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“Cambio d’appalto vergognoso”, lavoratrici/ori in presidio sotto la Regione

“Non viene garantita la continuità lavorativa dovuta per contratto”, segnala l’Sgb. Mentre l’Usb, invece, annuncia lo sciopero delle/i operatici/ori del servizio Pronto intervento sociale: “La situazione è insostenibile”. Infine, i Si Cobas aprono lo stato di agitazione in tutta la filiera Coop dopo il licenziamento di un delegato: “Avanti fino al reintegro di Angelo”.

17 Febbraio 2022 - 20:00

“Un cambio appalto che non sta garantendo la continuità lavorativa dovuta per contratto a molti dei lavoratori coinvolti”. Si tratta dell’affidamento che riguarda le manutenzioni, il portierato e le pulizie degli immobili Generali di viale Aldo Moro e viale Silvani, occupati da uffici della Regione: “Una vergogna”. E’ il motivo per cui, spiega l’Sgb, questa mattina si è svolto un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti “sotto uno dei palazzi della Regione Emilia-Romagna che ospita paradossalmente l’Agenzia Regionale per il lavoro e quello delle Pari opportunità sul lavoro”. I lavoratori e le lavoratrici “hanno atteso invano per tre ore che qualche rappresentante della Regione venisse ad ascoltare la loro vicenda, ritenendo l’ente non solo responsabile politicamente ma anche nella possibilità di intervenire per tutelare gli interessi dei lavoratori, ma nessuna risposta dall’assessorato al Lavoro di Colla. Inoltre, è stato contattato l’assessorato alle pari opportunità, per la specifica situazione di due donne e mamme che ci ha annunciato un incontro per la prossima settimana. Come Sgb vogliamo sottolineare che la regione Emilia-Romagna spende circa tre milioni di euro all’anno di soldi pubblici per pagare l’affitto di questi palazzi alle Generali, un affitto che gli fornisce anche servizio di portierato e manutenzione che appunto svolgono i lavoratori oggetto di questa ingiustizia. Inoltre, oggi abbiamo potuto constatare che la metà del palazzo in questione è vuoto da sei anni e la Regione comunque sta pagando l’affitto… tanti soldi pubblici sprecati e lavoratori maltrattati. Una vergogna! Sgb continuerà a fare iniziative chiedendo di ripristinare i diritti di queste lavoratrici e lavoratori e si aspetta una risposta dalle istituzioni regionali che sono anche direttamente coinvolte”.

L’Usb, invece, segnala un aggiornamento sulla vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori del servizio Pris, il Pronto intervento sociale della Città metropolitana, che hanno deciso di lanciare un appello alla città e di promuovere uno sciopero con manifestazione per venerdì 25 febbraio. “Il servizio- spiega il sindacato- si occupa di situazioni di emergenza e di vulnerabilità sociale che riguardano minori, famiglie, adulti, anziani e donne vittime di maltrattamenti e altro. Un servizio che è a tutela dei più fragili, volto a rispondere a tutte le emergenze sociali nel territorio di Bologna e nei comuni limitrofi. Un lavoro svolto in regime di appalto per conto del Comune tramite Asp Città di Bologna e gestito da cooperativa sociale Società Dolce. Le lavoratrici e lavoratori denunciano da tempo una condizione di precarietà lavorativa e retributiva: i contratti sono principalmente part time involontari e le ore effettivamente lavorate non vengono retribuite ma accantonate in una banca ore gestita unilateralmente dalla cooperativa: la conseguenza è l’avere bassi salari e condizioni di sfruttamento. Le lavoratrici e lavoratori chiedono il pagamento delle ore supplementari e straordinarie effettuate così da avere un salario minimo mensile, chiedono di avere l’adeguamento dei contratti di lavoro corrispondenti alle ore lavorate mensilmente. Nonostante incontri in sede di Prefettura con la presenza dei dirigenti della Asp di Bologna e della cooperativa Società Dolce, nulla è stato fatto, niente è stato regolarizzato. Per questo è stato indetto un primo sciopero per denunciare l’insostenibile situazione in cui versa un servizio pubblico fondamentale in cui credono e si impegnano al massimo. L’appuntamento è per lo sciopero di venerdì 25 febbraio dove saranno in manifestazione dalle 10 sotto le finestre del Comune in piazza Maggiore a Bologna, per portare le loro ragioni al sindaco Lepore e all’assessore al Welfare”.

