Si Cobas: scioperi alla Tnt-Fedex e Caab | Covid, altri contagi nella logistica | Ex Xm24, “costo sale? Colpa Covid” | Usb: questionario alla Gd, “poco spazio per problemi rilevanti” | Aria Pesa: “Fasce boscate? Specchietti per allodole” | Priorità alla scuola: “Continua rinvio responsabilità” | Comune votò per ricordare Aldro, poi nessun atto concreto.
24 Luglio 2020 - 20:39
Negli ultimi giorni sono diversi gli scioperi nella logistica segnalati dai Si Cobas. Braccia incrociate alla Tnt-Fedex, anche a Bologna come nel resto d’Italia, per rivendicare “il reintegro di tutti i compagni licenziati politici di Peschiera Borromeo (Mi) e il rispetto degli accordi sindacali che l’azienda non vuole rispettare, per togliere a tutti i lavoratori le conquiste di anni di dure vittoriose battaglie applicando il suo metodo ‘all’americana’ contro la libertà di organizzazione e iniziativa sindacale. Basta sfruttamento, basta licenziamenti: da Bologna a Milano, da Piacenza a Modena, da Ancona a Napoli questa nuova giornata di sciopero sferra un altro colpo al colosso Fedex-Tnt, ma la lotta va avanti fino alla vittoria!”. Sciopero anche al Caab, “in attesa del risultato dell’incontro in Prefettura concordato dalla nostra organizzazione sindacale in rappresentanza dei lavoratori e solidali Caab con l’amministrazione del mercato con la comittenza Cenerini e Eurofruit e il presidente del Fedagromercato durante questa settimana”.
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Altri 63 contagi da coronavirus in Emilia-Romagna, di cui 45 persone asintomatiche. Si registrano anche due decessi: due uomini, uno della provincia di Bologna e uno di Rimini. Quasi il 75% dei nuovi contagi (47 su 63) si concentra oggi nelle province di Modena (14), Bologna (13), Reggio Emilia (11) e Rimini (nove) e, spiega la Regione, si tratta per la maggior parte di contagi riconducibili a focolai già noti o all’attività regionale di prevenzione attraverso i controlli avviati sul territorio, nella logistica e nelle carni, sui rientri dall’estero. A Bologna i contagi sono legati alla logistica: quattro nuovi, ma erano già in isolamento, e due positivi identificati dallo screening per i lavoratori della logistica.
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La spesa stimata per il progetto di cohousing in via Fioravanti, nell’edificio da cui è stato sgomberato l’Xm24, è parecchio lievitata? E’ anche colpa del coronavirus. Parola dell’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Virginia Gieri. “La voce di costo che in maniera cautelativa è stata messa a bilancio- dice Gieri- fa riferimento ad una stima del progetto definitivo, comprensiva anche, l’ho detto in varie sedi, dell’extra costo dovuto all’emergenza Covid-19”. Questo perchè, per i cantieri in corso, sono necessarie “particolari accortezze che fanno aumentare naturalmente i costi”. Ma, più in generale, i costi dell’intervento su quella che era la sede del centro sociale Xm24 sono “significativi perchè è un intervento molto particolare, diverso da uno tradizionale di edilizia pubblica, anche perchè riguarda ampiezze, complessità, riqualificazione dell’area esterna e della dotazione di servizi comuni che ricadono pro quota anche negli alloggi realizzati”. Nel conto, poi, Gieri ha messo anche la rimozione materiali presenti nella struttura, la recinzione e il sistema di sorveglianza.
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“Alla Gd di Bologna si distribuisce un questionario sul lavoro da remoto. Come delegat@ Usb riteniamo che il vero obiettivo di un questionario sia quello di risolvere i problemi segnalati dai lavorator@, che invece hanno trovato ben poco spazio ma che erano e restano di importanza rilevante”, scrive sui social l’Usb, segnalando che “non hanno trovato spazio tra le domande le differenze economiche subite e le situazioni di stress che si sono accumulate nel dover svolgere la propria attività tra le mura domestiche in ambienti non consoni alla mansione”. Per il sindacato “la sensazione è che il questionario serva per sondare il terreno in previsione di una svolta lavorativa legata allo smart working inserita nell’ultimo integrativo aziendale tanto caro ai sindacati confederali a prescindere dalle luci e ombre di tale modalità di lavoro”.
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“Dove sono finiti gli ettari di fascia boscata lungo la A14 tra Bologna e Ravenna? La Regione Emilia-Romagna ingrana la retromarcia sulla conversione ecologica?”, chiede Aria Pesa commentando recenti notizie di stampa sul progetto citato. E aggiunge: “La fascia boscata è una cosa molto seria perchè è uno degli strumenti utili nel contrasto all’inquinamento atmosferico. Purtroppo però è invece una di quelle chimere che viene regolarmente rispolverata ogni volta che c’è una fregatura ambientale da far digerire; più grande è la fregatura e più grande è l’estensione della fascia boscata. Anche per il Passante sono stati promessi 130 ettari di verde (in realtà aree già verdi da rinfoltire) e una grande fascia boscata come compensazione per la terza corsia dinamica. La vicenda del potenziamento della A14 conferma invece quello che già si sapeva: le compensazioni sono solo specchietti per le allodole”.
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“Le uniche risposte che abbiamo ottenuto confermano la linea del rinvio di responsabilità già applicata dal Governo: le decisioni rimandano sempre ad altri tavoli, alcuni attivi, altri da attivare, non è dato sapere quando”. Così Priorità alla scuola Bologna dopo un incontro avuto con la Giunta regionale per chiedere spiegazioni in merito all’accettazione delle Linee Guida ministeriali riguardanti il ritorno a scuola a settembre.In particolare nel corso del faccia a faccia “abbiamo posto due richieste puntuali: innanzitutto che Priorità alla Scuola sedesse al tavolo regionale per la riapertura della scuola, quantomeno per avere una giusta trasparenza sulle decisioni che vengono prese; in secondo luogo, abbiamo chiesto che le elezioni di settembre non si svolgessero negli edifici scolastici, visto che il tempo necessario per la sanificazione degli ambienti richiederebbe una lunga sospensione dell’attività scolastica. A nessuna di queste richieste abbiamo ricevuto risposta. Gli unici impegni assunti si sono limitati al fatto di riportare al presidente Bonaccini i temi presentati e a condividere i verbali degli incontri regionali svoltisi nelle ultime settimane. L’incontro è quindi terminato col più classico ‘vi faremo sapere’, che a metà Luglio ha avuto tutto il gusto di un ‘arrivederci e grazie'”.
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Pochi giorni fa, il 17 luglio, Federico Aldrovandi avrebbe compiuto 33 anni se non fosse stato ucciso durante un controllo di Polizia a Ferrara, nel 2005. Proprio negli stessi giorni, sono trascorsi due anni dal voto espresso dal Consiglio comunale di Bologna per intitolare un luogo pubblico della città alla memoria di Aldro. Nello stesso periodo, nel 2018, anche il Consiglio del quartiere Porto-Saragozza votò e stabilì di intitolare ad Aldro il centro sportivo del Meloncello. Mosse istituzionali buone per qualche titolo di giornale, visto che in due anni non sono seguiti provvedimenti concreti.