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Niente manifestazioni in centro: non si esclude la proroga

“Ne parleremo al prossimo Comitato per l’ordine e la sicurezza”, dice il sindaco Lepore. Chiede di non confermare la misura l’Usb, costretta a spostare al Sant’Orsola il presidio previsto per domani. Nei prossimi due giorni diverse manifestazioni contro l’alternanza scuola-lavoro dopo la morte di Lorenzo Parelli, mentre l’Sgb ha proclamato lo sciopero nei servizi 0-6.

27 Gennaio 2022 - 19:37

Non è esclusa un ulteriore prolungamento della direttiva prefettizia che vieta, ormai dallo scorso 26 novembre, lo svolgimento di pubbliche manifestazioni in tutta l’area del centro storico di Bologna. Dopo una prima proroga post natalizia, il provvedimento è in scadenza il 31 gennaio. Il sindaco Matteo Lepore afferma che questa “è una delle questioni che tratteremo al prossimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con il nuovo prefetto”, Attilio Visconti, subentrato pochi giorni fa a Francesca Ferrandino. “Quindi non appena avremo deciso insieme a lui e alle altre istituzioni come proseguire, lo comunicheremo”, dice il sindaco, evitando di esplicitare se è favorevole o meno ad una conferma del provvedimento: “Io intervengo dopo che ne avremo discusso”.

Chiede di superare la direttiva l’Usb, che oggi ha tenuto una conferenza stampa dopo la comunicazione ricevuta dalla Questura per vietare la manifestazione “Combattere il Covid e uscire dalla crisi economica”, che era stata promossa per domani proprio davanti alla Prefettura. “Non vogliamo accettare questa situazione, pretendiamo una prescrizione formalizzata e chiediamo a Lepore di non prorogare questa ordinanza”, afferma il sindacato di base, ponendo “una questione di democrazia e diritto al dissenso”. Aggiunge l’Usb: “”Da parte nostra non c’è una sottovalutazione dell’emergenza sanitaria, ma sono ormai due mesi che si vieta di manifestare in centro. Bologna l’unica città che proibisce le manifestazioni in tutto il centro storico. Non c’erano ragioni per prorogare questa misura oltre le vacanze di Natale. Non è accettabile nella ‘città più progressista d’Italia’. Siamo intenzionati a far valutare i nostri uffici legali la costituzionalità di questi provvedimenti”. Il presidio di domani dell’Usb, intanto, è stata spostato davanti al Sant’Orsola, all’ingresso di viale Ercolani: appuntamento alle 16.

Quella dell’Usb non è l’unica manifestazione prevista nell’arco della giornata. I Cobas scuola saranno presenti dalle 9,30 nel piazzale del Memoriale della Shoah, tra via Carracci e via Matteotti, in concomitanza con lo sciopero del settore proclamato dopo la morte sul lavoro dello studente Lorenzo Parelli, a Udine: “Di scuola-lavoro non si può morire”, protesta il sindacato. Ci sarà anche Link: “Bologna risponde all’appello di mobilitazione nazionale per Lorenzo”. Un presidio per l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro è previsto anche nel pomeriggio, su iniziativa di Osa: l’appuntamento era previsto in piazza Nettuno, ma è stato spostato in piazza Spadolini alle ore 17 “a causa del divieto di manifestare imposto dalla Questura. Una repressione che cerca di fermare la rabbia degli studenti proprio come successo nelle scuole occupate in questa città. Nemmeno l’assassinio di un ragazzo di 18 anni si vuole ascoltare!”. Sempre su questo tema, un ulteriore manifestazione è in programma sabato, di nuovo in piazza Memoriale della Shoah, alle 10: “Non si può morire di alternanza scuola-lavoro”, recita l’appello firmato da Giovani comuniste/i, Circolo Prc scuola-università, Pci, Cobas scuola, Sinistra unita, Riconquistiamo tutto! – Cgil, Sgb, Fgci.

Nel frattempo, l’Sgb ha deciso di proclamare lo sciopero del personale dei servizi comunali 0-6 anni: “Nessuna conciliazione martedì scorso nell’incontro in Prefettura con il Comune di Bologna sul progetto ri-organizzativo asili nido e scuole dell’infanzia. Si va allo sciopero dell’intero settore per la giornata del 15 febbraio prossimo. L’amministrazione comunale ha tenuto un atteggiamento di chiusura nei confronti delle istanze dei lavoratori che chiedevano di congelare il progetto e riaprire la discussione per migliore le condizioni lavorative e la qualità del servizio. Per fare ciò sarebbe necessario aumentare l’organico attraverso la stabilizzazione del precariato ed un modello lavorativo che non si basasse esclusivamente sulla flessibilità in negativo della prestazione lavorativa. Non si può prendere ad esempio il pessimo modello organizzativo in voga per le cooperative sociali nel quale i diritti dei lavoratori sono inesistenti e trasferirlo nella gestione diretta. Quello per cui abbiamo sempre lottato, come SGB, è l’esatto contrario: alzare la qualità del lavoro e dei salari a tutti, anziché peggiorarli come intende fare il Comune di Bologna. La qualità del lavoro è ovviamente direttamente proporzionale alla qualità dei servizi erogati. Francamente risulta incomprensibile il fatto che la giunta comunale si arrocchi su un progetto che è fallito ancora prima di partire, basti pensare al fatto che solo 40 lavoratrici precarie, visto le condizioni loro proposte, hanno ‘accettato’ il passaggio a full time mentre ne servirebbero 100. Affinchè la giunta ascolti la voce di chi quotidianamente apre questi fondamentali servizi comunali, ci rimane come unico strumento lo sciopero. E’ a partire da questo obbiettivo che facciamo appello alle altre organizzazioni sindacali perché, al di là delle differenze, partecipino a questa giornata di mobilitazione. Chiamiamo le lavoratrici e i lavoratori in piazza il 15 febbraio, con ritrovo alle ore 9 sotto gli uffici del settore istruzione in via Cà Selvatica 7″.