“Il referente della proprietà si è fatto carico di iniziare un protocollo di intesa con con UniBo ed Er.Go per destinare parte dell’immobile all’emergenza abitativa”, riferiscono Cua e Split annunciando che l’occupazione si sposta da oggi al 38. Casa Vacante solidarizza e avverte sull’operazione di via don Minzoni: “Il più grande immobile Asp agli squali”.
“Questa mattina, come avevamo richiesto, abbiamo ottenuto un tavolo di trattativa svoltosi all’interno di Beyoo occupato tra noi e la proprietà del plesso. Nei termini delle nostre pretese politiche, il referente della proprietà si è fatto carico di iniziare un protocollo di intesa con con UniBo ed Er.Go per destinare parte dell’immobile all’emergenza abitativa. In questo contesto, infatti, rimane assordante il silenzio dell’università che non ha voluto prendere parte all’incontro di oggi. Decidiamo, quindi, di uscire da Beyoo spostando la nostra occupazione altrove, non perché la situazione degli affitti si sia risolta o modificata, ma per portare su altri punti di questa città la lotta per l’abitare”. Lo riferiscono Cua e Split, proseguendo così nell’aggiornamento: “Ieri, a seguito della provocazione che abbiamo lanciato ’15 piani in 15 giorni’, in tantissimə ci siamo ritrovate al momento di sportello pomeridiano per ‘una casa bella’, toccando con mano l’entità della richiesta oggi presente in questo tessuto urbano. Tra le altre, sono passate anche tante studentesse che da mesi attendono di poter andare ad abitare all’interno di Beyoo, a fronte di un ritardo dei lavori che si protrae da settembre di questo anno. Alla luce di tale situazione, ed essendo riuscito lo scopo politico del tavolo di trattativa, abbiamo deciso collettivamente di uscire dal plesso in Bolognina per recarci dal primo pomeriggio in Zona Universitaria: da un lato, per permettere a chi ha già pagato cifre allucinanti (e ha già subito due mesi di ritardi) di poter entrare il prima possibile in quelle camere e una volta lì, di poter iniziare una lotta comune per l’abbassamento di quei prezzi; dall’altro lato, come abbiamo sempre affermato, l’occupazione non da intendere in quanto punto di arrivo o di chiusura, ma va sempre vissuta come una convergenza politica, come un momento di cospirazione, come un trampolino per moltiplicare le occupazione ed espandere la lotta su tutta la città”.
Continuano i collettivi: “Ripetiamo a gran voce quanto ci stupisca l’indisponibilità dell’università a comparire al tavolo di trattativa appena concluso e, anche per tenere vivo questo punto, stasera andremo a caratterizzare il plesso di via Zamboni 38 come nuova occupazione aperta all’emergenza casa, nuovo punto di sportello sull’abitare, ed hub della convergenza in vista del corteo di domani. A chi in comune spende il proprio tempo in futili attacchi contro precariə che si organizzano per far fronte ad un presente disastrato, o che dall’altra parte fa orecchie da mercante rispetto al sollevamento di un problema politico, diciamo: invece che continuare a legittimare (attivamente o passivamente) fondi immobiliari e palazzinari, si pensi di più alle esigenze di una popolazione oggi allo stremo per l’attuale crisi economica. Continuiamo la nostra lotta per tutta città, rifiutiamo un presente scandito dell’imperativo di homo homini lupus, ma creano legami di solidarietà, prospettive di lotta comune, dentro e contro l’università! Aspettiamo tutte in via Zamboni 38 dalle 17 di questa sera!”.
Sull’azione compiuta via Serlio ha preso posizione anche Casa Vacante, l’occupazione in corso in via Capo di Lucca 22, con un comunicato diffuso ieri per salutare “con entusiasmo la nuova occupazione ad opera dei compagni e delle compagne di Cua e Split che hanno preso casa in quello che sta per diventare l’ennesimo studentato privato per studenti facoltosi. 16 piani di immobile, in cui il prezzo delle stanze parte da 745 euro. Sicuramente non la direzione verso cui bisogna andare. Come non crediamo sia per nulla la direzione giusta quella che riguarda un altro immobile in alienazione di proprietà di Asp, quello in via don Minzoni, 12.000 metri quadrati, che finirà per l’ennesima volta nelle mani di grandi cordate private internazionali, così come è successo con Camplus, The Student Hotel, ora The Social Hub, e per ultimo Beyoo. Il generico ’30 per cento’ destinato a canone agevolato a studenti e studentesse ci appare una misura davvero irrisoria di fronte all’entità del problema. E temiamo che, come già visto per altri soggetti come Camplus, non ci siano meccanismi di controllo adeguati affinchè questa soglia venga rispettata. La strada da seguire va cercata al di fuori da quello che è il mercato attuale, un mercato di squali, come recentemente detto anche da chi governa la città. Ma gli stessi amministratori, che scelgono di dare in mano a questi squali il più grande immobile pubblico che Asp ha a disposizione, non fanno altro che alimentare ulteriormente il corto circuito che ci ha portato in questa situazione. Cooperativismo sociale e condiviso fuori dalle logiche della speculazione immobiliare, questa è la cornice che può portare a forme di collaborazione tra il pubblico e il terzo settore nuove e realmente accessibili per tutti e tutte. Per una città diversa, usciamo dal mercato e pratichiamo soluzioni innovative! Che altre mille idee gioiose, eretiche, radicali, fioriscano dai posti che riprendono vita a partire dalle occupazioni e dalle pratiche solidali”.