Acabnews Bologna

In piazza nella città degli sgomberi: ”Riprendiamoci ciò che è nostro” [comunicati in aggiornamento]

I comunicati diffusi da diverse realtà cittadine e singoli in vista della giornata di sabato 9 settembre’017, in cui si svolgerà la manifestazione promossa da Làbas dopo lo sgombero dell’ex caserma Masini.

07 Settembre 2017 - 17:15

RiapriamoLàbas – Grande manifestazione

Sabato 9/9 alle 15 in piazza XX Settembre

Hanno sgomberato Làbas dopo quasi cinque anni di attività al Quartiere Santo Stefano, nell’ex caserma Masini che abbiamo rigenerato dopo 20 anni di abbandono delle istituzioni. Hanno sgomberato uno dei laboratori politici, sociali e culturali più importanti e partecipati a Bologna, in una città sempre più mediocre, senza idee e senza futuro. Ma i nostri corpi, le nostre vite, le nostre passioni e i nostri sogni non si fermeranno con uno sgombero. Lo dimostrano i migliaia di messaggi, attestati ed iniziative di solidarietà giunti in poche ore da tutta Bologna, l’Italia e il Mondo. Il motivo è semplice: quello che abbiamo fatto in questi cinque anni è andato ben al di là dei muri dell’ex caserma Masini, ed è diventato un orizzonte di possibilità per tutti. Ora è tempo di dare una risposta forte e determinata a quello che è successo ieri (l’8 agosto, ndr).

È per questo che abbiamo deciso di lanciare due appuntamenti: il 30 agosto ci troveremo per un’assemblea pubblica aperta a tutte e tutti, mentre il 9 settembre ci rimetteremo in cammino in una grande manifestazione nella quale tutte e tutti insieme andremo, con gioia e determinazione, a riprenderci ciò che è nostro.

Làbas

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Riapriamo la città

Sabato 9 settembre’017 alle 15 @ piazza XX Settembre

Bologna capitale degli sgomberi si è risvegliata vigliaccamente ad
agosto, per rendere questa città più povera colpendo i centri sociali
Làbas e Crash e, dunque, colpendo ancora una volta chi si autorganizza per produrre conflitto sociale, libera socialità, cultura indipendente e solidarietà dal basso.

Sabato 9/9, con la manifestazione “RiapriamoLàbas”, l’altra Bologna ha l’occasione di dimostrare che neanche una giornata buia come quella dell’8 agosto può essere sufficiente a soffocare il desiderio di libertà che anima e fa vivere ogni spazio sottratto all’abbandono e trasformato in preziosa esperienza di autogestione. C’è in gioco molto. C’è in gioco la possibilità di non arrendersi all’idea che un’intera città possa essere lasciata in balia di Questura e Procura, articolazioni locali di una più ampia strategia politica nazionale tutta orientata alla definizione di uno spazio pubblico in cui paura, emergenza, militarizzazione ed esclusione diventano sempre più leve facili da usare per imporre interessi economici e politici.

In questo contesto riaprire Làbas, riaprire Crash, difendere Xm24 e le altre esperienze di autogestione significa riaprire la città. Invertire la rotta rispetto ad un processo, sempre più evidente, che vorebbe rinchiuderla in un recinto angusto in cui c’è spazio solo per vuote retoriche legalitarie, soliti affari, speculazione, grandi opere e grandi eventi. C’è in gioco molto di più del destino di uno o più spazi sociali. C’è in gioco la volontà, a cui è necessario opporsi, di spazzare via chiunque non si dimostri pronto a stare al gioco.

Non si tratta di misurare il consenso attorno a questa o quell’altra esperienza sociale. Non si tratta di definire il valore di un progetto di autogestione in base ai “servizi” che produce, a maggior ragione di fronte alla volontà di imbrigliare le pratiche di autorganizzazione nella burocrazia dei bandi e di monetizzare ogni cosa (“Sostieni un centro sociale? Allora pagagli la sede”). Non si tratta di aggirare la realtà agitando lo spettro di una finta concorrenza tra realtà associative in cerca di una sede, in una città piena di immobili abbandonati alla polvere (e di chi è la responsabilità?). Si tratta di difendere unospazio comune, seppure attraversato da percorsi molteplici e diversi. Si tratta di dimostrare ancora una volta che l’altra città esiste e di fare in modo che continui ad esistere.

Il 9/9 saremo in piazza e sarà per noi un altro “(non)indipendence day”. Saremo in piazza per riaprire Làbas e perchè sappiamo bene che l’attacco ad uno spazio libero è un attacco ad ogni spazio libero. Saremo in piazza per il futuro della città.

