Sgb protesta in Comune: “Giunta vieta l’assemblea ai lavoratori che sciopereranno contro la guerra” | Asia-Usb: a San Pietro in Casale “rinviato sfratto di una famiglia con tre minori e la madre in stato di gravidanza” | Corte costituzionale dichiara inammissibile ricorso contro proroga regionale degli affidamenti del servizio idrico, comitati: “Continueremo a batterci”.
“La giunta Lepore vieta l’assemblea ai lavoratori che venerdì sciopereranno contro la guerra“, accusa l’Sgb, che oggi ha messo in atto una protesta nella sala del Consiglio comunale interrompendone i lavori. “Ancora una volta si nega ad Sgb, il secondo sindacato nel comune di Bologna, cresciuto anche nelle ultime elezioni rsu, il diritto a convocare assemblee in orario di lavoro per i lavoratori comunali. Il fatto che Lepore continui a vietare le assemblee risulta ora oltremodo odioso perché questo strumento serve per organizzare l’opposizione alle scelte cobelligeranti del governo a cui la stragrande maggioranza degli italiani è contraria”, aggiunge Sgb, che dopo l’interruzione del Consiglio ha ottenuto un incontro con il direttore generale e la vicesindaca, che però ha portato solo a dei “vedremo cosa fare” da parte dei rappresentanti dell’amministrazione. Nel frattempo, “gli altri delegati hanno dato vita ad una assemblea on line con i dipendenti comunali: no guerra, sì democrazia”.
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Altro sfratto rinviato (a metà luglio) sul territorio bolognese. Racconta Asia-Usb: “Stamattina eravamo a San Pietro in Casale a fianco di una famiglia con tre minori e la madre in stato di gravidanza, che oggi rischiavano di dover lasciare la casa. Nonostante la presenza della forza pubblica, la famiglia non si è fatta intimidire e ha resistito nonostante i tentativi di convincimento e di minaccia da parte di medico, servizi sociali e forze dell’ordine di accettare la fuoriuscita volontaria senza proposte adeguate. Uno sfratto per morosità, con il lavoro nella logistica perso durante la pandemia e la difficoltà a trovarne uno nuovo, al quale i servizi sociali e l’amministrazione comunale (che da mesi è a conoscenza della situazione) non riescono a garantire una soluzione dignitosa. La famiglia infatti avrebbe diritto all’alloggio popolare, ma di fatto ora il Comune non ne ha disponibilità, e dovrebbero aspettare l’assegnazione (senza data precisa, ma non prima di 8/9 mesi secondo l’amministrazione ) in un hotel per un tempo non definito, senza quindi garanzie”.
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La Corte costituzionale, nei giorni scorsi, “ha dichiarato inammissibile (senza pronunciarsi nel merito) il ricorso del Governo nei confronti della legge della Regione Emilia-Romagna che ha disposto la proroga degli affidamenti del servizio idrico fino alla fine del 2027″, segnalano il Coordinamento regionale Comitati acqua pubblica e la Rete emergenza climatica e ambientale (Reca), aggiungendo che “non ci rassegniamo a tale situazione. Con la proposta di legge regionale di iniziativa popolare in tema di acqua e rifiuti, sulla quale stiamo raccogliendo le firme necessarie per la sua presentazione, la Rete per l’Emergenza climatica e ambientale, di cui il Coordinamento regionale Comitati acqua pubblica fa parte, assieme a Legambiente regionale, chiede l’abrogazione della proroga degli affidamenti del servizio idrico fino alla fine del 2027. Così come chiediamo che vada avanti lo studio di fattibilità previsto per esaminare la possibilità della ripubblicizzazione del servizio idrico a Bologna, dove la concessione a Hera è scaduta alla fine del 2021. Il ‘vulnus’ democratico compiuto dalla Regione Emilia-Romagna, supportato dalla finta opposizione del governo Draghi, va cancellato. Per questo continueremo a batterci”.