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::: Notizie brevi :::

Due agosto, nel processo Cavallini parenti vittime chiedono risarcimenti tra 100.000 e 1,4 milioni di euro | “Dopo mesi di blitz”, una delle aziende contestate da Il padrone di merda “ha risarcito una lavoratrice” | Sequestro ex Sani eccita la destra: chiamato in causa anche il Governo | Pm10 rientrate nella norma, stop misure straordinarie.

12 Dicembre 2019 - 19:19

Gilberto Cavallini, “condannato per la banda armata Nar assieme ai tre stragisti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, attuò con costoro un piano criminoso articolato, micidiale e devastante”, e “aderì e condivise un piano finalizzato a sovvertire le istituzioni dello Stato, anche attraverso l’esecuzione della strage” del 2 agosto 1980. Sono le parole pronunciate dai legali di parte civile nell’arringa del processo per concorso nella strage a carico di Cavallini, per il quale la Procura ha chiesto l’ergastolo. Sono anche state rese note le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civile: somme che oscillano tra i 100.000 e i 650.000 euro, con il picco degli 1,4 milioni chiesti per i familiari di Maria Fresu. I legali chiedono di accordare 100.000 euro ad ognuna delle persone rimaste ferite e a chi ha perso un fratello o un nipote, cifra che sale a 650.000 euro per le persone che hanno perso un coniuge, un genitore o un figlio. Per quanto riguarda il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, il risarcimento proposto è di due milioni a testa, con una provvisionale di 400.000 euro. Ammontano, infine, a 12.609.000 euro i danni che, secondo gli avvocati, sono stati subiti dalle Ferrovie dello Stato.

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“Con le maschere bianche la vendetta paga”, visto che “dopo mesi di blitz” una delle aziende finite nel mirino de Il padrone di merda “si è presentata all’Ispettorato del lavoro e ha risarcito una lavoratrice truffata”. Lo riferiscono le/gli attiviste/i della campagna contro il lavoro sfruttato, aggiungendo: “Organizzarsi, aiutarsi e lottare funziona molto di più che aspettare l’intervento delle istituzioni, le maschere bianche di Bologna ne sono la prova, solo insieme possiamo cambiare le cose!”.

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Il decreto di sequestro preventivo dell’ex caserma Sani eccita gli animi nella destra bolognese. L’immobile “va immediatamente sgombrato”, dice Fi, che ha perfino presentato un’interrogazione al Governo e non mostra vergogna nell’affermare che i lavori di riqualificazione dell’ex caserma (progetto fermo da un’eternità) sarebbero “ritardati” a causa dell’occupazione. “Si provveda a liberare fisicamente lo stabile”, aggiungono dalla Lega. Il pronunciamento del Tribunale “è da considerarsi un primo passo verso lo sgombero dell’area occupata”, dice la sua anche Insieme Bologna.

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La concentrazione di polveri nell’aria è tornata sotto le soglie di legge, rientrano quindi da domani le misure straordinarie attivate da martedì in tutta la Reigone. Aprae non prevede, a breve, altri sforamenti dei limiti di pm10.