Infine, i Si Cobas riferiscono di aver aperto lo stato di agitazione su tutta la filiera gestita da Coop Alleanza 3.0 e LegaCoop: “Dopo mesi di mobilitazioni, nel magazzino di Easy Coop di Castel Maggiore è arrivata la reazione dell’azienda con il licenziamento di Angelo, delegato Si Cobas e attivo in prima persona nelle lotte del sindacato, per il riconoscimento del giusto contratto collettivo, quello della Logistica e Trasporto Merci, invece che quello del settore Pulizie e Multiservizi, applicato nell’appalto. Angelo è un padre di famiglia, che lavorava in quel magazzino da circa tre anni, e che rientrava al lavoro, dopo un’assenza per Covid, il 3 febbraio alle 4 della mattina. Aveva preso servizio, ma alle 8,30 è stato mandato a casa, con una lettera infame che bruciava tra le mani: contestazione disciplinare per aver manomesso dei palmari aziendali ed aver causato lesioni ad una collega di 18 anni. Immediatamente il sindacato aveva risposto e chiesto la prova di tutte le contestazioni: nulla è mai stato fornito ma, puntuale, è arrivato il licenziamento disciplinare. Immediatamente i lavoratori ed il sindacato hanno compreso che era in corso una manovra infame: la ragazza aveva ammesso di non essersi accorta di nulla, ma di essere stata contattata da personale aziendale, che le aveva riferito di aver visto la scena dalle telecamere, e poi l’aveva spinta a sottoscrivere un mandato, al legale della committente, che a sua volta aveva redatto una denuncia per aggressione e lesioni nei confronti di Angelo. Dopo il fallimento delle trattative svolte presso la Prefettura, è però arrivata una proposta economica: 25.000 euro se Angelo avesse abbandonato il suo lavoro ed accettato di dare le dimissioni, mentre l’azienda ritirava il licenziamento. Ma la dignità non si compra, soprattutto in una vertenza che rivela tutte le criticità di quel settore: appalti che nascondono intermediazioni di mano d’opera, contratti collettivi con le paghe più misere, il mondo di sopra di quella Logistica Non Etica che si vorrebbe portare alla normalità. Ma come fare? Futura Logistica Srl è una società che gestisce l’intero personale di Easy Coop: dalle visure risulta avere 136 dipendenti ed un capitale sociale di euro 50.000,00. Al contempo la committente, che con i suoi responsabili gestisce effettivamente il magazzino, risulta avere un capitale sociale di 9.000.000,00 di euro e 53 dipendenti, per lo più impiegati. Ed ecco che il gioco delle scatole cinesi dell’intermediazione di mano d’opera, attraverso società che gestiscono il personale a pochi euro l’ora è compiuto: per questo le società appaltatrici durano qualche mese e poi abbandonano, lasciando debiti di retribuzioni e contributi da saldare. In queste ore abbiamo aperto lo stato di agitazione su tutta la Filiera gestita da Coop Alleanza 3.0 e LegaCoop, e da subito bloccheremo ogni attività già da oggi, oltre a richiedere il reintegro di Angelo, e gli aumenti in busta paga, secondo quanto determinato dal Contratto Collettivo del Settore Logistica e Trasporto Merci. La revoca del licenziamento e l’immediato reintegro di Angelo sul suo posto di lavoro è una richiesta che tutti i lavoratori e le lavoratrici del S.I. Cobas a gran voce pretendono, ‘Chi tocca uno tocca tutti!’ non è un semplice slogan ma una modalità che non si fermerà fino a che Angelo non sarà di nuovo reintegrato”.