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Raccolta materiali e volontarie/i: parte una “campagna di supporto attivo” ai territori alluvionati

Plat e Colonna Solidale Autogestita in campo da oggi, poi stasera assemblea cittadina. Intanto, Bologna for climate justice: “Alluvione ha responsabilità politiche e morali”. E l’Sgb: “Catastrofe forse non prevedibile, ma prevenibile”. Rinviata, infine, la manifestazione “Le nostre vite valgono” prevista sabato: decisine in solidarietà con le popolazioni colpite dal disastro, ma “la mobilitazione continua”.

18 Maggio 2023 - 09:50

A Bologna, colpita al pari di altre zone dell’Emilia-Romagna da una nuova forte ondata di maltempo dopo quella già vista a inizio maggio, nasce rapidamente una “campagna di supporto attivo al fianco dei territori alluvionati”: a lanciarea l’iniziativa sono Plat e la Colonna Solidale Autogestita, che danno appuntamento già oggi per le prime attività. Dalle 9 alle 13 si svolgerà una raccolta di materiali utili, a Plat in via Nicolo Dall’Arca 34/b e al circolo Berneri in piazza di porta Santo Stefano 1: si chiede di portare stivali (taglie da 36 a 46), pale, scope grandi, guanti, gazebi, fornelli da campo, pentoloni, cibo in scatola o non deperibile. Alle 13 è poi prevista la partenza delle/i volontarie/i verso le zone più in difficoltà. Alle 20,30 infine si terrà all’Ex Centrale in via di Corticella 129 un’assemblea cittadina dal titolo: “Non è una perturbazione, è crisi climatica”. Anche in questa proseguirà la raccolta di materiali.

L’alluvione “ha responsabilità politiche e morali”, commenta intanto Bologna for climate justice: “Non sono mai state cassandre coloro che, in questi anni, hanno denunciato i rischi e le responsabilità della crisi climatica, e non sono sprovveduti coloro che, in questi stessi anni, hanno assunto responsabilità di governo nei nostri territori. Tutti sapevamo: la cementificazione del territorio, la sua irresponsabile infrastrutturazione e la servizievole postura di fronte ai grandi investimenti che urbanizzano una pianura soffocata dallo smog e permealizzata dall’asfalto, rendono catastrofici eventi naturali che una volta erano eccezionali, ma che in questa era sono la nuova normalità. Sono decenni che la scienza avvisa sulle conseguenze del riscaldamento globale e suggerisce soluzioni e scelte politiche che sono state sempre inascoltate da chi ha assunto ruoli di governo nei nostri territori: la volontà di allargare il Passante di mezzo è l’opera simbolo di questa irresponsabilità. Le catastrofi naturali fanno da sempre parte della vita di questo Pianeta. La crisi climatica le sta rendendo più frequenti, e la cementificazione dei territori rende i luoghi che viviamo incapaci di limitarne gli effetti devastanti. Passata l’emergenza, si tornerà a parlare di grandi opere da realizzare, quando l’unica grande opera indispensabile è la messa in sicurezza del territorio”. Di questi temi, segnala Bologna for climate justice, si parlerà oggi alle 15 in piazza Scaravilli nell’ambito dell’evento “Costruire giustizia climatica: giornata di discussione tra ricerca e attivismo”: dibattiti e tavole rotonde riempiranno la piazza della zona universitaria, “guardando al World Congress for Climate Justice (WCCJ) in programma a Milano a ottobre 2023”.