Vag61 – Spazio libero autogestito
Palestra Popolare Vag61
CentroDoc “Lorusso-Giuliani”
Resistenze in Cirenaica
Smk Videofactory

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Contro ogni sgombero, per l’Autogestione, riapriamo TUTTO

Lo sgombero di esperienze sociali da tempo attive a Bologna come Làbas e Crash rappresenta, oltre che un fatto inaccettabile, un atto di vile violenza inflitto a tutta quella parte di città, solidale e accogliente, che ogni giorno lavora per costruire convivenza e reti di solidarietà praticando l’autogestione.

Come già in altre occasioni, anche oggi vogliamo ribadire che “se toccano uno, toccano tutte”.

Le esperienze sociali autogestite hanno sempre espresso, nella loro diversità, una grande capacità di intervento e di iniziativa autonoma sui territori e sulle loro contraddizioni, che riconosciamo come un valore primario collettivo. All’interno degli spazi autogestiti si
produce una visione nuova della città nel suo insieme, una città profondamente diversa e che resiste alle forze della speculazione e della mercificazione con le forze della critica, della solidarietà, della creatività in tutti gli ambiti della vita sociale. Non possono essere intesi come dei semplici erogatori di servizi a costo zero per supplire alle deficienze del welfare, secondo il principio oggi tanto decantato della sussidiarietà. E’ per cambiare un mondo eretto sull’ingiustizia, lo sfruttamento, lo scempio della dignità umana, che questi spazi esistono e continuano a lottare per crescere e moltiplicarsi.

La difesa delle esperienze autogestite in questa città non è iniziata,né tanto meno può terminare il 9 settembre. Se davvero vogliamo accumulare la potenza che serve perché si possa determinare quel cambiamento reale che collettivamente vogliamo, dobbiamo coltivare e far crescere l’enorme ricchezza costruita in anni di iniziative solidali e relazioni orizzontali.

Per questo sabato saremo presenti e per dar voce alla molteplicità delle istanze oggi rappresentate nel vasto mosaico delle esperienze autogestite e di conflitto sociale in questa città, alla manifestazione del 9 settembre partiremo alle 14.30 da Piazza dell’Unità.

Per ribadire che l’autogestione non è fine a se stessa ma vuole aprire crepe in una città sempre più vetrina per turisti e sottratta a chi la abita; per denunciare l’irresponsabilità di coloro che pretendono di trattare le pratiche dell’autogestione come un problema di ordine pubblico ma soprattutto per costruire insieme un orizzonte di possibilità in un mondo liberato dallo sfruttamento, dalla sopraffazione e dal pregiudizio razzista.

Comitato per la Promozione e la Tutela delle Esperienze Sociali Autogestite

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Bologna 9 settembre: indipendenza e conflitto. Riprendiamoci spazi e parola

Lo sgombero manu militari di Labas e Crash testimonia con efficacia la deriva autoritaria che investe il paese nel suo complesso.

La repressione che colpisce militanti, realtà sociali e politiche antagoniste è l’altro volto delle politiche d’austerità, portate avanti da anni da parte del Partito Democratico, che pretendono di liquidare lo stato sociale cancellando i diritti del lavoro, la sanità e l’istruzione pubblica per consegnare al privato profitti enormi. Nelle città si nega il diritto all’abitare ed agli spazi sociali a favore della speculazione immobiliare.

La repressione e l’autoritarismo sono quindi divenuti veri e propri strumenti di governo per impedire e prevenire i conflitti , il diritto stesso ad organizzare l’opposizione sociale all’esecutivo Gentiloni.

E’ da inserire in questo contesto il decreto Minniti, i cui effetti da un lato colpiscono i militanti delle strutture politiche e sindacali conflittuali, dall’altro aggravano le condizioni di “accoglienza”, e più in generale di vita, di gran parte della popolazione migrante.

Oggi più che mai i migranti sono consegnati dalle istituzioni al pubblico odio razziale, alla xenofobia di massa quale capro espiatorio di un malessere sociale incapace di individuare nelle politiche d’austerità dell’Unione Europea e nazionali come nel partito che le applica i veri responsabili.

L’organizzazione dei bisogni nell’ottica di spezzare quel ricatto sociale basato su precarietà, cattivo lavoro e salari bassi, l’indipendenza dei movimenti dal quadro della politica istituzionale e meramente elettoralistica e la ripresa del conflitto sociale sono quindi elementi essenziali in qualsiasi percorso che si ponga seriamente l’obiettivo di riconquistare spazi e parola, di impedire che il disegno reazionario, xenofobo si consolidi in uno stato di guerra permanente.

Se è vero, tuttavia, che aumentano sempre più i dispostivi atti a reprimere chi esprime e organizza dissenso e resistenza, occorre oggi con forte priorità costruire un ampio fronte contro la chiusura degli spazi democratici e repressione.

