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In regione aumento preoccupante delle/i giovani detenute/i

Le persone recluse con meno di 25 anni sono quasi 250 e negli istituti di Piacenza, Modena, Bologna, Parma e Rimini la loro presenza raggiunge il 10% della popolazione totale. Alla Dozza, intanto, le/i detenute/i sono state costrette/i a chiedere un congelatore funzionante per conservare il cibo acquistato.

29 Agosto 2024 - 10:05

Nelle carceri dell’Emilia-Romagna aumentano le/i giovani adulte/i detenute/i, cioè quelle/i sotto i 25 anni. “Assistiamo a un nuovo fenomeno che preoccupa: l’aumento dei detenuti giovani, spesso anche under 20 anni. Si tratta di persone imputate per reati contro il patrimonio o che hanno storie di dipendenza patologica e abuso farmaci. In Emilia-Romagna sono 246 i giovani adulti su 3.700 detenuti adulti presenti – in alcuni casi si registrano anche trasferimenti dall’Istituto minorile alle Case circondariali come quella di Bologna. In alcuni istituti di detenzione il numero è significativo: a Piacenza, Modena, Bologna, Parma e Rimini si registrano le percentuali più alte di presenza, che raggiungono livelli del 10% sulla popolazione detenuta”, segnala il garante regionale delle persone private della libertà personale, Roberto Cavalieri. “Spesso- aggiunge- si tratta di persone che non hanno un domicilio dove attendere le decisioni del giudice appena commesso il reato oppure, nonostante le condanne brevi, non hanno progetti di inserimento tali da evitare il passaggio in carcere. Per questo mi sono rivolto agli assessori al Welfare e alle Procure affinché valutino possibili collaborazioni come la messa a disposizione di domicili e progetti, che, ove possibile, scongiurino la carcerazione”.

Lo stesso Cavalieri, intanto, nei giorni scorsi ha visitato la Dozza insieme al garante bolognese Antonio Ianniello. “È sempre più chiaro come l’opera di trattamento dei detenuti da parte delle carceri sia incapace di fare fronte alle complessità e criticità di cui sono portatori i detenuti così come è sempre più chiaro il fatto che il carcere da solo non ce la può fare”, ha affermato nell’occasione Cavalieri: “È necessaria quindi una maggiore presenza degli enti locali con i loro servizi che devono superare le barriere molto spesso imposte dal possesso di regolari documenti e della residenza da parte delle persone ristrette”. Ha dichiarato Ianniello: “Risulta sempre evidente come anche emerso nel corso delle interlocuzioni con le persone detenute, la prioritaria (ed elementare) necessità di migliorare la qualità della vita all’interno dell’istituto anche attraverso accorgimenti meramente materiali che aiutino ad affrontare la quotidianità detentiva”. Ad esempio, la “legittima richiesta della sezione penale è di avere un congelatore ben funzionante per la conservazione degli alimenti acquistati”.