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A 38 anni da Ustica: ”Vogliamo l’ultimo pezzo di verità”

L’associazione dei familiari delle vittime in vista dell’anniversario della strage, che ricorrerà domani: “La direttiva Renzi sulla desecretazione dei documenti? Scarsa efficienza, non sappiamo se questo accada dolosamente o colposamente”.

26 Giugno 2018 - 14:02

“La magistratura sta continuando a lavorare, dopo le dichiarazioni di Francesco Cossiga del 2008 e quelle del marinaio americano che ha detto che quella sera furono abbattuti due aerei libici su ordine del suo comandante”. Questo significa che “i magistrati, non chiudendo l’indagine che invece sembrava dovesse terminare entro l’anno, hanno in mano altri elementi”, motivo per cui è possibile pensare che “davvero si stia arrivando a scrivere tutta la verità” sulla strage di Ustica, di cui domani ricorre il 38esimo anniversario. A parlare è l’associazione dei familiari delle vittime del disastro aereo in cui morirono 81 persone. “Sappiamo con certezza dal 1999, vale a dire dalla sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore, che il Dc9 è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea, perchè quella sera c’erano, in quei cieli, aerei militari di Paesi alleati”. Tant’è vero “da allora sono state emesse numerose sentenze civili che obbligano i ministeri dei Trasporti e della Difesa a risarcire l’Itavia e i parenti delle vittime”. Ora però “bisogna aggiungere l’ultimo pezzo di verità- continuano i parenti delle vittime- perchè bisogna sapere chi ha abbattuto l’aereo: è un problema di dignità nazionale e di difesa dei propri diritti”. Sul punto, “oggi si sa che o gli americani o i francesi erano in cielo, e come tutti gli anni chiediamo uno sforzo diplomatico e politico per arrivare alla verità”. Continua l’associazione: “Noi andremo avanti chiedendo al Governo e alla diplomazia posizioni politiche forti nei confronti dei Paesi alleati che ci hanno raccontato tante balle”, in attesa di conoscere gli esiti delle verifiche della magistratura sulla veridicità delle dichiarazioni del marinaio della portaerei americana Saratoga, che “speriamo possano essere fatte nel breve-medio periodo”. Ma, come anche per la strage alla stazione del 2 agosto 1980, tra i familiari c’è amarezza per il fatto che la desecretazione dei documenti sulle stragi voluta dal governo Renzi non abbia fornito nuove informazioni. La desecretazione “ci aveva dato grande soddisfazione, ma in questi anni abbiamo notato più volte che sta avvenendo con scarsa efficienza. Non sappiamo se questo accada dolosamente o colposamente”, ma se “non si trovano elementi coevi sulla vicenda al ministero dei Trasporti o della Difesa è tragico, si fatica a credere che lì nessuno abbia registrato alcunchè di quella notte e di quei giorni”, anche se “dai dati consegnati per effetto della direttiva Renzi non c’è nulla su Ustica, così come non c’è nulla della Prefettura di Bologna”.