Infatti, ad una città sempre più “normalizzata” da sgomberi, violenza e ordinanze ne corrisponde una che soffre gli sfratti, la disoccupazione in aumento, la dismissione del welfare pubblico e la chiusura forzata degli spazi di libertà, iniziativa e dibattito.

Proprio a partire da questa componente della città può consolidarsi il fronte di chi, con spirito solidale rispetto a ogni differenza, rivendica un’inversione di marcia netta rispetto a politiche di annientamento del dissenso che ricordano quelle di ben più nere epoche storiche.

Siamo solidali e complici con gli attivisti di Labas e Crash. Sosteniamo il loro diritto a occupare uno spazio liberandolo dall’abbandono e dalle speculazione. Per queste ragioni sabato 9 settembre anche noi manifesteremo a Bologna.

Prime adesioni:

Pina Zechini (delegata coop sociali), Maria Tartaglia (INPS Modena), Laura Marcone (Unibo), Ernesta Bevar (insegnante), Giovanni Miele (delegato Seta), Roberto Sassi (saggista), Francesco Sicilia Gelsomino, Antonio Ferrucci (insegnante), Giuseppina Zaccone (Rsa BolognaFiere), Stefano Zai (USB Parma), Gianni Cremonini (USB Bologna), Adolfo Coppola (delegato INPS Reggio Emilia), Fabrizio Billi (Archivio Marco Pezzi), Luigi Marinelli (USB), Letizia Arcuri (RER), Fabio Perretta (USB Lavoro Privato), Federico Fornasari (ASIA), Sergio Bellavita (USB), Tiziano Loreti, Stefano Mariotti, Marco Odorici (Rsu Fabio Perini), Giorgio Cremaschi, Samuele Veggetti, Marina Prosperi (avvocato), Maria Teresa Chiarello, Nora Imbimbo (delegata INAIL), Teresa La Torretta (ricercatrice ENEA), Francesca Fortuzzi (attivista diritti umani), Valerio Evangelisti (scrittore), Calimaco Cantoni (RSU San Polo), Giuliana Righi, Luciano Munari (Rsu Fabio Perini Bologna), Giuseppe Limantri (USB Marcegaglia Ravenna), Maurizio Discenza (USB Marcegaglia Ravenna), Khaled Mahmood (delegato logistica), Giuseppe Del Borrello (delegato MT), USB Emilia Romagna, Eurostop Emilia Romagna…

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Non è questa la città che vogliamo!

In tre anni, a suon di ordinanze e manganelli, Bologna ha perso realtà sociali, culturali e politiche occupate e autogestite, ha visto sgomberare  le occupazioni abitative, l’irruzione della Celere fin dentro le aule dell’Università, per non parlare delle misure repressive/amministrative (divieto di dimora, fogli di via, sanzioni pecuniarie ecc…) elargite a piene mani a chi osa dissentire e, per non farsi mancare niente, si multano anche i contadini di Campi Aperti (a cui va tutta la nostra solidarietà).

A Bologna si blinda un quartiere intero per difendere iniziative neofasciste e si carica “in modo preventivo” chi volesse dissentire troppo animatamente (il 28 giugno a Làbas). Si militarizza una città intera, con blocco di strade, elicotteri e camion-idranti per una manifestazione pacifica di associazioni ambientaliste (contro il G7 l’11 giugno).

A Bologna oggi dominano le speculazioni, che snaturano il volto della città, delle sue tradizioni e del suo tessuto sociale a favore delle rendite immobiliari. Il centro storico si riempie di costosi ristoranti per turisti, hotel di lusso e negozi di grandi catene; le periferie diventano quartieri-dormitorio senza luoghi aggregativi che non siano i centri commerciali, aree dimenticate che diventano appetibili solo per faraonici progetti commerciali come F.I.CO.

A Bologna la cultura la paghi, e pure cara: da anni è in corso la privatizzazione di musei e biblioteche di quartiere, si elargiscono fondi alle scuole paritarie mentre le scuole statali arrancano.

Amministrazione, Questura e Prefettura hanno lanciato un messaggio chiaro: a Bologna non c’è più spazio per esperienze di mutuo aiuto dal basso, per luoghi di incontro aperti e per tutti, per esperimenti di commercio equo e sostenibile, per il recupero di aree abbandonate senza scopo di lucro, per forme collettive di resistenza.
E invece noi scenderemo in piazza il 9 settembre proprio per rivendicare questo: una Bologna aperta, plurale, accogliente, antifascista.

Riapriamo la città!

Cobas Bologna

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Il sindacato Cobas Lavoro privato aderisce e partecipa alla manifestazione di sabato 9 settembre a Bologna, ritrovo ore 15 piazza XX Settembre, con due punti ineludibili: riapriamo i centri sociali sgomberati – diamo risposte all’emergenza abitativa!

