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Bologna distopica: case per ricche/i, case per le/i poliziotte/i

Mentre la scarsità di alloggi e il caro-affitti tagliano fuori sempre più persone, lo studio di un’agenzia specializzata testimonia che il mercato del lusso va a gonfie vele. Allo stesso tempo, si discute di vie preferenziali per le/gli agenti: uno schiaffo in faccia a infermiere/i, conducenti del trasporto pubblico, insegnanti, educatrici/ori…

16 Luglio 2024 - 12:25

Difficile vivere a Bologna a causa delle difficoltà che si incontrano a trovare un’abitazione e a sostenerne il costo? Sì, ma non per tutte/i. Perchè mentre una fetta consistente di popolazione viene espulsa o relegata sempre più ai margini dalla scarsità di case disponibili e dal caro-affitti, che nell’ultimo anno secondo i dati Nomisma ha fatto segnare un aumento del 7,3% del costo dei canoni, il mercato degli appartamenti di pregio è tutt’altro che in crisi: anzi è “complessivamente molto dinamico”, testimonia l’analisi realizzata in collaborazione con Nomisma da Engel & Völkers, l’agenzia specializzata sbarcata un annetto fa sotto le Due torri. I tempi di vendita sono compresi tra tre e cinque mesi per gli immobili nuovi o pronti per essere abitati e di massimo 12 mesi per le abitazioni con particolari vincoli o caratteristiche; si cercano prevalentemente proprietà nuove o già ristrutturate e il taglio dimensionale più richiesto è 130 metri quadrati con tre camere e due bagni, emerge dal rapporto. Il centro storico è la zona più richiesta nel mercato del pregio: qui la domanda è alimentata anche da acquirenti provenienti da altre città. Nell’ultimo anno, però, si è registrata una crescita della domanda di acquisto per investimento, che guarda con interesse al quartiere Bolognina, all’area intorno alla stazione centrale e alle zone limitrofe a piazza Liber Paradisus. Altri poli attrattivi per chi investe sono i quartieri che ospitano i due più grandi ospedali della città, il Maggiore e il Sant’Orsola. “Il mercato del pregio a Bologna si prospetta dinamico e vivace. Nei prossimi mesi, stimiamo un’offerta in aumento in tutte le zone urbane ad eccezione dei Colli, dove la scarsità delle proprietà rende il mercato fortemente stazionario. La domanda e il numero delle compravendite, invece, dovrebbero restare stabili su base annua ad eccezione del centro storico, in cui prevediamo un aumento delle transazioni”, dicono da Engel & Völkers.

Stazionarie le quotazioni medie: per le proprietà nuove o ristrutturate a nuovo, nel centro storico e nella zona dei Colli i prezzi oscillano tra i 4.500 e i 6.000 euro al metro quadrato, mentre nell’area compresa tra Giardini Margherita e Murri si parte mediamente dai 4.000 euro al metro quadrato per arrivare a 6.000 euro. “A fronte di una domanda di pregio che si conferma elevata, la carenza di un’offerta adeguata fa aumentare in misura più marcata il valore delle proprietà ristrutturate al nuovo rispetto al resto del mercato”, osserva Nomisma, aggiungendo che “anche il comparto della locazione di pregio continua ad essere sotto pressione, con un’ampia domanda potenziale sia per le locazioni ordinarie, sia per quelle di breve durata derivanti da mobilità lavorativa, che fatica a trovare riscontro nell’offerta attualmente sul mercato”.

Nel frattempo, nell’ultimo periodo c’è anche un altro tema che ha preso un certo spazio nel dibattito politico cittadino: la necessità di favorire il reperimento di abitazioni per le/i poliziotte/i presenti in città, che in questa fase storica tenderebbero a cercare sedi di servizio meno costose. Un’istanza accoratamente sospinta da sindacati di categoria, qualche associazione di proprietari che strizza l’occhio alle suddette e partiti sempre sull’attenti quando si parla di forze dell’ordine. C’è chi invoca un piano casa dedicato agli agenti e chi, perfino, propone di destinare loro una quota dell’Edilizia residenziale pubblica (Erp). Come sommesso pro memoria, allora, ci pare utile ricordare che a Bologna ci sono un bel po’ di figure professionali che a causa del caro-casa e del caro-vita fanno sempre più fatica a trovare spazio, letteralmente, in città: basti pensare che secondo un dato circolato pochi giorni fa son ben 600 le/gli infermiere/i che negli ultimi quattro anni hanno abbandonato le strutture sanitarie bolognesi; ma lo stesso discorso vale anche per conducenti del trasporto pubblico, insegnanti, educatrici/ori e via così. Una corsia preferenziale per la polizia, allora, sarebbe uno schiaffo in faccia ad una schiera di lavoratrici/ori che, spesso sottopagate/i, svolgono servizi di primaria importanza e che certo non meritano di essere scavalcate/i in nome di trite retoriche securitarie, logiche corporative e interessi elettorali.