Acabnews Bologna

Dozza, affollamento al 164% e tensioni

Martedì scorso un incendio divampato in una cella per protesta. Camere penale: “Gravi limitazioni degli spazi vitali”. Il garante comunale: “Contesto assai in sofferenza”.

15 Gennaio 2024 - 11:20

Alla casa circondariale della Dozza dovrebbero starci al massimo 498 detenute e detenuti e invece, nei giorni scorsi, ne risutavano 823 con uno sforamento del 64%.

La Camera Penale “Franco Bricola”, associazione di avvocati del territorio, ha parlato in una nota di “condizioni gravissime di sovraffollamento“, il garante dei detenuti Antonio Iannello di “situazione da monitorare con estrema attenzione” e  “contesto assai in sofferenza”, aggravato “dalla momentanea indisponibilità di alcuni spazi detentivi che sono oggetto di opportune ristrutturazioni e sanificazioni” che dovrebbero concludersi a fine mese. Ianniello segnala inoltre che “risulta che sia stato richiesto un cosiddetto sfollamento al Provveditorato regionale, che comporterebbe il trasferimento di persone detenute verso altri istituti penitenziari del distretto allargato Emilia-Romagna e Marche, che comunque, con tratti non dissimili da Bologna, non risultano a bassa densità di affollamento”.

Martedì scorso un detenuto, per protesta, ha dato fuoco alla sua cella, provocandosi ustioni alla schiena. Per la Camera Penale un episodio che fotografa “la grave criticità esistente soprattutto nel reparto giudiziario”, con tensioni che conseguono “al disagio prodotto dalla grave limitazione degli spazi vitali, oltre che dalla carenza di attività trattamentali, di tipo lavorativo o formativo, rendendo di fatto il carcere, così come concepito, un luogo certamente inappropriato a rendere concreta la finalità rieducativa della pena”.

“Va ricordato – prosegue la Camera penale – e sottolineato, che la detenzione comporta la privazione del diritto alla libertà, non certo a quello alla salute, alla formazione professionale, culturale e perché no civica. Ad oggi, ed in queste condizioni, la vita nel nostro carcere rischia di risolversi in sopraffazione e degrado”.