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Stragi, “il governo ha interrotto il finanziamento alla desecretazione degli atti”

Lo denunciano i familiari delle vittime del Dc9 inabissatosi al largo di Ustica 43 anni fa. Intanto, la Procura generale ha chiesto la conferma dell’ergastolo in appello per Gilberto Cavallini, l’ex militante neofascista accusato di essere esecutore in concorso dell’attentato alla Stazione del 2 agosto 1980.

22 Giugno 2023 - 19:23

Dc9 Itavia abbattuto ad Ustica (foto Luca Ghedini)“Dobbiamo continuare a portare avanti l’impegno sulla desecretazione e la digitalizzazione degli atti sulle stragi e dobbiamo continuare a seguire il lavoro, perchè i finanziamenti al momento sono stati interrotti dal Governo”. Lo ha detto ieri Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle 81 vittime che persero la vita sull’aereo Dc9 dell’Itavia decollato da Bologna e inabissato al largo di Ustica il 27 giugno 1980. Nelle scorse settimane, aveva già criticato l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni per avere inserito, nel Comitato consultivo sulla desecretazione degli atti anche un comitato che sostiene la tesi della bomba a bordo del velivolo. “Dopo 19 anni, troppi, nel 1999 è stata scritta la sentenza sulla verità su Ustica”, ribadiscono i familiari, “il Dc9 è stato abbattuto nell’ambito di una guerra aerea non dichiarata, in un atto di polizia internazionale”.Nel 2008, a seguito delle dichiarazioni di Francesco Cossiga sulle responsabilità dei francesi, le indagini furono riaperte, “e sono ancora aperte, dopo 15 anni il nostro paese non è ancora in grado di farsi raccontare cosa accadde davvero quella notte”.

Intanto, la Procura generale ha chiesto  alla Corte d’Assise d’appello la conferma dell’ergastolo per  Gilberto Cavallini, ex militante dei neofascisti Nuclei armati rivoluzionari, condannato in primo grado nel gennaio del 2020 per concorso nell’attentato esplosivo alla Stazione che uccise 85 persone il 2 agosto 1980. Nella sua requisitoria, il pm ha chiesto anche che il reato addebitato a Cavallini “venga riqualificato da strage comune a strage politica”. In primo grado, la Corte d’Assise aveva condannato Cavallini per strage comune in quanto, nel capo di imputazione, la Procura aveva definito i Nar “spontaneisti”.