Venerdì presidio di Adl-Cobas, Cobas, Si Cobas, Sgb e Usi-Cit in viale Aldo Moro, oggi le ragioni presentate in conferenza stampa: si chiede un incontro alla Giunta per consegnare una piattaforma incentrata su sicurezza dei lavoratori, tamponi gratuiti, reddito e salario, difesa della sanità pubblica, apertura delle scuole, potenziamento dei trasporti e diritto alla casa.
Conferenza stampa di Adl-Cobas, Confederazione Cobas, Si Cobas, Sgb e Usi-Cit, oggi davanti alla Regione, per spiegare le ragioni del presidio che si terrà venerdì alle 14,30 sempre in viale Aldo Moro. Tra i temi sollevati “un’attenzione particolare è dedicata alla questione sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente, lo abbiamo visto con i tantissimi casi di coronavirus nel settore della logistica“, dicono i rappresentanti dei sindacati di base e conflittuali: “E’ palese che gli sforzi fatti dalla Regione a luglio non sono stati sufficienti; la diffusione della pandemia è grave, e questa richiesta è determinante per tutti i sindacati”. Inoltre, “è importante parlare di reddito e cassa integrazione anche per tutti quei lavoratori ‘intermittenti’ del mondo dello spettacolo, del turismo e più in generale del terzo settore, che non hanno ancora ricevuto alcun tipo di erogazione dalla Regione, a differenza di altre realtà come il Veneto, il Piemonte e la Campania”. Si richiede poi “un forte intervento nella sanità pubblica; non bastano i post di Bonaccini su Facebook che si complimenta con gli infermieri-eroi. Vogliamo una certezza salariale e un reinvestimento del personale all’interno delle strutture sanitarie nazionali”. E inoltre c’è il capitolo scuola: “Deve riaprire al più presto e in massima sicurezza, perchè la Dad si è rivelata un fallimento, e il Governo con le regioni invece che intervenire seriamente, sta giocando all’autonomia differenziata, influenzando ancora di più il divario fra nord e sud”.
Ricordano i sindacati in un comunicato unitario: “Un movimento il nostro che viene da lontano e che ci ha visto scendere in piazza già dal mese di marzo con un presidio sempre davanti la Regione e successivamente con un importante e partecipato corteo per le vie del centro di Bologna il 20 giugno scorso. Sono poi seguiti molti scioperi e manifestazioni, nazionali, categoriali, locali ed aziendali ed ora le rivendicazioni che sono state al centro di quelle iniziative saranno nuovamente portate in piazza davanti alla Regione: tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori attraverso una serie opera di prevenzione e tracciamento; protocolli anti-Covid e tamponi gratuiti in tutti i luoghi di lavoro; reddito e salario garantito al 100% per tutti; difesa del servizio sanitario pubblico e suo potenziamento attraverso un piano straordinario di assunzioni; apertura delle scuole nella massima sicurezza per tutti; potenziamento ed adeguamento del trasporto pubblico locale con la messa in sicurezza dei lavoratori e degli utenti; misure che garantiscano il diritto all’abitare anche attraverso il blocco degli sfratti ed il pagamento dei mutui prima casa. Queste rivendicazioni – in sintonia con un ampio strato dei settori popolari del nostro territorio rappresentato dai e nei diversi movimenti sociali che in questo contesto si stanno muovendo sul versante sanitario, del diritto al reddito, all’abitare e all’istruzione – non hanno fino ad oggi avuto alcuna possibilità di essere alla base di un confronto con la Giunta regionale. Da mesi infatti Bonaccini e i principali assessorati competenti stanno praticamente ignorando tutto ciò che non è rappresentato dai firmatari del cosiddetto ‘Patto per il Lavoro’ ovvero Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le più conosciute associazioni datoriali. Una scelta questa che viene da lontano ma che ora ancora di più sta dividendo i lavoratori e tutti i cittadini in modo inaccettabile. Basti pensare alla decisione di predisporre uno screening Covid-19 solo ed esclusivamente per le aziende e quindi per i lavoratori che fanno parte delle associazioni firmatarie di quel Patto. Per questo chi scenderà in piazza venerdì ha preparato una piattaforma che sarà consegnata alla giunta regionale alla quale si chiede di incontrare una delegazione di manifestanti”.