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Focolaio anche nel carcere minorile

Tre detenuti, a ieri, sono risultati positivi e sono state sospese tutte le attività. Le preoccupazioni del Garante sul recente aumento della capienza. Antigone: “Ai contagi non si può sempre rispondere comprimendo i diritti”. Covid e scuole, Usb: “Inaccettabile non avere ancora potenziato le strutture scolastiche e i trasporti pubblici locali”.

20 Gennaio 2022 - 16:44

Mentre si moltiplicano i contagi alla Dozza (si è parlato negli ultimi giorni di una sessantina di detenute/i interessate/i e di una quarantina di agenti), si apprende di un focolaio Covid anche nel carcere minorile del Pratello: due giorni fa sono stati fatti i tamponi ai 34 ragazzi presenti e tre di essi, tutti maggiorenni, sono risultati positivi. Lo ha reso noto la direzione dell’istituto, aggiungendo che sono state sospese tutte le attività in attesa dei nuovi tamponi in programma per domenica.

Sempre rispetto al carcere minorile, che attualmente ospita 11 minorenni e 23 maggiorenni, il Garante regionale dei detenuti Marcello Marighelli è intervento in commissione a Palazzo D’Accursio problematizzando l’apertura, lo scorso ottobre, del secondo piano, e il conseguente aumento di capienza da 22 a 36 detenuti. Ora l’istituto del Pratello è “il più grande del paese” e “ci sono genitori che mi scrivono delle difficoltà che hanno nel fare viaggi dalla Toscana o dalle Marche a Bologna per venire a trovare i loro figli”. La questione è già stata posta all’Amministrazione penitenziaria, senza ricevere risposta. Dato che “anche il primo piano andrebbe sistemato”, aggiunge Marighelli, invece di aumentare la capienza “si poteva usare solo il secondo piano per ospitare i ragazzi, mentre si sistemava il primo”. Ora “il rischio è che l’istituto sia molto più impostato sulla custodia che sulla risocializzazione, considerato che molti ragazzi non hanno riferimenti sul nostro territorio”.

Ha riserve anche il Garante comunale Antonio Iannello, secondo il quale è a rischio “la sostenibilità dell’intervento educativo, alla luce dell’aumento delle presenze”.

Sul tema dei contagi dietro le sbarre interviene Antigone Emilia-Romagna: “La grande capacità diffusiva della variante Omicron del SarsCov19 sta producendo effetti endemici nella società. Le misure di prevenzione sanitaria vengono ridefinite in chiave progressiva e modulare. Così, al paradigma dell’emergenza sembra sostituirsi quello della gestione di livelli di contagio che ci accompagneranno per tempi lunghi. Nonostante i significativi risultati prodotti dal piano vaccinale dedicato alle persone che vivono e lavorano in carcere, il campo del penitenziario, comunque saturo e impossibilitato a garantire condizioni igieniche e di distanziamento indispensabili, reagisce all’inevitabile emersione di focolai interni riproducendo la logica emergenziale della chiusura e della limitazione dei contatti con l’esterno, ovvero comprimendo i diritti dei detenuti e riducendo pesantemente le loro opportunità di trattamento e socializzazione. In questi giorni tale dinamica si realizza presso la casa circondariale di Bologna, ma è fondata l’ipotesi che tale compressione potrà assumere carattere sistemico, dentro e oltre il nostro contesto regionale di riferimento. Di fronte a questa prospettiva, il ripristino della legalità sui numeri dei presenti in carcere e l’incentivazione di misure deflattive appaiono determinanti ed urgenti”.

L’Usb, intanto, interviene “sulla grave situazione che riguarda l’impatto dell’attuale ondata di contagi sulla scuola nel nostro territorio e in particolare la questione dell’obbligo del green pass rafforzato sul trasporto pubblico e del suo impatto sul diritto allo studio”, dopo una commissione che si è svolta ieri in Consiglio comunale. Scrive il sindacato: “Troviamo inaccettabile che da parte delle istituzioni si continui a negare il fallimento delle misure messe in atto da governo ed enti locali, che in questi due anni non hanno potenziato le strutture scolastiche e il servizio di trasporto pubblico locale. Tra le quali le mancate assunzioni e le stabilizzazioni del personale precario scolastico. Tutto si è ridotto alla campagna vaccinale, che se pur importante non è la panacea di tutti i mali, lasciando il resto del sistema invariato o quasi, scaricando le responsabilità su comportamenti individuali. E’ sotto gli occhi di tutti che le norme, sia a livello di governo che regionali, sono confuse e sbagliate, che hanno come unico orizzonte quello di non fermare la produzione e sempre più spesso dettate da una volontà punitiva e propagandistica piuttosto che dall’efficacia nel contrastare la pandemia. Il risultato è una scuola che rimane si aperta ma a orari ridotti e a singhiozzo, in condizioni di mancanza di personale, di mancanza di spazi adeguati al distanziamento, con mezzi pubblici ancora strapieni negli orari di punta, con l’aumento dell’abbandono scolastico. Anche per questo motivo l’Usb lancia un appello per una manifestazione cittadina per la giornata del 28 gennaio in occasione dello sciopero nazionale della sanità pubblica e dei servizi sanitari esternalizzati: per interventi strutturali per il diritto alla salute, alla scuola, al trasporto pubblico locale adeguati”.