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Governo boccia Regione, comitati acqua: “Ritirare proroga”

Il ministro della Transizione ecologica ha chiesto al Cdm di decidere sulla possibilità di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale che ha prolungato al 2027 la concessione del servizio idrico. Il Coordinamento comitati acqua pubblica: “Avanti con la mobilitazione, serve discussione seria e approfondita”.

30 Novembre 2021 - 12:11

Sonora bocciatura per la Regione Emilia-Romagna sulla proroga al 2027 concessa ai gestori del servizio idrico: è quella sancita dal Governo, per tramite del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. “La Regione ora ritiri il provvedimento”, torna a chiedere il Coordinamento regionale comitati acqua pubblica, ricostruendo le ultime novità. Interpellato sulla possibile illegittimità costituzionale della legge approvata dalla Regione, il ministro “ha confermato quanto da noi sostenuto in proposito- scrive il Coordinamento- e cioè che la legge regionale è in contrasto con la legislazione nazionale in materia, in specifico con il Codice ambientale che dispone che gli affidamenti e le eventuali proroghe vengono decise dagli Ambiti di governo territoriale e non per legge regionale, e ha comunicato di aver già inviato tale orientamento al Consiglio dei Ministri perché discuta e decida sulla possibilità di impugnare la legge regionale davanti alla Corte costituzionale. Tale pronunciamento ci sembra particolarmente importante non solo perché supporta le ragioni da noi avanzate, ma anche perché avviene in un contesto politico, quello delineato con il recente disegno di legge del governo sulla concorrenza, che intende spingere per ulteriori privatizzazioni del servizio idrico e affermare in tutto il paese il modello di gestione delle grandi multiutilities quotate in Borsa, arrivando così a contraddire definitivamente l’esito dei referendum sull’acqua del 2011”.

Aggiungono i comitati: “Ci attendiamo, ora, che il Consiglio dei ministri proceda coerentemente con le considerazioni espresse dal ministro Cingolani e impugni la legge regionale davanti alla Corte costituzionale. Nello stesso tempo, riteniamo necessario e opportuno che l’Assemblea regionale riveda le proprie decisioni, abrogando le disposizioni approvate in materia di proroga degli affidamenti del servizio idrico e riaprendo da capo la discussione con i soggetti interessati alla materia, a partire dai Comitati dell’acqua pubblica. Anche perché le giustificazioni fornite per arrivare a quelle decisioni continuano a non stare in piedi, da ultimo quelle avanzate dall’assessore Priolo, che fa finta di non aver visto le argomentazioni del ministro Cingolani, che parla propriamente di violazione della legge nazionale sugli affidamenti prima ancora che di tutela della concorrenza. Infatti, non si può continuare a sostenere la necessità di dover dare continuità ai gestori per effettuare gli investimenti derivanti dal Pnrr, visto che anche eventuali nuovi soggetti gestori li porterebbero avanti, tantomeno quella di dover andare subito a nuove gare, dato che non esiste alcun obbligo in materia e gli affidamenti in essere proseguono fino a quando non vengono individuati nuovi gestori. A riprova di ciò, basta far riferimento alla vicenda recente che ha interessato la gara del servizio rifiuti a Bologna, che è approdata a conclusione proprio in questi giorni, quando l’affidamento precedente era scaduto sin dalla fine del 2011. Per parte nostra, continueremo, in varie forme, le iniziative di mobilitazione e contrasto alle scelte contenute nella legge regionale, con l’obiettivo che esse vengano ritirate e si possa compiere una discussione seria e approfondita sul futuro del servizio idrico in Regione”.