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Alla Dozza un caso di Covid, mentre i medici restano pochissimi

La positività di un detenuto è stata segnalata dal Garante comunale, che torna a sottolineare al carenza di camici bianchi: “Si rischia di non riuscire più a garantire la copertura h24 del turno di servizio”. Intanto, Sgb: “Operatori sanitari chiamati ‘eroi’ ma ora ferie negate, mancato rinnovo dei contratti a termine e blocco delle assunzioni”.

09 Dicembre 2021 - 13:39

Nei giorni scorsi un detenuto della Dozza è risultato positivo al Covid. Lo rende noto il garante dei detenuti Antonio Ianniello che ieri ha effettuato un sopralluogo nel carcere. La positività della persona è stata rilevata al momento dell’ingresso dall’esterno e il detenuto ora si trova negli spazi dedicati all’isolamento sanitario, mentre i contatti stretti sono monitorati in altri spazi detentivi dedicati. Ma intanto continua a “destare preoccupazione- avverte il garante- l’attuale grave carenza di figure mediche operative nella Casa circondariale di Bologna. Mai, andando a memoria, da quando ha iniziato a dispiegare i suoi effetti la riforma della sanità penitenziaria del 2008, il numero è stato così basso: da 12 alla metà, a fronte delle attuali oltre 750 persone detenute”. Per Ianniello, dunque, “il rischio concreto che potrebbe a un certo punto materializzarsi, se dovesse continuare ad assottigliarsi il dato numero dei medici, è di non riuscire più a garantire la copertura h24 del turno di servizio medico”. Tra l’altro, segnala il garante, “pare che su questo profilo incida in modo non banale il regime delle incompatibilità che non consente di esercitare la professione medica anche in carcere”. Inoltre è “perdurante anche la mancanza delle prestazioni odontoiatriche”, segnala il garante.

Nel frattempo, “è di questi giorni la notizia che varie direzione aziendali delle Aziende ospedaliere, tra cui il Policlinico Sant’Orsola, dell’Emilia-Romagna hanno bloccato le ferie già programmate o concordate con i reparti. È così molti operatori sanitari si sono travati sul groppone prenotazioni da annullare e spese di mora da pagare per biglietti aerei, alberghi etc. Ricordiamo che solo un anno fa quando tutte le dirigenze, dalle amministrative alle politiche, si spellavano le mani esternando lodi per gli ‘eroi delle corsie’. Oggi il ringraziamento e l’annullamento delle ferie”. Così Sgb in un comunicato. “Oltre la rabbia di non poter usufruire di un diritto- mette in evidenza il sindacato- gli operatori sanitari si trovano a dover fare i conti con una situazione che definire ‘scandalosa’ è poco. Nulla è stato fatto per coprire il decennale sottorganico di personale sanitario dovuto alla fuoriuscita di personale in pensione. Minime sono state le risorse messe a bilancio da parte del Governo Draghi per la sanità pubblica, operazione volta a deviare la soluzione verso la sanità privata, che dal punto della gestione pandemica Covid-19 ha fatto danni che definire criminali è poco. Basta e indecente che si giochi con la pelle e la salute fisica e mentale, tante sono le segnalazioni di casi di burnout degli operatori sanitari”.

Come Sindacato generale di base “abbiamo trasmesso diffida scritta all’amministrazione del Policlinico Sant’Orsola- continua il comunicato- affinché ristabilisca il diritto alle ferie e al riposo dopo un periodo di emergenza sanitaria che dura ormai da quasi due anni. È ora di alzare la testa e invitiamo le lavoratrici ed i lavoratori ad organizzarsi con noi per lanciare la mobilitazione contro le politiche liberticide e liberiste dell’Azienda ospedaliera, a partire dalla costruzione delle liste Rsu con il nostro sindacato”.

Ma le denunce di Sgb sul comparto sanitario vanno oltre. “Apprendiamo con indignazione che la Regione Emilia-Romagna avrebbe deciso di non rinnovare i contratti a termine del personale del servizi sanitario regionale (Ssr) di attivare contestualmente un blocco sulle assunzioni”, scrive il sindacato: “Di fatto, nel timore di un possibile profondo rosso per i bilanci delle aziende sanitarie e ospedaliere regionali, ancora una volta la strategia scelta dalla Regione è stata quella di scaricare tutte le proprie responsabilità sui dipendenti della sanità, ieri eroi, oggi sfruttati e dimenticati”. Gli ospedali, gli ambulatori e tutte le strutture e le articolazioni del Ssr “sono alle prese con una endemica carenza di personale, una condizione che si ripercuote sui dipendenti ormai oltremodo esausti e costretti a carichi di lavoro insostenibili, turni infiniti e massacranti, mancati riposi, ordini di servizio, ferie bloccate o richiamate, vessazioni e ricatto di ogni sorta e ore e ore di straordinario (non pagato) anche oltre i limiti legali consentiti dalla normativa nazionale e dal ccnl di categoria, con grossi rischi per la tutela e la sicurezza. Il tutto senza riconoscimenti economici, con i salari tra i più bassi d’Europa e con incentivi e premi di performance del tutto inadeguati e decisi su larga misura solo per le posizioni verticistiche, grazie alla complicità dei noti sindacati concertativi a braccetto con le dirigenze aziendali dopo essere passati prima a cena da Brunetta!”, continua Sgb. “D’altra parte la contrazione degli organici si fa sentire fortemente anche sulle persone che necessitano di cure, terapie, prestazioni, visite e servizi. Attività ordinaria che procede molto a rilento, tempi d’attesa infiniti e continui rinvii degli appuntamenti sono ormai una costante con cui gli emiliano romagnoli devono confrontarsi ogni giorno. Insomma una sanità regionale che parrebbe trovarsi sull’orlo del collasso dove fra poco potrebbe essere difficile garantire anche solo i minimi assistenziali. Una situazione tutta a vantaggio della libera professione e delle strutture della sanità privata che si fregano le mani sulla ottimizzazione dei profitti con la salute trasformata in merce, con tanto di benedizione di Bonaccini e la sua Giunta. Adesso basta! Come Sgb chiediamo il ritiro immediato di tutte le disposizioni che impongono alle aziende sanitarie e ospedaliere della regione il blocco dei rinnovo dei contratti a termine e quello delle assunzioni. Rivendichiamo l’attribuzione di maggiori risorse del PNRR per il personale della sanità, perché si possa avviare finalmente una ampia e necessaria campagna di assunzioni vere e stabili mediante lo scorrimento di tutte le graduatorie attive e l’indizione di concorsi, la stabilizzazione di tutto il personale precario sia con contratti a termine che con contratti atipici. Chiediamo con determinazione condizioni di lavoro umane e dignitose negli ospedali e nelle strutture sanitarie. Esigiamo aumenti salariali reali, consolidati e congrui, in linea con gli standard europei. Pretendiamo maggiori risorse per il potenziamento della sanità pubblica, efficiente, di qualità. Siamo pronti a dare battaglia in tutte le sedi opportune e con tutti i mezzi in difesa e a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità regionale”.