Il sindacato Cobas Lavoro Privato esprime piena solidarietà a chi è già stato colpito duramente e ingiustamente da sgomberi come: il Centro Sociale Labas ex caserma Masini di Via Orfeo, il Laboratorio Crash di Via della Cooperazione, gli ex abitanti del complesso di case popolari di Via Gandusio e all’Ass.ne Pugno Chiuso che li sostiene, ai gestori del Circolo Arci Guernelli che lì aveva la propria sede ed è stato tirata dentro alla vicenda delle case occupate quando in realtà non c’entrava per nulla avendo le autorizzazioni previste, ed esprimiamo piena solidarietà anche a chi è in odore di sgombero come il Centro Sociale Xm24.

Non dimentichiamo gli ignobili sgomberi di due anni fa – dell’ex sede Telecom di Via Fioravanti dove da anni vivevano e si organizzavano centinaia di persone, compresi molti minori, e delle case di Via de Maria vicino alla stazione AV. Sgomberi voluti dalle varie Istituzioni della Città (Comune, Prefettura) e attuati dalla forze dell’ordine in tenuta antisommossa e con una violenza non necessaria. Quale futuro per una società dove bambini/e vedono un tutore dell’ordine picchiare/manganellare i propri genitori? O quel giovane che conosce da tempo come amico/a ed è lì ad esprimere la propria vicinanza.

Quali soluzioni oggi danno le forze politiche a questi sgomberi di persone in stato di necessità e in cerca di una casa dove vivere, e a quelle realtà così vive e presenti a Bologna, formate in prevalenza di giovani, che sanno e possono autogestire spazi e iniziative sempre molto partecipate che coinvolgono migliaia di persone.

Quali risposte??????? La risposta è: di avere dichiarato guerra ai poveri

Noi vogliamo che Bologna sia una città dove gli spazi liberi e i beni comuni come le proprietà comunali e statali (comprese le caserme vuote e invendute) siano messe a disposizioni di chi ha idee e persone in grado di gestirle per creare laboratori sociali e culturali e autogestioni. Da anni centri sociali e associazioni, comitati, gruppi di persone liberamente costituite hanno dimostrato di saperlo fare meglio delle istituzioni e a prezzi contenuti. E forse il problema è proprio questo dà fastidio che qualcuno sappia fare meglio!!! Oltre al fatto di volere favorire le speculazioni immobiliari, le attività commerciali e che spesso vi sono accordi politici e di scambio di favori fra gli investitori e le forze politiche, in primis il Pd che è paladino di queste modalità nel governo e a Bologna.

La situazione nel nostro paese è andata peggiorando negli ultimi mesi, con un’accelerazione e un’estensione di queste azioni di una gravità enorme e che merita una nostra risposta immediata, sicuramente tutto è stato studiato a tavolino da governo, comuni, prefetture e polizia con accordi che discendono dalla volontà dei paesi Europei molto uniti sulla repressione, ma disuniti su qualsiasi azione a favore dei cittadini europei in particolare sull’accoglienza dei migranti, esempio chiusura delle frontiere, e/o il riconoscimento dei bisogni delle persone sempre più impoverite da un austerità voluta dai capitalisiti e dal potere finanziario. Austerità che rende molto in termini economici a pochi “ladri-fortunati”, ma impoverisce i più ed impaurisce perchè toglie diritti e ogni difesa sociale e posti di lavoro.

In Italia , come sempre, si è approfittato dei mesi estivi per attaccare i più deboli, gli sgomberi di Roma degli abitanti di Via Curtatone è stata un’azione ignobile e violenta, sono stati colpiti vigliaccamente rifugiati etiopi ed eritrei con permessi regolari e una vita già organizzata senza dare loro un’alternativa abitativa, quando già da anni si rimandava una risposta alle loro richieste.

E’ successo così anche per Labas e per gli altri centri sociali bolognesi e per i senza casa, tutte le richieste portate avanti da mesi dai vari rappresentanti delle varie Associazioni e Comitati dei centri Sociali e di chi è in emergenza abitativa sono state appositamente dimenticate, sono solo partite azioni violente e accuse di avere compiuto atti illegali.

E’ chiara per noi la malafede e l’incapacità del governo, dei partiti e delle varie amministrazioni comunali di far fronte alla povertà in aumento, purtroppo siamo sempre in campagna elettorale, in piena competizione fra partiti perché tutti cercano le poltrone comode dove con poca fatica si guadagna bene e ci sono tanti vantaggi sotto ogni aspetto. E sempre più si cercano consensi fra la “gente normale e perbene” i cosiddetti moderati che preferiscono non vedere le necessità altrui, i bisogni crescenti di chi non ha lavoro o lo perde, dei giovani, così tanto citati quando si fanno false promesse di trovare soluzioni alla disoccupazione e alla formazione, al loro futuro e in realtà si tagliano gli investimenti sulla scuola, università e welfare, si tolgono loro spazi dove potersi esprimere.

