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“Disobbediremo”: il fuoco e le parole di Làbas, minacciato da un provvedimento del Tar

I festeggiamenti del Newroz, il capodanno curdo, ieri sera in via Bolognetti, sono stati la prima occasione pubblica per replicare a chi chiede la fine dell’esperienza del Municipio sociale e prendere un impegno con chi lo vive e partecipa ai progetti: “Noi non ci possiamo fermare. Noi Aquí Estamos”.

21 Marzo 2024 - 10:34

A Làbas, in vicolo Bolognetti 2, questa notte è arso il fuoco del Newroz, il capodanno curdo. Un appuntamento in solidarietà alle resistenze del Kurdistan e per la visione di una nuova società, libera, democratica ed ecologica di cui sono portatrici. Era in calendario da tempo, ma ha assunto all’improvviso un nuovo significato, quello di una presa di parola, una promessa, un impegno: “Noi non ci possiamo fermare. Noi Aquí Estamos“.

Tocca un riepilogo. Con una sentenza pubblicata lunedì scorso il Tribunale amministrativo (Tar) di Bologna ha accolto un ricorso presentato da quattro associazioni che chiedevano l‘annullamento parziale del provvedimento con il quale l’8 novembre 2019 il Comune di Bologna approvava le graduatorie per l’assegnazione di dieci “immobili di proprietà comunale ad associazioni iscritte all’elenco comunale delle libere forme associative”. Il provvedimento del Tar rigurda specificamente proprio gli spazi di Làbas in vicolo Bolognetti 2, le associazioni ricorrenti erano quelle che, in cordata, erano arrivate seconde dopo aver partecipato al bando con il quale Palazzo d’Accursio aveva messe a disposizione l’immobile. Appresa la notizia, più o meno tutti i fascisti e i destri che impestano la politica cittadina hanno fatto la ola e sghignazzando hanno chiesto all’unisono che Làbas lasciasse vicolo Bolognetti, ora subito adesso, ci manca solo che si mettano all’ingresso a fare tap tap sull’orologio. Il sindaco al contrario prende tempo, dice che il tema è “al centesimo posto” della sua agenda ma che comunque valuterà la possibilità di fare appello al Consiglio di Stato (il tribunale amministrativo di secondo grado), afferma che attiviste e attivisti di Làbas “non sono occupanti”, si dice intenzionato a salvaguardarne l’esperienza a prescindere dall’esito giuridico di questa vicenda.

“Siamo la storia del fuoco e della parola“, rivendica un passaggio del comunicato pubblicato sempre ieri su Municipio zero, esplicitamente rivolto alle persone di ogni età che partecipano alla vita di Làbas e dei progetti che ne attraversano l’esperienza, come il Laboratorio salute popolare e  la Scuola di italiano, e ancora “alle sindacaliste sociali. Agli psicologi. A coloro che aiutano, ci aiutano. Alle donne. La cui lotta ci indica la strada. A coloro che sono partite da Làbas per solcare il Mediterraneo ed aiutare chi sogna una vita migliore in Europa”.

“Noi non ce ne andiamo”, mettono in chiaro, “annunciamo a tuttx che le attività del Municipio Sociale Labas di vicolo Bolognetti continueranno senza sosta e senza tregua. Noi disobbediremo. Ci sono leggi che vanno oltre le norme e diritti che sono più importanti dei codici. Noi seguiamo le leggi della giustizia sociale, della dignità, della lotta”.

“Veniamo dalla Caserma Masini, anni fa. Una storia che contenne molte storie. Storie di Autonomia ed Indipendenza, dal potere, dalle cose già viste, dallo stato”, rivendicano, e “siamo arrivate in Vicolo Bolognetti. Abbiamo conquistato Vicolo Bolognetti. Tutte e tutti noi, il ‘noi’ grande di Labas, siamo andate molto oltre dove siamo partite. Osiamo cose e pratichiamo sogni che non immaginavamo anni fa. Noi non ci possiamo fermare. Lo dobbiamo a tutte le donne e gli uomini che vengono uccise perché alzano la testa e dicono ya basta!’ Noi Aqui Estamos“.