandoli e contaminandoli (infestandoli)".
Ancora un “no” alla guerra: studentesse/i e lavoratrici/ori in piazza
"I soldi servono nelle scuole non per le bombe", è il messaggio lanciato dalla manifestazione di Scuole in lotta, che si è unita a quella di Sgb, Usi-Cit, Usb, Si Cobas, Cobas per lo sciopero "contro l’aumento delle spese militari e per l’investimento nel sociale". Alla Ilip, intanto, licenziato il lavoratore sospeso dopo 36 anni.