Noi non possiamo restare fermi, dobbiamo reagire con azioni di denuncia e di rivendicazioni del diritto alla casa, a spazi sociali liberi dove incontrarci e organizzare attività sociali, culturali e politiche, per darci obiettivi più alti di quelli che ci propongono le istituzioni.

Cobas Lavoro privato

 

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Riaprire Làbas e ridare a questa città tutti gli spazi di socialità che merita e che sono necessari a superare questi tempi bui! Per questo il 9 saremo in piazza!

Circolo Arci Guernelli

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Sono ormai molti anni che denunciamo la progressiva dismissione della funzione politica e della gestione pubblica della città. L’amministrazione cittadina è sempre più sorda e lontana dalle necessità sociali, anche quando sono i cittadini a praticare o indicare le alternative possibili. Esempio su tutti la consultazione referendaria del 2013, le esternalizzazioni di tanti servizi pubblici, i passaggi alle gestioni ASP. D’altra parte, a Bologna si drenano risorse ed energie in favore di aziende e recinti privati, si edificano ancora supermercati, parcheggi e grandi opere, si tende a trasformare il centro in un luogo di ristorazione per turisti, progetti che procedono di pari passo con la chiusura forzata dei luoghi di partecipazione per poi consegnare a testa bassa al consumo e alla logica di profitto di natura privatistica e commerciale ogni progettualità che attraversa questa amministrazione. La Regione Emilia Romagna in questi giorni annuncia che su richiesta di “bagnini e albergatori” verrà modificato e accorciato il calendario scolastico, ennesima occasione in cui la scuola pubblica diventa un servizio subalterno alle esigenze di profitto del mercato, disconoscendo la sua funzione di Istituzione che forma i cittadini. 
Visto il disimpegno dell’amministrazione sono i centri sociali come Làbas ad occuparsi di accogliere i figli delle persone che senza scuola e senza post scuola si troverebbero in seria difficoltà.

L’esperienza Làbas fa emergere molte contraddizioni, è già di per sé una denuncia, rende evidenti l’assenza profonda di un progetto di politiche sociali, la mancanza di un accoglienza degna, l’assenza di politiche per gli spazi di partecipazione democratica e autogestita, l’inconsistenza di un piano di welfare, la carenza di spazi abitativi.
La “gestione” delle città come uno stato di polizia e la piega fascista nella “risoluzione” di conflitti, pone in evidenzia il ritiro dell’amministrazione cittadina e degli organi politici.
In questo spazio vuoto si insinuano il legalismo e la disumanizzazione. 
Tutto questo ci trova sbigottiti.
Il Comitato sostiene pienamente gli obiettivi imprescindibili per Làbas della riconquista immediata dello spazio fisico in cui si è sviluppata questa esperienza sociale, le cui attività non possono essere divisibili o momentaneamente congelate. Pensiamo che la ricchezza di questa esperienza e la sua progettualità dovrebbero essere di esempio per la costruzione di una città diversa, che vibra di energia propria attraverso l’agire dei propri abitanti. Vogliamo che il confronto, la rigenerazione urbana, la lotta al consumo di suolo e alla speculazione, la scuola pubblica tornino ad essere al centro del dibattito senza condizioni, subordinazioni e ricatti, per tornare a elaborare e realizzare il diritto alla città attraverso un’idea alternativa di Bologna aperta, accogliente, solidale, partecipata.

Il Comitato Scuola e Costituzione pertanto aderisce e invita a partecipare numerosi alla manifestazione del 9 settembre.

Comitato bolognese Scuola e Costituzione.

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Contro ogni sgombero, per l’Autogestione, riapriamo TUTTO

Dalla periferia profonda nella quale abitiamo e operiamo godiamo di un punto di osservazione privilegiato sulla città.

Quella che vediamo e viviamo è una città che subisce un attacco senza precedenti.

Lacerata nei suoi territori, impaurita, impoverita, Bologna assume sempre più l’aspetto di un ninnolo per turisti all’interno del quale le sofferenze e le reazioni dei suoi abitanti vengono trattate a suon di Manganelli.

Per contrasto osserviamo una giunta totalmente prona a indicazioni che arrivano da altrove e, pertanto, non disponibile ad agire in funzione di chi la città la vive.

In questo contesto, gli spazi sociali, le variegate forme di autogestione e di organizzazione dal basso, sono diventate spesso l’unico referente per quei settori sociali che maggiormente subiscono le conseguenze delle scelte politiche che stanno massacrando i nostri territori.

