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Sindacati: “BolognaFiere non è il poltronificio di famiglia”

Prosegue lo stato di agitazione dei lavoratori in appalto dei servizi integrati alla persona del Sant’Orsola, Adl Cobas: “Non si arretra di un centimetro”. Sgb a Lepore: “Dimentica o finge di non conoscere le reali condizioni salariali dei lavoratori e delle lavoratrici in appalto che gestiscono i servizi pubblici esternalizzati”.

16 Novembre 2022 - 19:25

“Nell’incontro in Città Metropolitana, del 7 novembre la dirigenza di BolognaFiere, di fronte alla denuncia delle organizzazioni sindacali di aver disatteso il protocollo sul mantenimento della qualità  del lavoro esternalizzandolo, ha di fatto ammesso di voler svuotare la sua partecipata Wydex per dare  in appalto i servizi fieristici. Ma la cosa ancor più grave è che hanno mentito sapendo di mentire; infatti davanti all’accusa dei sindacati di aver provato a fare un’ulteriore operazione di fusione con una società, Vivaevents, che applica ai suoi dipendenti contratti pirata, ha negato, parlando di operazione saltata. Oggi invece scopriamo casualmente che la cessione di ramo di azienda di Vivaevent è avvenuta per tramite di una nuova società, tal V.E. SRL, nata improvvisamente a luglio 2022, nella stessa sede di Wydex , che si occuperà del lavoro che svolgono oggi i lavoratori Wydex e tempi determinati, senza informare i sindacati e probabilmente mantenendo il contratto pirata. E chi è il presidente di questa nuova società di staffing, si chiederanno quelli a cui non è venuto il mal di testa? Un dirigente di BolognaFiere, marito del direttore del personale di Bolognafiere, colei che ha sempre partecipato ai tavoli sindacali firmando accordi che non sono mai stati rispettati”.

La denuncia è in un comunicato firmato da sindacati confederali, Sgb e Usb: “Se ci fosse ancora qualcuno salvo dal mal di testa – si legge poi –  si chiederebbe se in tutto ciò ci fosse un conflitto di interesse: un direttore del personale di una società che da anni non assume i precari sta esternalizzando il lavoro per affidarlo probabilmente alla società di staffing della quale il Presidente è il marito. Queste operazioni sono il repertorio più torbido che si possa concepire per un’azienda partecipata pubblica! BolognaFiere non è il poltronificio di famiglia!”

Lunedì, invece, il sindaco Matteo Lepore è intervenuto sulla questione delle buste paga da fame sollevata dal Sindacato generale di base: “Se ci sono delle situazioni irregolari e di sfruttamento è importante che ci vengano segnalate”, ha detto, sostenendo di avere “sempre attenzione” e che “il nostro protocollo sugli appalti si è occupato per la prima volta in Italia anche dei subappalti”. Questa la replica di Sgb: “Al Signor Sindaco di Bologna e Città Metropolitana (provincia) imputiamo una certa distrazione, forse a causa delle tante firme inutili su carte dei diritti dei lavoratori di vari settori, dimentica o fa finta di non conoscere le reali condizioni salariali dei lavoratori e delle lavoratrici in appalto che gestiscono i tanti servizi pubblici esternalizzati. Le ultime Buste paga presentate in regione qualche giorno fa riguardano contratti regolari firmati dalle associazioni di categoria, tra cui Legacoop e i sindacati Cgil Cisl e Uil, gli stessi che firmano patti per il lavoro, carte dei diritti e varie scartoffie .Gli esempi concreti della responsabilità di Comune e Regione sulle condizioni di lavoro delle lavoratrici e lavoratori che lavorano nei servizi pubblici di loro competenza sono svariati. Nidi, servizi scolastici, assistenza alla persona, tutti gestiti da cooperative sociali di varia provenienza associativa (lega coop, confcooperative , Agci ) con un contratto nazionale tra i peggiori, che oltre a prevedere una paga oraria base di 8 euro lorde , costringe migliaia di lavoratrici a part time involontari fino ad 8 ore settimanali. Inoltre la dinamica degli appalti pubblici sancisce il mancato pagamento degli stipendi nei giorni di chiusura dei servizi, siano essi improvvisi (pandemia, eventi naturali, assenza degli utenti), oppure strutturali, vacanze di natale, pasqua, estive, riducendo il proprio reddito annuale al lumicino“.

Adl Cobas, infine, aggiorna sulla vertenza che sta seguendo al Sant’Orsola: “Nonostante i tentativi di intimidazione, con persino delegati di altri sindacati(!) che hanno cercato di convincere i lavoratori a non partecipare, l’assemblea sindacale di ieri si è regolarmente svolta! Lo stato di agitazione resta confermato, come altresì il blocco degli straordinari per quanto riguarda l’appalto dei servizi integrati alla persona presso il Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna. Nonostante le aziende facciano di tutto per smorzare l’unica voce che si sta alzando da quello che appare sempre più una giungla con pochissimi diritti e garanzie lavorative, la determinazione dei lavoratori nel richiedere diritti e dignità non arretra di un centimetro, a maggior ragione di fronte al maldestro tentativo, pieno di arroganza, da parte di rekeep di vietare le ferie nel periodo natalizio. Di fronte a tutto questo, non possiamo che rimanere in stato di agitazione! Comunicheremo nei prossimi giorni le future iniziative di lotta. Mandiamo inoltre un segnale di solidarietà e vicinanza nella lotta ai colleghi della GKN, che sono in occupazione presso il consiglio comunale da domenica, anche loro contro l’arroganza padronale, per chiedere un reddito ed un lavoro dignitoso”.