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Casa, nasce nuova occupazione: “H.o.me.” in via Borgolocchi

Sportello per il diritto all’abitare e LUna: “Apriamo le porte a chi, oltre che ad essere senza un tetto sopra la testa, rischia di finire nuovamente senza documenti, andando ad alimentare quel circuito di eterna precarietà che tanto fa comodo a chi nutre la propria propaganda politico-elettorale sulla pelle di chi è più debole”.

28 Aprile 2023 - 09:18

Nuova occupazione abitativa in città, annunciano lo Sportello per il diritto all’abitare e LUna: “Ormai chiunque si rende conto del grande problema abitativo che c’è a Bologna. Un problema che morde una città intera ed una fascia sociale sempre più ampia; un problema che spezza le gambe a generazioni di giovani e precarie e a chi contribuisce all’economia della città lavorando nella logistica, nella ristorazione, in aeroporto; un problema per il quale a tutti i livelli si discute, ma sul quale si fatica a trovare soluzioni immediate ed accessibili. Oggi abbiamo aperto le porte delle case di via Borgolocchi, che da ormai sei anni sono murate e lasciate all’abbandono, per dare vita ad H.O.ME., Hub di Organizzazione Meticcia. Per affermare il diritto alla casa di una composizione sociale sotto attacco e che vive una grande contraddizione: persone migranti, che lavorano a tempo determinato o indeterminato in diversi settori, con una base di reddito mensile a volte non bastevole a sostenere il costo esagerato di un affitto a Bologna, la seconda città più cara d’Italia, dettato da un meccanismo domanda-offerta in un mercato drogato dalla speculazione sulle locazioni brevi turistiche, dalla speculazione delle multinazionali dello student housing e da palazzinari inadempienti che affittano stanze fatiscenti, spesso e volentieri a soli italiani, chiedendo notevoli garanzie economiche. Oltre al dato speculativo, complici le politiche e lo sdoganamento del linguaggio razzista degli ultimi governi, è palese un aumento della diffidenza verso le persone migranti che sta portando ad una crescente esclusione dalla possibilità di accesso alla casa e ad una piena cittadinanza”.

Prosegue il comunicato: “Oggi, proprio mentre alcun* nostr* compagn* viaggiano verso Roma per partecipare al corteo ‘Non sulla nostra pelle’ contro questo ultimo decreto infame, che varerà misure che colpiranno la quotidianità di tantissime persone e che aggraveranno le loro condizioni di vita ed il loro accesso a diritti basilari, decidiamo di aprire le porte a chi, oltre che ad essere senza un tetto sopra la testa, rischia di finire nuovamente senza documenti, andando ad alimentare quel circuito di eterna precarietà che tanto fa comodo a chi nutre la propria propaganda politico-elettorale sulla pelle di chi è più debole. Avere una casa, stare in salute, avere accesso alle cure sono diritti e quello del governo con il decreto Cutro è un grave attacco alla composizione migrante. Ad ottobre con Casa Vacante abbiamo affermato il diritto di restare nella città che vogliamo abitare, vivere e nella quale vogliamo studiare, oggi affermiamo il diritto di vivere in una casa dignitosa con chi contribuisce allo sviluppo di quella che non vogliamo sia solo la città delle piattaforme, magari scaricando i bagagli ai turisti Ryanair, o dormendo fuori dal portone di un AirBnb da 300 euro a notte. Persone spesso invisibilizzate, relegate ai margini della società come vorrebbe questo governo, per far spazio ad una città-vetrina a misura di turisti ricchi e studenti facoltosi, e che, insieme a noi, hanno deciso di alzare la testa e riprendersi ciò che spetta loro. E lo facciamo insieme, in maniera meticcia, ognuno con la propria biografia ma intrecciando esperienze e percorsi di emancipazione: se ne faccia una ragione chi vorrebbe città accessibili solo a persone con lo stesso colore della pelle, magari con un ampio portafoglio nelle tasche”.

Scrivono ancora le due sigle: “Le misure intraprese sino ad oggi dalla amministrazione locale sul tema dell’abitare sono certo importanti ma volgono, forse, al medio-lungo termine, mentre oggi proponiamo di dare voce ad istanze che pongono nel qui ed ora necessità reali, tangibili e quotidiane di chi una casa non ce l’ha, pur avendo un lavoro. È importante dunque pensare a nuove forme che possano dare soluzioni abitative immediate, quali il ri-utilizzo temporaneo di stabili abbandonati, forme di autorecupero degli immobili, cooperative di abitanti che possano ridare vita a vuoti urbani e che abbiano impatti positivi sulla vivibilità della città. Chiediamo, come anche proposto da chi ha dato vita all’alleanza municipalista sulla casa, di poter usufruire di spazi demaniali e parastatali per far fronte a quella che ormai non è più una emergenza ma una vera e propria bomba sociale, che stringe Bologna e chi la vuole abitare in una morsa che sembra non aver fine”. E infine: “Per noi reddito è casa e la casa è reddito, e lo vogliamo garantito, universale ed incondizionato! Ci vediamo il 1° maggio in Piazza San Francesco alle 16 per la May Day Parade!”.