Il primo istituto dove è scattata la protesta è stato lo scientifico Fermi, a seguire il linguistico umanistico Laura Bassi e il Leonardo Da Vinci di Casalecchio: in questi ultimi due i presidi hanno minacciato “conseguenze” per gli occupanti in caso di furti o danni.
Didattica, alternanza scuola-lavoro (che ora si chiama Pcto ma continua ad avere tutta l’aria di lavoro non retribuito), questioni di genere, il disegno di legge Valditara su sospensioni e voto di condotta ora alle Camere . Ma anche il governo di destra, la situazione internazionale, le spese militari, la repessione delle manifestazioni per la Palestina. Sono i temi al centro di una nuova ondata di occupazioni studentesche nelle scuole di Bologna e Casalecchio.
Il primo istituto è stato il Liceo Scientifico Fermi, lunedì scorso: siamo “mossi da un forte bisogno di essere ascoltati, di far sentire la nostra voce dentro e fuori le mura scolastiche, di fronte a un’istituzione che troppo spesso ci vuole silenziosi, sottomessi, omologati – spiegavano studentesse e studenti – La nostra occupazione vuole esprimere l’esigenza di nuove forme di didattica e di confronto, reclamando un nuovo modello scolastico e sociale e che promuova la crescita e la valorizzazione dell’individuo, offrendosi come spazio aperto di sperimentazione”.
Martedì l’occupazione è scattata al Liceo linguistico umanistico Laura Bassi, dove un accordo con il preside ha fatto sì che potessero però continuare le lezioni delle classi quinte, ormai molto vicine all’esame di maturità. Preside che comunque non si trattiene da minacciare conseguenze “in sede penale, civile, amministrativa e disciplinare” per gli occupanti in caso di danni o furti. “Abbiamo deciso di occupare per il terzo anno di seguito perchè ogni volta che lottiamo per qualcosa – raccontava una studentessa – questo non ci viene mai riconosciuto e ogni anno c’è sempre il rischio di fare un passo indietro, quindi non abbiamo intenzione di fermarci”. In più, ultimamente “sono accadute cose a Bologna che hanno scatenato la nostra rabbia: il fatto che degli studenti vengano presi a botte perchè hanno una loro idea sul mondo”, mentre con la riforma Valditara “non abbiamo più il diritto di poterci esporre, sfogare, parlare delle nostre cose ed è gravissimo”.
Mercoledì è stata la volta della sede di via Cavour del Liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio: la decisione di occupare è un “atto politico di opposizione al governo Meloni”, si legge in un post sui social, “gli studenti non possono tacere di fronte alla riforma Valditara, che ci vuole sottomessi a un sistema scolastico di sfruttamento e repressione di fronte al genocidio in Palestina pagato con i soldi tolti alle nostre scuole e di fronte alla violenta repressione del Governo di questi mesi”. Anche qui la dirigente scolastica mette nero su bianco che “eventuali danneggiamenti o furti saranno addebitati ai responsabili, qualora sia possibile individuarli, o agli studenti che si sono fatti portavoce dell’occupazione stessa”.