Oggi sciopero nazionale del settore e sit-in in via de’ Castagnoli. Per il prossimo anno i Cobas prevedono “situazioni di scuole con circa 30 alunni per classe e problemi di sicurezza”. E l’Usb: “La pandemia non ha insegnato nulla alle classe dirigente”.
Presidio davanti all’Ufficio scolastico regionale oggi in occasione dello sciopero nazionale della scuola proclamato da Cobas, Usb, Cub e Unicobas. “Già dal prossimo anno, nonostante i due anni di pandemia, ci troveremo con il problema del sovraffollamento delle aule e delle classi pollaio assolutamente inalterato”, affermano i Cobas calcolando, per la provincia di Bologna, a fronte di “un aumento di oltre 1.000-1.400 alunni, situazioni di scuole con circa 30 alunni per classe e problemi di sicurezza”, perchè “non ci sono le risorse in organico”. C’è poi la questione Ata, “perché non è stato confermato l’organico Covid”, che in questi due anni “ha consentito sostanzialmente di tenere aperte molte scuole, soprattutto i comprensivi, dove ci sono molti plessi”: per questo gli istituti si potranno trovare anche con “10-12 collaboratori in meno”, creando una situazione assolutamente “ingestibile e drammatica”, proseguono i Cobas, aggiungendo che nel nuovo decreto stilato dal ministro Bianchi è previsto poi “un nuovo sistema di reclutamento che sarà fortemente peggiorativo soprattutto per insegnanti precari per il sistema di formazione che viene proposto, che sicuramente preannuncia una forte divisione all’interno della categoria”.
La pandemia “non ha insegnato nulla alla nostra classe dirigente. Ai lavoratori e alle lavoratrici che bisogna lottare con più forza”, sottolinea l’Usb. Bisogna dire no a “un piano di disinvestimento per la scuola pubblica, con i fondi destinati, a quanto sembra, per l’aumento delle spese militari”, aggiunge l’Usb, ricordando che “in base al Def 2022 il governo ha stabilito un progressivo disinvestimento sul settore istruzione, dal 4% del Pil del 2020 al 3,5% nel 2025”, nonostante i fondi del Pnrr a disposizione. Fondi che per i sindacati vanno usati usati “per edilizia scolastica, diminuzione degli alunni per classe e assunzione di tutti i precari”. Critiche anche verso “la scuola a quiz”, cioè contro le prove Invalsi, nel giorno del via ai primi test per le seconde e le quinte elementari.