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Nell’ex caserma Masini, dove il tempo si è fermato [foto]

Ieri le/gli attiviste/i di H.O.Me., che stanno occupando le case di via Borgolocchi, hanno riaperto il piazzale dell’ex caserma per un’assemblea pubblica e portato la stampa in tour nel complesso per denunciarne lo stato di abbandono: erba alta e polvere, perchè dallo sgombero di Làbas nel 2017 “non è stato piantato neanche un chiodo”.

05 Maggio 2023 - 11:50

Erba alta, polvere ed escrementi di piccione: ecco lo stato dell’ex caserma Masini di via Orfeo a sei anni di distanza dallo sgombero di Làbas. “Da allora non è stato piantato neanche un chiodo”, dicono le/gli attiviste/i di H.O.Me. che nei giorni scorsi hanno occupato un pezzo del complesso (ovvero le case di via Borgolocchi) e che ieri, in occasione dell’assemblea pubblica “Per i diritti, contro il decreto Cutro e l’apartheid di Governo”, hanno riaperto anche il grande piazzale della Masini. “Crediamo che questo immenso piazzale debba tornare ad usi sociali”, dichiara H.O.Me., ma “comunque l’occupazione rimane abitativa nelle case di via Borgolocchi, di cui crediamo sia necessario un utilizzo temporaneo per dare soluzioni immediate alle persone”. Nel frattempo ieri le/gli attiviste/i hanno convocato una conferenza stampa per consentire un tour all’interno dell’ex caserma così da “denunciare lo stato di abbandono” del complesso. Perchè sei anni fa ci fu “uno sgombero forzato”, ricorda H.O.Me., “per poi lasciare tutto questo spazio, tutti questi metri quadrati e tutti questi stabili all’incuria”.

Girando nei locali e negli spazi all’aperto dell’ex caserma, infatti, sembra essere rimasto tutto fermo al giorno dello sgombero ma con molti segni di vecchiaia e degrado (quello vero) in più, mentre le scritte sulle pareti raccontano i progetti avviati ai tempi di Làbas: dallo spazio bimbi alla biblioteca, passando per il birrificio e la bio-pizzeria. “E’ impensabile che dopo lo sgombero questo posto rimanga chiuso e murato per anni- commentano le/gli attiviste/i- senza farci un lavoro che sia uno, nè un progetto”. Intanto, riferisce H.O.Me., per il momento “non c’è un piano negoziale con Cassa depositi e prestiti”, che è proprietaria del complesso, mentre “il Comune si è limitato a dire pubblicamente che occupare non è la soluzione, ma noi potremmo anche ribaltare questa cosa dicendo che occupare non è la soluzione ma può essere una solzione ponte per persone che hanno necssità di un’abitazione”. In ogni caso, “non è una soluzione neanche lasciare questi posti all’abbandono, soprattutto dopo aver sgomberato un’esperienza positiva che aveva un impatto sul quartiere e portava tanta gente a vivere questo spazio in modi alternativi al consumo e alla turistificazione”, concludono le/gli attiviste/i. Tra le persone che avevano preso l’abitudine di frequentare Làbas nell’ex Masini c’è una signora, residente nella zona di via Orfeo, che ieri partecipando all’assemblea ha avuto l’occasione di rientrare nell’ex caserma: una cosa “bellissima, irresistibile. E’ la cosa più bella successa qui da anni e spero restiate dentro”, ha detto la donna alle/gli occupanti.