Ventisei denunce per #sMontiamoLaCrisi, sette per il corteo #sMontiamolo, ma la Digos ne preannuncia altre in arrivo. Tra i reati contestati resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi improprie, istigazione a delinquere.
Sono complessivamente 33 le denunce nei confronti della doppia contestazione al premier Monti ospite de “La repubblica delle idee” all’Arena del Sole lo sabato 16 giugno. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono manifestazione non preavvisata, resistenza a pubblico ufficiale, accensioni pericolose, porto abusivo di armi improprie, getto pericoloso di cose, uso di caschi protettivi e travisamento in luogo pubblico, inosservanza dei provvedimenti della pubblica autorità, istigazione a delinquere e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Questi 33 sarebbero solo i primi iscritti nel registro degli indagati, avvertono gli inquirenti, altre persone devono ancora essere identificate.
Ventisei sono i denunciati per il cacerolazo della campagna #sMontiamoLaCrisi, a cui hanno preso parte studenti medi e universitari, insolventi, femministe, attivisti dei centri sociali, sindacalismo di base. Secondo la Digos il cacerolazo si sarebbe trasformato in “altro”, con padelle e tegami usati come armi improprie contro la polizia con l’intenzione di far male.
Per quanto riguarda il corteo “#sMontiamolo”, a cui hanno preso parte Tpo, Sadir e Rifondazione Comunista, i denunciati sono al momento sette. Nel mirino della questura ci sono il lancio di tre grossi petardi, che avrebbero provocato lesioni alle orecchie ad alcuni agenti. A due attivisti contestata l’istigazione a delinquere per aver incitato al megafono a violare la zona rossa, ovvero l’ampio perimetro in cui era stato imposto dalla Questura un divieto a manifestare.