L’allarme: “Le intimidazioni cattofasciste stanno già condizionando le scelte delle scuole”. Manifestano associazioni, spazi sociali, collettivi che rilanciano dando appuntamento giovedì 29 in piazza Nettuno.
È sbarcata oggi nel capoluogo la mobilitazione scaturita a San Pietro in Casale a seguito delle intimedazioni fasciste alle scuole Rodari. Si legge nel comunicato unitario appena giunto in redazione: “Stamattina, 20 giugno, si è svolto un affollato presidio davanti l’Usr di Bologna, indetto da una rete di associazioni, collettivi, spazi sociali, sindacati impegnati da anni nella difesa dei diritti individuali e sociali. È stata presentata la gravità della situazione sul territorio provinciale e regionale, a partire dalla questione legata alla rappresentazione dello spettacolo ‘Fa’afafine‘ fino ai recenti sviluppi della scuola elementare di S.Pietro in Casale. Fra gli obiettrivi c’era la richiesta di una nota ufficiale dell’Usr che si esprimesse chiaramente contro le indebite ingerenze nel funzionamento delle scuole da parte di sedicenti associazioni di genitori, che hanno l’obiettivo di provocare ingiustificati allarmi e di condizionare le attività delle scuole, inficiando la libertà di insegnamento e subordinando la stessa al cosiddetto ‘consenso informato’. Come se questi contenuti potessero essere oggetto di scelta discrezionale da parte delle famiglie, e non tematiche la cui trattazione è in realtà prevista dal Miur stesso! Sarebbe perciò opportuno e doveroso un intervento ufficiale dell’amministrazione per difendere i progetti educativi già esistenti sul tema, anche in vista del prossimo anno scolastico, ribadendo che esistono già tutti gli strumenti di progettazione e informazione delle attività didattiche per far vivere attivamente la partecipazione dei genitori alla scuola della Costituzione”.
La delegazione è stata ricevuta dal direttore dell’ex provveditorato, che non ha ritenuto fossero “necessari ulteriori atti formali dell’amministrazione oltre a quelli che dichiara sono stati già messi in atto in diverse sedi istituzionali, in quanto i dirigenti possiederebbero già gli strumenti per affrontare situazioni analoghe” e ha ribadito che l’ufficio “è già impegnato nel patrocinio di progetti di educazione all’affettività, alla sessualità e al rispetto delle differenze”.
Scrivono i manifestanti: “Nonostante le rassicurazioni ricevute sulla vigilanza e sulla partecipazione delle istituzioni, riteniamo che sia al momento sottovalutata l’azione organizzata di diversi gruppi integralisti cattolici e neofascisti, che attraverso l’attacco alla presunta e inesistente teoria del gender, mirano a colpire la scuola pubblica, laica e pluralista. Le azioni di intimidazione, infatti, hanno già condizionato in alcuni casi le scelte delle istituzioni scolastiche, e non accennano a diminuire, a dimostrazione che quanto fatto a livello istituzione fino ad ora non è sufficiente ad arginare il problema. E’ necessario perciò tenere alta l’attenzione (altro che abbassare i toni!) per creare solidarietà attiva e condivisione intorno ai temi dell’antifascismo, dell’antisessismo e della libertà di insegnamento”.
La mobilitazione continua: il prossimo appuntamento è per una manifestazione il prossimo giovedì 29 giugno in piazza Nettuno.
Lunga la lista delle realtà promotrici: Anpi Pratello, Associazione Armonie, Associazione Il Progetto Alice, Associazione Primo Moroni – Nuova Casa del Popolo di Ponticelli “La Casona”, Centro sociale Tpo, Cesp, CDS ’70, Cobas Scuola, comitato Scuola e Costituzione, coordinamento Precari/e della Scuola, Falling Book, Getaway, Labas, Mujeres Libres, Noi restiamo, Non Una Di Meno, Studenti Medi Autorganizzati, Uaar, Donne in Nero, Agedo, L’altra San Pietro, Exarchia, Vag61.