Manifestazione ai giardini Margherita promossa da sindacati di base e associazioni per dare voce a genitori, student*, insegnanti, personale Ata, educatrici ed educatori: per la riapertura dopo il lockdown “un piano straordinario per la scuola è urgente, necessario e giusto”.
“La scuola in piazza: non c’è sicurezza senza risorse”. Con queste parole d’ordine si è svolta oggi pomeriggio ai giardini Margherita la manifestazione promossa da Cesp, Cinnica, Cobas Scuola, Coordinamento precari/ie della scuola, Priorità alla scuola, Rete Bessa, Sgb, Usb e Gruppo spontaneo di genitori per la riapertura delle scuole. Dopo il lockdown “vogliamo riaprire le scuole alla didattica in presenza, alla vita sociale e affettiva di bambin* e ragazz* che in questi mesi sono stati abbandonat* a se stess*, tutelando la salute di tutta la comunità scolastica”, è la richiesta dei manifestanti: “Un piano straordinario per la scuola è urgente, necessario e giusto. Come è possibile che lo Stato destini decine di miliardi alle imprese private e riservi alla scuola solamente un miliardo e mezzo per due anni? Gli stanziamenti sono del tutto insufficienti e laddove sarebbe necessario investire in spazi adeguati, incremento massiccio dell’organico e misure di prevenzione ci si preoccupa di ‘device’ e connettività. Per questo le misure presentate in questi giorni non offrono alcuna certezza sui modi della riapertura a settembre. E’ verosimile immaginare che, senza gli interventi urgenti appena menzionati, al primo allarme bambin*, adolescenti e insegnanti saranno di nuovo rispediti a casa. In questi ultimi giorni inoltre: è scomparso ogni riferimento al reperimento di risorse straordinarie; vengono proposte riduzioni del tempo scuola; si lascia via libera al fai-da-te delle singole istituzioni e all’arbitrarietà dei singoli dirigenti di decidere turnazioni/alternanze e utilizzo di didattica a distanza (già dalla scuola media! E nonostante il disastro didattico e relazionale che abbiamo vissuto in questi mesi)”.
Continua il comunicato diffuso dai promotori della manifestazione: “Di fronte a un probabile naufragio si spinge sul “si salvi chi può”, si rinuncia così all’idea di un diritto garantito a tutti allo stesso modo. E ancora: si propone l’esternalizzazione della scuola mediante ricorso a cooperative o volontariato; non si capisce come si vogliano superare le classi-pollaio; è stata bloccata la stabilizzazione dei/delle docenti precari/ie che da anni lavorano nelle scuole, con il risultato di avere in previsione oltre 200.000 precari in servizio a settembre. Tutto ciò è pericoloso non solo per la ripresa a settembre, ma anche (e soprattutto) per il futuro della scuola. Questi disordinati brandelli di un’ipotetica soluzione prefigurano in realtà una pericolosa destrutturazione della scuola pubblica che non ha precedenti. Pochissimi, tra i fondi ingenti che si stanno stanziando per uscire dall’emergenza creata dal Covid-19, sono destinati all’istruzione e all’educazione. Di fronte a questo scenario ribadiamo: Priorità alla scuola! L’istruzione e la sicurezza sono diritti. Genitori, student*, insegnanti, personale Ata, educatrici ed educatori: di nuovo insieme, di nuovo in piazza”.