È da questa condizione che nascono le forme di solidarietà e di mutuo aiuto che tutti mettiamo in campo da sempre.

Per istinto più che per scelta politica.

Non dimentichiamo però, la barricata che separa il nostro agire solidale da chi il malessere consapevolmente lo crea.

Non dimentichiamo che il nostro agire solidale non è la soluzione e che esso acquista senso solo nella capacità di generare conflitto e alterita’ rispetto al mostro disumano nelle mani del quale Merola è solo un burattino.

Non siamo buoni, non siamo compatibili.

Siamo consapevoli di avere di fronte un nemico dalla forza straordinaria che solo l’unità delle lotte ci consentirà di affrontare adeguatamente.

Per questo il 9 settembre, assieme a tanti altri e altre, parteciperemo allo spezzone di corteo che parte da P. Unità.

Uno spezzone lucidamente consapevole che il 9 è solo un tassello.

Perché Labas deve essere riaperto, perché Crash deve essere riaperto, perché XM deve restare dov’è, perché la vita non è un pranzo al ristorante!

RIAPRIAMO TUTTO!

9 Settembre Piazza dell’Unità 14.30

Lazzaretto autogestito csoa

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Sabato l’unione inquilini di bologna sarà in piazza per labas e per lo stato sociale !

L’Unione Inquilini di Bologna aderisce alla manifestazione del 9 settembre lanciata da LABAS dopo lo sgombero dell’ex caserma Masini. Riteniamo profondamente sbagliato l’atteggiamento reazionario della questura e della giunta cittadina a guida PD che per l’ennesima volta ha perso l’occasione di valorizzare bene comune mettendolo nelle mani della speculazione e del profitto privato,  privando i propri cittadini di luoghi di aggregazione e laboratori di autodeterminazione sociale ormai ricchezza conclamata della città. Rilanciamo ancora una volta la nostra proposta,  fatta anche a livello nazionale,  di una mappatura, un recupero e riuso di tutti gli immobili pubblici e privati che sono inutilizzati ai fini abitativi e sociali mettendo in atto una moratoria degli sfratti e per riconoscere quelle realtà che si sono spese negli anni per affermare valori e autodeterminazione ai fini sociali.  Con queste motivazioni saremo sabato in piazza per difendere e incrementare lo stato sociale e il patrimonio pubblico e per difendere il diritto all’autodeterminazione per fini sociali

Unione Inquilini  Bologna 

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9 settembre: Dopo l’estate viene sempre l’autunno

L’8 agosto, all’alba di una giornata d’estate, la polizia ha sgomberato Labas e il Laboratorio Crash. Dalle assolate spiagge della Sardegna la risposta di Merola è stata illuminante: “Non siamo stati noi, non potevamo farci nulla nel rispetto della spartizione dei poteri”. Al termine dell’intervista il sindaco si augurava un autunno tiepido..

L’attacco alle esperienze sociali autogestite di questa città diventa ogni giorno più violento e l’incapacità dell’amministrazione di affrontare una questione prettamente politica è sempre più evidente. L’insufficienza della soluzione presentata a Labas, l’assenza di proposte denunciata da Crash in questi giorni, e le ultime dichiarazioni deliranti di Merola fanno emergere l’unico criterio di giudizio e di confronto dell’amministrazione: la legalità. Solo ciò che è legale è legittimo, solo ciò che si conforma può esistere.
Da qui il mantra istituzionale: o “diventate associazioni, collaborate con noi e cercheremo una soluzione” o sgombero.
La natura delle autogestioni, ricca di diversità al suo interno, non è riducibile alla forma associativa o al patto collaborativo. Se ci diamo forme organizzative orizzontali e non gerarchiche, non possiamo cedere al ricatto dell’associazione; allo stesso modo se le nostre attività organizzate dal basso mirano a costruire qualcosa CON le persone e non PER degli utenti, non è possibile collaborare con l’amministrazione perchè collaborare significa accettare di diventare erogatori di un servizio (in un panorama di welfare state sotto continuo attacco) e rinunciare ad essere dei laboratori di sperimentazione politica dal basso.

Le esperienze sociali autogestite sono luoghi di vita e di organizzazione di un altrimenti la cui idea di città è basata sulle reti tra le persone, sulla solidarietà, sulla diversità, sul mutuo soccorso.
Da marzo abbiamo visto prender forma un dialogo cittadino che pone la questione degli spazi, delle occupazioni come elemento fondamentale da cui cominciare per cambiare l’intera città. A fronte delle minacce di sgombero al nostro spazio, assieme a tutte le persone e le realtà che ci sono venute incontro e che costituiscono la forza delle nostre quattro mura, abbiamo scelto due punti comuni da cui partire: la difesa degli spazi e la necessità di una risposta collettiva.
Forti del dialogo che da lì è nato, scenderemo nelle strade di Bologna per il corteo del 9 settembre per rimarcare l’importanza di questi ragionamenti comuni e fondamentali.
Invitiamo quindi tutte le persone che si riconoscono in un’idea diversa di città, che sostengono le esperienze sociali autogestite e che intendono opporre una risposta collettiva all’attacco che ci viene mosso dal governo di questa città, a venire sabato 9 settembre alle 14.30 in piazza dell’Unità per raggiungere assieme il concentramento di piazza XX Settembre.

