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“Comune impone lavoro in presenza, ma poi è costretto a chiudere uffici”

Mentre le istituzioni dicono ai cittadini di restare a casa, per le/gli lavoratrici/ori comunali aumentano i giorni di lavoro in sede: venerdì sciopero di Sgb-Cobas, che intanto per lo stesso giorno chiamano alla mobilitazione anche il personale di nidi e materne e le/gli operatrici/ori sociali (insieme all’Adl Cobas). Domani invece protestano le/gli educatrici/ori con Usb.

11 Novembre 2020 - 15:17

Il personale del Comune di Bologna incrocia le braccia per protestare contro il rientro al lavoro in sede per almeno tre giorni alla settimana, stabilito proprio mentre aumenta la diffusione del coronavirus e tutto intorno a Palazzo D’Accursio, a ogni livello, diventano più stringenti le restrizioni agli spostamenti e ai contatti sociali accompagnati dagli inviti pressanti a rimanere in casa: i tre giorni o più in presenza sono previsti da una contestatissima circolare del direttore generale pubblicamente difesa dal sindaco Virginio Merola. Sgb e Cobas hanno deciso di proclamare uno sciopero di tutti i dipendenti per venerdì, con presidio alle 9 in piazza Maggiore, “per il pieno rispetto delle norme e dei protocolli Covid-19 su tutti i luoghi di lavoro e contro l’obbligo generalizzato di presenza”. Richieste avanzate “vista la grave situazione sui luoghi di lavoro legata alla diffusione sempre maggiore della pandemia Covid-19 che si sta propagando in tutti i Settori del Comune e viste le mancate risposte da parte dell’amministrazione che, oltre a non prende seri provvedimenti per il suo contenimento, ignora le richieste d’intervento nelle varie sedi dove si registrano con sempre maggiore frequenza casi di positività; visto il mantenimento in essere dell’improvvida circolare del direttore generale 72/2020 relativa all’obbligo generalizzato di giorni in presenza, di cui abbiamo chiesto il ritiro senza alcuna risposta chiediamo il pieno rispetto dei Dpcm, Dl e Dm e delle linee guida e protocolli Covid-19 per il trattamento dei dipendenti entrati in contatto con soggetto positivo e un ricorso capillare del lavoro agile; diciamo no all’obbligo generalizzato di presenza in ufficio”. La richiesta di ritirare la circolare è oggetto anche di una petizione online lanciata da Sgb e Cobas e rivolta all’amministrazione.

Proprio stamattina “abbiamo saputo che il sesto piano della torre B di Liber Paradisus, che ospita una ventina di uffici, è stato chiuso per una sanificazione straordinaria e la stessa cosa è già successa sempre in Liber Paradisus due giorni fa”, riferiscono i delegati di Cobas e Sgb presentando in conferenza stampa le ragioni dello sciopero. Nei giorni scorsi “dei lavoratori sono stati mandati a casa per una sanificazione staordinaria e alcuni uffici sono rimasti chiusi”, in particolare al settimo piano della torre A e a un altro piano della C. Degli uffici “sono tuttora chiusi e i colleghi sono a casa in isolamento fiduciario ma di questa cosa gli Rls non hanno avuto comunicazione”. Inoltre “non riusciamo ad avere un report aggiornato dei lavoratori positivi”, continuano i delegati, contestando le modalità di tracciamento adottate per i dipendenti comunali: ad esempio, “i colleghi di uno stesso ufficio non vengono considerati contatti diretti”. Nel frattempo la circolare sui tre giorni in presenza crea situazioni paradossali: “I dipendenti di musei e biblioteche tutte le mattine prendono i bus per andare a lavorare in musei e biblioteche che sono chiuse”, mentre altri dipendenti “si collegano da un ufficio per fare una videoconferenza con colleghi che magari sono nell’ufficio a fianco”.

Sempre Sgb e Cobas, sempre per venerdì, promuovono anche lo sciopero di tutto il personale comunale di nidi e scuole per l’infanzia, segnalando anche in merito a ciò il presidio in piazza Maggiore dalle 9: “I servizi educativi per l’infanzia stanno vivendo un periodo drammatico con numerosi contagi tra il personale, i bambini ed i loro familiari. Uno scenario ampiamente prevedibile già dal mese di marzo durante il primo lockdown, durante il quale abbiamo incessantemente richiesto all’amministrazione comunale ed ai dirigenti scolastici di convocare un tavolo per la riapertura in sicurezza di nidi e scuole dell’infanzia. Purtroppo inascoltati abbiamo assistito ad un’apertura improvvisata ed immotivata dei nidi durante il periodo estivo ed un’apertura generale a settembre come se il Covid-19 non esistesse più. Tradizionali classi pollaio, tempi pieni e prolungati, personale professionalizzato carente come negli ultimi dieci anni ed a completare questa gestione disastrosa l’orario scolastico ridotto ad uno spezzatino dove si alternano personale delle cooperative sociali, di pulizia e personale comunale, supplenti e personale di ruolo a cui si chiede addirittura di spostarsi in altre scuole per sopperire alla carenze della gestione”. In questo modo “salta lo schema dei protocolli a bolle. Le sezioni dovevano restare separate e non comunicare ma in realtà non è così”, affermano i delegati in conferenza stampa, affermando che finora “sono cinque i nidi e dieci le scuole dell’infanzia in cui sono avvenuti contagi” e “purtroppo il trend è in crescita”.

Ancora venerdì, poi, ci sarà anche lo sciopero nazionale degli operatori sociali proclamato da Sgb, Adl Cobas, Sial Cobas e Cobas lavoro privato: sono interessati lavoratori che operano in centri diurni, Cra, servizi scolastici, nidi e scuole materne e servizi domiciliari. Durante l’emergenza “i servizi sociali sono stati tagliati invece che incrementati”, denunciano i sindacati di base. La parola d’ordine principale dello sciopero è l’internalizzazione dei servizi, dicendo “basta agli appalti”. L’Sgb segnala che a Bologna il programma della giornata prevede: presidio alle 10 sotto la Prefettura, a cui è stato chiesto un incontro; alle 11,30 partecipazione al sit-in dei dipendenti comunali davanti a a Palazzo D’Accursio; alle 12 ancora un presidio alla sede dell’Ausl in via Castiglione.

L’Usb, invece, lancia per domani una “prima giornata di sciopero delle educatrici e degli educatori scolastici dei servizi integrativi in appalto”, con presidio alle 9 a Palazzo D’Accursio, durante il quale “trasmetteremo la diretta streaming dell’udienza conoscitiva sulle condizioni di lavoro di educatrici ed educatori dell’appalto per l’integrazione scolastica del comune di Bologna. Reinternalizzare i servizi scolastici, basta appalti!”.