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Continua l’occupazione di Beyoo: “Qui siamo e qui abitiamo!”

Cua: il nuovo studentato di via Serlio “diventa un posto conquistato dalla comunità precaria di questa città, di questa università”. Intanto, l’Asp farà realizzare a privati uno studentato in un enorme immobile di sua proprietà in via don Minzoni, riservando solo un 30% di posti ad accesso agevolato: “Specchietto per allodole”, per l’Adl Cobas.

20 Ottobre 2022 - 10:39

“Noi qui siamo e qui abitiamo!”. Continua l’occupazione di Beyoo iniziata ieri sera. L’aggiornamento diffuso dal Cua stamattina: “Siamo ormai all’interno dello stabile in via Serlio da più di 15 ore, e finora nessun soggetto politico (quindi con possibilità di trattativa) né di UniBo né di Beyoo si è mai palesato.
La risposta appare snervantemente chiara: ‘Fate un po’ come vi pare, tanto questione di ore e questo gioco vi stuferà’. Crediamo sia inaccettabile essere trattate in maniera così infantile, e siamo pronte a dare un’amara delusione. Noi da qui non ce ne andiamo! Ieri sera, al termine del partecipato aperitivo solidale, una grande assemblea di gestione ha avuto vita nell’atrio di Beyoo. Abbiamo deciso tutte insieme che se la risposta è essere ignorate, noi facciamo da sole: da oggi Beyoo diventa a tutti gli effetti un posto conquistato dalla comunità precaria di questa città, di questa università. Questo pomeriggio sarà attivo uno sportello per l’emergenza abitativa con cui saremo il via alla distribuzione di tutte le camere del primo piano per chiunque ne avesse di bisogno”.

Inoltre, “le giornate di occupazione e convergenza di via Zamboni 38, con tutte le iniziative correlate, vengono immediatamente spostate dentro Beyoo”, continua il Cua, segnalando il programma della giornata di oggi: alle 11,30 conferenza stampa davanti a Beyoo; alle 14 pranzo sociale; dalle 15 in poi sportello per le case belle; alle 20 tavola rotonda a cura di convergenx “Riproduzione sociale – razzismo, violenza patriarcale, scuola, ambiente, salute”. L’appello finale: “Ti aspettiamo, prendi anche tu una camera!”.

L’Adl Cobas, intanto, interviene sull’occupazione di Casa Vacante, sulle novità annunciate dal Comune sull’Asp (che è proprietaria, tra i tanti, dello stabile di via Capo di Lucca) e sulle condizioni di lavoro all’interno della stessa azienda per i servizi alla persona: ieri “sul Corriere di Bologna la presidentessa di Legacoop Rita Ghedini riporta delle parole che son sempre state nostre: ‘Salari troppo bassi’ e ‘basta appalti a ribasso’. Peccato che lei faccia parte proprio di quella parte che ha aiutato a creare esattamente questa situazione: Legacoop infatti è tra le firmatarie del Ccnl applicato a lavoratrici e lavoratori del sociale, scaduto da tre anni, con all’interno notti passive, maternità pagata all’80%, banca-ore non regolata e con una retribuzione troppo bassa per l’inflazione esistente che ormai arriva al 10%. Lo diciamo da tempo che per i lavoratori che lavorano in appalto la soluzione è nell’internalizzazione dei servizi, per fare in modo che chi contribuisce a rendere vivo e innovativo il welfare di questa città, abbia una professionalità riconosciuta e condizioni di lavoro dignitose.
Di fatti la storia di Ahmed (nome di fantasia) uscita sui giornali i giorni scorsi, è una delle tante voci che abbiamo raccolto in questi anni all’interno del lavoro sociale. Ahmed lavora, con un contratto a tempo indeterminato, proprio in quel sistema di appalti citato nell’articolo, che è parte strutturante della precarietà di chi lavora nei servizi di welfare dell’Asp attraverso le cooperative sociali. Il lavoro è part time, e quindi diventa ‘part’ anche lo stipendio, in più non essendo italiano di nascita, non viene richiamato per vedere le case, a continua conferma del razzismo ancora persistente. Ahmed si è rivolto a noi e LUnA- Laboratorio Universitario d’Autogestione quando ha visto l’occupazione di Casa Vacante, una proprietà di Asp, quell’ente per la quale lavora cinque notti a settimana, ha chiesto di potersi stabile in occupazione, una risposta, seppur debole, al disagio”.

Di casa, continua l’Adl Cobas, “parla sia la presidente di Legacoop che oggi (ieri, ndr) l’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo, durante la conferenza stampa sulle novità di Asp in città. Parla di proprietà di Asp (un intero isolato in via don Minzoni, ndr) che verranno prossimamente messe in vendita a proprietà internazionali, per farne studentati, tenendone però BEN UN 30% per il sociale. Ormai è ben chiaro che non sarà certo questo specchietto per le allodole a risolvere il grave problema che abbiamo oggi nella città di Bologna, e che probabilmente non andrà che ad acuirsi con l’aumentare del tempo e dell’inflazione. Già nei mesi passati allo stesso assessore erano state poste le questioni, ed ad oggi non abbiamo ancora ricevuto alcun tipo di risposta concreta ai bisogni esposti. Deve essere attuata una vera e propria rivoluzione nei servizi Asp, facendo investimenti veri e strutturali sul welfare, sia per quanto riguarda le proprietà che Asp ha, sia per quel che riguarda il futuro di lavoratrici e lavoratori diretti e indiretti. Solo attraverso scelte politiche chiare, diverse, in discontinuità con il recente passato che ha visto spremere lavoratori e lavoratrici ben oltre le proprie possibilità, la città di Bologna potrà tornare ad essere davvero un esempio virtuoso nel campo del welfare, dell’accoglienza, dei servizi di prossimità”.