Non solo per Labas e Crash non solo per Xm24 ma per qualcosa di più, non per difendere o ricreare delle isole felici ma per fermare l’avanzata del deserto che ci circonda!

Sabato 9 settembre, ore 14.30, Piazza dell’Unità

Xm24

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Parteciperemo al corteo con Labas alla riconquista dello spazio sociale!

Partecipiamo alla manifestazione del 9 settembre per sostenere Labas nella riconquista di uno spazio sociale dopo lo sgombero dell’8 agosto che ha visto anche la nostra esperienza di autogestione e sperimentazione politica, sociale e culturale sotto attacco. D’altronde sono situazioni che contrastiamo con tutte le nostre forza durante tutto l’anno: dalle occupazioni abitative e le resistenze agli sfratti con Social Log, ai picchetti fuori le scuole o ai magazzini della logistica con gli studenti medi del Cas o insieme agli operai del Sicobas, oppure in zona universitaria con il Cua lottando per una zona universitaria libera e autogestita e contro il caro vita che subiscono gli studenti. Ogni volta che l’arroganza e la brutalità di questo sistema ingiusto ha tentato di violare i principi della dignità e della solidarietà qui a Bologna, in Italia e dove possibile nel resto del mondo abbiamo sempre tentato di opporre un grande NO intransigente e arrabbiato e così anche il 9 settembre scenderemo in strada aderendo a quanti si sono messi in cammino per lottare tutti e tutte insieme contro ogni sgombero, per l’autogestione, al grido ostinato e contrario di “Riapriamo tutto!”, ma con l’idea chiara che quanto avvenuto l’8 agosto non può che essere in relazione con l’inferno che questo governo ha scatenato contro le vite di milioni di uomini e donne nel mediterraneo e nelle nostre città troppo spesso luoghi dell’esclusione e della brutalità poliziesca. Con questa stessa attitudine invitiamo tutte le realtà sociali, gli spazi autogestiti, i sindacati di base e i collettivi che hanno intrecciato le loro esperienze autorganizzate con la lotta per il diritto all’abitare, con le vertenze degli operai della logistica, con gli studenti medi, e le battaglie in zona universitaria, fino all’antileghismo e antifascismo militante a prendere parola collettivamente dal palco del Primo Concerto Resistente Per gli Spazi Sociali il prossimo 14 settembre in Piazza Verdi con cui inaugureremo l’inizio della campagna Crash Again!

Laboratorio Crash!

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#riapriamoLàbas – noi ci siamo per una Bologna diversa!

Come ben noto questa estate la nostra città ha vissuto vicende spiacevoli, che si inseriscono in un preoccupante quadro nazionale, culminate giovedì 8 agosto con lo sgombero degli spazi animati dai collettivi di Crash e Làbas.

Per noi membri attivi del Gruppo di Acquisto Solidale Alchemilla, anche per esserci passati tante volte con le nostre attività, quegli spazi sono stati luoghi importanti, grazie ai quali abbiamo potuto tessere relazioni, fare cultura, sostenere progetti e produttori.

A noi piace pensare che chi fa la spesa con Alchemilla non si limiti ad approfittare di un’organizzazione ben collaudata, ma condivida con tutti noi che dedichiamo tempo ed energie al GAS una visione comune che, effettivamente, è una scelta di campo: vediamo le ingiustizie e gli squilibri generati dall’economia dominante e crediamo sia necessario inventare pratiche alternative.

Quando abbiamo fondato il GAS Alchemilla, nel 2013, ci siamo ritrovati intorno ad alcuni concetti, che riportiamo ancora oggi sul nostro blog.

Perché dunque il GAS non si limita ad acquistare collettivamente? Perché prende posizione su temi diversi dal consumo?

I Gruppi di Acquisto Solidale sono nati venti anni fa dalle campagne di boicottaggio delle multinazionali, come proposta di un’azione positiva, un’alternativa al semplice non acquisto. Dire NO alle multinazionali che distruggono il pianeta e impoveriscono il 99% della popolazione mondiale. Fare scelte di consumo coerenti, cercando di costruire un’altra economia attraverso il sostegno ai piccoli produttori che si comportano in modo virtuoso. E in questi vent’anni l’altra economia è davvero cresciuta enormemente. Anche grazie ai GAS.

