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Una piazza tira l’altra: “Fermiamo la violenza maschile sulle donne!”

In occasione della Giornata internazionale del 25 novembre sono diverse le iniziative e le manifestazioni promosse in città: per una società finalmente libera dalla cultura patriarcale e dalla guerra, per esprimere solidarietà alle lotte portate avanti dalle donne in tutto il mondo e per dare voce a chi subisce violenze e molestie.

25 Novembre 2022 - 20:35

Diverse iniziative, oggi in città, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne. Le Mujeres Libres, per cominciare, segnalano l’affissione di uno striscione a porta Mascarella e una serie di stencil sui muri cittadini: “Ci siamo svegliate gridando ‘Rabbia proteggici, ci vogliamo viv3!’. Stanotte abbiamo lasciato sui muri di questa città le parole di chi lotta quotidianamente contro machi e stato, contrò precarietà e impedimenti all’autodeterminazione”, scrive il collettivo: “In tutte le nostre instancabili battaglie portiamo il dolore di ogni femminicidio. Ma affinché ogni femminicidio non rimanga un fatto di cronaca dobbiamo ricordare sempre che la violenza è sistemica e che solo una pratica rivoluzionaria transfemmminista potrà sgretolare un sistema che ci vuole povere, subalterne, vittime e morte”.

In piazza Ravegnana si è svolto un presidio promosso dalle Donne in neroper sostenere, con la nostra presenza e le nostre parole, tutte le donne che vivono e lottano in contesti di violenza e di guerra, per una società finalmente libera dalla cultura patriarcale e dalla guerra!”.

In piazza Ravegnana ha dato appuntamento anche la Rete Jin, per manifestare “al fianco della rivoluzione delle donne del Rojava, contro i bombardamenti della Turchia sul Kurdistan, verso il confederalismo mondiale delle donne”. Tutte le violenze sulle donne “ci riguardano. Così come le lotte delle donne, dal Kurdistan all’America latina, all’Iran, Afganistan, Palestina, Europa sono le nostre lotte, in una trama di ribellione che ci accomuna”, aggiungono le attiviste.

Al portico dei Servi si è invece tenuto il presidio convocato da La MALA educación dopo la condanna di un docente dell’Alma Mater sulla base delle segnalazioni raccolte dalla consultoria autogestita MALAconsilia. “Fuori molestie e violenze dalle nostre universitá, dalle nostre cittá e dalle nostre vite”, è il messaggio lanciato dal sit-in, promosso “per dare voce a tutte le donne e le soggettività che hanno subito violenza. Siamo stanch3 di un sistema patriarcale che legittima e normalizza tutte le oppressioni che viviamo sulla nostra pelle. Anche la recente composizione del nuovo governo segna l’ennesimo attacco alle nostre vite, con ruoli istituzionali ricoperti da dichiarati fascisti, misogini, omolesbobitransfobici e antiabortisti, e con un ministero della famiglia e della natalità che non ritiene una priorità la lotta alle violenza di genere, nonostante i 96 femminicidi che si contano solo nel 2022, ma vuole relegare ancora di più la donna ad un ruolo familistico e subalterno al potere maschile e reprimere ogni tipo di soggettività differente dalla norma eterocispatriarcale”.

E dal presidio al portico dei Servi, infine, è partita una passeggiata transfemminista “contro la violenza maschile sulle donne e di genere” lanciata da Non Una Di Meno, che si è diretta verso il centro per incrociare il presidio delle Donne in nero sotto le Due torri e raggiungere poi piazza Nettuno: qui ancora un presidio “per stare insieme, per condividere le nostre parole e gridare con tutto il nostro amore e tutta la nostra rabbia! La marea sta risalendo, lotteremo contro la loro violenza! Insieme siam partit3 insieme torneremo!”.