Quella che ha colpito l’intero territorio della Romagna e, in buona parte, anche quello dell’Emilia “è senza dubbio una catastrofe di dimensioni bibliche che forse, visto il carattere di estrema eccezionalità, non poteva essere prevedibile, ma poteva essere prevenuta come ormai molti tecnici lontani dalla propaganda politica asseriscono pubblicamente”, scrive l’Sgb in un comunicato: “Già all’indomani delle alluvioni del 2 e 3 maggio Sgb aveva stigmatizzato la mancanza di una adeguata prevenzione e allo stato attuale, con più di mezza regione sott’acqua, risulta ancora più evidente cosa significhi tagliare risorse economiche, tecniche, professionali e specializzate per la tutela del territorio, nonché la sorveglianza e la salvaguardia idrogeologica. A maggior ragione in una fase in cui i cambiamenti climatici evolvono con chiara rapidità e in una regione fortemente antropizzata. È bene chiarire che la dichiarazione di allerte rosse non significa fare prevenzione, che invece si fa rendendo disponibili risorse per mettere in sicurezza il territorio, pianificando per tempo tutti gli interventi di controllo e manutenzione, rinforzando gli uffici preposti e le strutture tecniche competenti, assumendo personale qualificato per ogni profilo specifico e investendo sulla formazione. Purtroppo, gli enti locali, regione e amministrazioni comunali, hanno da tempo abbandonato questa linea, hanno sottostimato il fabbisogno di personale e hanno fatto sparire o cancellato per sempre certe competenze dagli organici, spesso traslando, con il criterio degli appalti al massimo ribasso, attività specifiche e fondamentali riguardanti la tutela e la sicurezza del territorio verso il privato e il profitto di pochi a discapito dell’intera collettività”.

Continua il sindacato: “Di fronte alla immane catastrofe che ha colpito l’Emilia-Romagna ci aspetteremmo da parte della giunta regionale e delle amministrazioni comunali una assunzione di responsabilità… e di serietà. Certamente non un presidente di regione che, invece di coordinare l’emergenza, sorrideva e sbandierava dalla partenza, a Scandiano, della tappa del giro d’Italia mentre tutti i fiumi da Bologna a Rimini stavano straripando e sommergendo le case dei cittadini emiliano romagnoli. Per non parlare delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che, nonostante l’allerta rossa meteorologica e le strade invase da acqua e fango, sono state/i costrette/i a recarsi comunque a lavoro mettendo in serio pericolo la propria incolumità e la propria vita. Una situazione che Sgb ha da subito disapprovato inviando Pec e mail, telefonando alle direzioni aziendali, attivando i propri Rls e Rsu e ottenendo, laddove possibile, l’accesso allo smart working o i permessi retribuiti per calamità naturale. Perché catastrofi del genere non accadono più, è bene che la giunta regionale apra una nuova fase di confronto non più incentrata al risparmio, alla esternalizzazione dei servizi e alla riduzione delle risorse professionali”.

Da segnalare infine la decisione di rinviare a data da destinarsi “Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato” prevista per sabato. “Abbiamo preso questa decisione- scrive Stati Genderali lgbtqia+ & Disability– in solidarietà con le vittime e con le tante persone che a oggi sono isolate, evacuate o, nel caso di chi ha avuto più fortuna, in attesa degli sviluppi delle prossime ore. Proviamo un profondo dolore per il disastro idrogeologico in corso e ne conosciamo la causa principale, si chiama cambiamento climatico. Abbiamo più volte affermato come il nostro movimento si senta intimamente in continuità con le lotte ambientaliste di organizzazioni come Ultima Generazione, Extinction Rebellio, Fridays For Future. Organizzazioni che subiscono una forte repressione e impegnate contro la vera ‘cancel culture’: quella che minimizza o nega l’impatto dei gas serra, dei carboni fossili sul nostro, già esausto, pianeta. Abbracciamo anche le colline franate, gli animali e la vegetazione di una terra coraggiosa che sta vedendo cambiare la propria forma in poche, terribili, ore. Di fronte al profitto da decenni viene messo a tacere qualsiasi ragionamento sulla decrescita o sulla riconversione industriale. Si continua a produrre senza sosta evidentemente con la convinzione che i ricchi si salveranno. Ed in parte è vero, chi ha risorse trova modi per mettersi al sicuro, tutto il resto della popolazione no. In questo 17 maggio #IDAHOBIT2023 giornata internazionale contro la violenza omolesbobiatransfobica (ieri, nrd) lanciamo un messaggio: la mobilitazione continua. Le persone e le realtà che si preparavano a venire a Bologna continuano a portare avanti le lotte del movimento lgbitqia+, transfemminista e queer in ogni territorio, in ogni casa, in ogni scuola, in ogni luogo di lavoro e di vita, e queste lotte sono sempre più connesse. Cercheremo di definire insieme e presto una nuova data in cui unirsi tuttə nella stessa piazza per un giorno”.