Venendo all’oggi, Crash, Làbas, Xm24, Vag61, 20 Pietre sono i luoghi nei quali il nostro GAS ha trovato sempre ascolto ed accoglienza. Quei collettivi hanno arricchito la città di spazi di discussione, socialità e produzione culturale fuori dal mercato, a disposizione di tutti, anche di chi – come noi – propone pratiche diverse dalle loro.

Cosa saremmo oggi se questi spazi non ci fossero stati? Abbiamo provato a raccontarlo con qualche foto qui.

Il nostro GAS – insieme all’associazione di produttori contadini Campi Aperti – si sta evolvendo, con il progetto #CAMILLA, verso una forma di autorganizzazione e autogestione, che si vuole connotare per un diverso approccio alla socialità e ai consumi, oltre e più che come alternativa economica.

Un progetto cooperativo e di autogestione ben più ambizioso di quanto fatto finora con il GAS. E’ anche grazie alla contaminazione e all’ispirazione trovata in altre realtà, spazi e persone che andavano ben oltre il nostro recinto, che abbiamo pensato di cambiare. A Bologna questo può succedere, grazie ai suoi cittadini, e nostro obiettivo comune deve essere rilanciare un’idea di città fatta di questo.

Crediamo quindi fortemente che tutti gli spazi sociali autogestiti vadano difesi come preziosa fonte di cultura e crescita sociale, e per questo il 9 Settembre saremo in piazza insieme a tante altre realtà cittadine. Quella giornata, con una visione più ampia e di lungo termine, la intendiamo come istanza per un’idea diversa di città, che una politica miope continua a non vedere.

Per tutto questo aderiamo alla manifestazione “Riapriamo Labàs”, in programma sabato 9 settembre (ritrovo alle ore 15 in Piazza XX Settembre).

Alchemilla Gas

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Contro tutti gli sgomberi! Comunicato per le manifestazioni del 9 e 14 settembre

Come compagni e compagne del Circolo Anarchico Berneri di Bologna ribadiamo l’importanza della difesa di tutti gli spazi sociali autogestiti e di tutte quelle esperienze che praticano quotidianamente l’autogestione in città. Crediamo che i termini del discorso non possano riguardare il feticcio della legalità, che riduce qualunque pratica a meri aspetti procedurali, ma la legittimità che discende dalla condivisione dal basso di metodi e decisioni.
Denunciamo la politica degli sgomberi messa in atto con feralità di concerto da questura e Procura con l’evidente partecipazione dell’Amministrazione comunale che ha colpito non solo spazi sociali ma anche occupazioni abitative e realtà sociali di base.
Ribadiamo, ancora una volta, che non ci sono giunte amiche e agli spazi presunti di mediazione con le autorità locali preferiamo costruire dal basso reti di solidarietà e autogestione.
Per tutti questi motivi saremo presenti alla manifestazione di sabato 9 settembre in difesa di tutti gli spazi sociali partendo da Piazza dell’Unità alle ore 14:30 e parteciperemo e invitiamo tutte tutti a partecipare all’iniziativa di giovedì 14 settembre in piazza Verdi alle ore 18:00 per gli spazi sociali.

Le compagne e i compagni del Circolo Anarchico Berneri

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Domani una parte di Bologna scenderà in piazza per rispondere allo sgombero di Labas. Anche noi ci saremo.
I responsabili e i mandati di quanto accaduto lo scorso agosto sono gli stessi che in questi anni hanno provato a chiudere ogni spazio di agibilità politica e di aggregazione, gli stessi che in nome del decoro e della sicurezza stanno creando un deserto in cittá, gli stessi che sventrano i quartieri in nome della speculazione edilizia e del profitto. Hanno un volto e un nome ben chiaro: Merola e Partito Democratico.
Mai come in questi anni abbiamo avuto la riprova di tutto ciò: Merola, coadiuvato nella sua opera di desertificazione dal fedele Coccia, è stato il sindaco che più di tutti ha voluto e messo in atto un’opera di disgregazione degli spazi sociali, ammantandosi con un velo di democraticità, di dialogo, di critica alle politiche nazionali dello stesso Partito Democratico. Ma non basta una maschera per coprire il nauseabondo tanfo di corruzione ( e di alcool) che questi soggetti emanano.
E’ necessario, allora, rendergli chiaro che non sottostiamo all’idea di città che ci vogliono proporre, che non accettiamo la pacificazione imposta col manganello: il corteo di domani sarà l’occasione giusta per fare arrivare al Pd la nostra voce. Noi non vi vogliamo, vi cacceremo via dalle nostre vite.

Hobo – Laboratorio dei Saperi Comuni