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“Reddito contro la crisi”, proteste davanti all’Ausl e Gucci

Azione comunicativa del Cua all’ingresso del poliambulatorio di via Montebello: “Erogazione gratuita, immediata e a tappeto, di tamponi e mascherine Ffp2”. Attiviste/i di Noi Restiamo e Federazione del sociale Usb, invece, si sono presentate davanti alle vetrine della casa di moda e di Benetton: “I soldi dei ricchi vanno redistribuiti a chi ne ha bisogno”.

04 Novembre 2020 - 18:54

“Oggi siamo andat* sotto la sede dell’Azienda Usl di via Montebello 6 per reclamare la pretesa ad una sanità realmente accessibile a tutt* e che debba raggiungere tutti* a partire dall’erogazione gratuita, immediata e a tappeto, di tamponi e mascherine FFP2”, segnala il Cua: “In tantissimi* oggi vivono una condizione di precarietà estenuante: in vista di un nuovo lockdown si ritroveranno a dover scegliere se partire il Covid o patire la fame. Una condizione non casuale, come non lo sono le enormi rinunce che sin dai primi provvedimenti sanitari ci siamo ritrovat* a dover fare. Eppure oggi quelle rinunce risultano vanificate: le politiche governative hanno continuato a favorire lo sviluppo economico delle grandi industrie e dei grandi proprietari, causando il nuovo drammatico aumento dei contagi. Uno scenario che abbiamo visto anche all’interno dell’università, dove gli investimenti per renderne salubre l’attraversamento sono stati solo di facciata. Se oggi ci ritroviamo a vivere questa condizione sappiamo che ci sono dei responsabili e se dovremo tornare a stare casa per senso di responsabilità verso la salute collettiva, vogliamo poter avere una quarantena dignitosa, per la nostra salute non solo fisica ma anche psichica. Quest’ultima dipende strettamente dallo spazio in cui viviamo, che nella maggior parte dei casi è insufficiente e inadeguato e lo vediamo dalle condizioni in cui riversano gli studentati e le topaie dove in molt* siamo costrett* a vivere, e dal reddito con cui siamo costretti a campare. Vivere in contesti del genere senza tutele e senza un sistema che permetta tamponi per tutti* non è sostenibile. Vogliamo che questo sistema venga sradicato e che nessun* venga lasciat* indietro e lo facciamo partendo dalla pretesa di servizi sanitari adeguati per tutt*! La nostra idea di salute e sanità è quella che non lascia indietro nessun*. Se per qualcuno gli anziani, le persone con disabilità o in generale tutti coloro che sono ritenuti “improduttivi” dal sistema capitalistico non valgono abbastanza da meritare tutela, allora qui c’è qualcosa che non va! Occorre una rivoluzione generale del concetto di salute e di cosa significa tutelarla! Un nuovo lockdown non sarà affrontato da tutti* allo stesso modo. Le disuguaglianze di spazio e reddito peseranno come macigni sulla possibilità di stare bene in questo momento drammatico. Anche per questi motivi sabato 7 novembre saremo in piazza per la salute!”.

Un’altra azione comunicativa, sempre oggi, è stata effettuata all’interno della campagna “Bologna siamo noi” da parte di Noi Restiamo, Federazione del sociale Usb: “Ci siamo presentati davanti ai negozi di Gucci e Benetton perché questo nuovo periodo di chiusure che si sta profilando sta per essere scaricato sulle spalle di tutti le persone (in special modo giovani) che vivono di lavori precari, in assenza di tutele, o che studiano. In questa ennesima crisi sanitaria e economica, per cui non sono stati fatti gli investimenti strutturali che servivano, ci hanno detto che non ci sono abbastanza soldi, che dobbiamo fare dei sacrifici, che siamo tutti sulla stessa barca. A noi sembra chiaro che sulla barca di chi non arriva a fine mese, di chi si è visto crescere a dismisura i prezzi degli affitti ci siamo solo noi, mentre dall’altra parte ci sono ricchi padroni che si ingrossano le tasche in periodi difficili come questo. Per questo i soldi bisogna prenderli da loro, da chi si vede i valori salire in borsa dopo una tragedia dove sono morte 43 persone per risparmiare sui costi di manutenzione, di chi evade miliardi di tasse e poi, se va bene, restituisce solo una mancetta allo stato. I soldi i ricchi ce li hanno e lì devono essere presi e redistribuiti a chi ne ha bisogno, attraverso la patrimoniale, una tassa reale che vada a colpire i patrimoni di questo paese. La rabbia sociale si è fatta sentire nelle piazze di tutta Italia: chi lavora nella ristorazione, chi fa le consegne, chi lavora nello spettacolo e nella cultura, chi era disoccupato prima e non ha speranza di trovare lavoro, chi svolge lavori precari come molti giovani di questo paese, che accettano salari da fame per sfuggire ad un futuro che gli è stato completamente rubato. La gente è stanca delle briciole di un governo che non riesce a far altro che proporre misure temporanee che non hanno cambiato niente. I soldi ci sono e vanno presi. Per questo domani, giovedì 5 novembre alle 18,30 (con le distanze di sicurezza e le giuste misure sanitarie), scenderà in piazza la campagna ‘Bologna siamo noi’, tutto quel mondo giovanile, quella generazione tradita nelle sua aspirazioni per un futuro dignitoso che con il suo lavoro sorregge questa città. Questa città, come questo paese, è fatta di persone come noi, che devono essere tutelate con un reddito e con investimenti nella sanità pubblica. Questa volta devono essere i ricchi a tirare fuori i soldi di tasca loro”.