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“Prendiamoci le case”, studentesse/i in corteo

Ieri, dopo l’assemblea in piazza Scaravilli lanciata dal Cua per raccogliere esperienze sulla difficoltà a trovare alloggi in città: “E’ evidente che non si tratta di emergenze, bensì di speculazioni sulle nostre vite da parte di multinazionali, che nella più totale connivenza di Università e Comune, lucrano sulla nostra disperazione”.

23 Settembre 2022 - 17:23

Assemblea in piazza Scaravilli e poi corteo spontaneo in zona universitaria, ieri, al grido di “prendiamoci le case!”. Spiega il Cua: “Chi vive a Modena, chi non ha un contratto regolare – che quindi non consente di accedere alla borsa di studio da fuorisede – chi vive in un monolocale con altre due persone, chi una casa non ce l’ha, chi ce l’ha ma vive in una tripla a 500 euro e quindi è costretta a lavorare – probabilmente a nero – , trascurando la carriera universitaria a causa dello stress e della mancanza di tempo. Queste sono solo alcune delle voci emerse durante la partecipata assemblea tenutasi ieri in piazza Scaravilli, che si è conclusa con una passeggiata tra le strade della zona universitaria, riempiendole dei nostri cori carichi di rabbia e voglia di conquistare un presente e un futuro dignitoso. Le esperienze emerse durante l’assemblea delineano un quadro chiaro: non è sufficiente definire questa situazione ’emergenziale’, relegare il tutto alla convinzione che questo sia il momento di stringere i denti e che poi fra un po’ tutto migliorerà; di emergenze nel corso degli ultimi anni se ne sono susseguite parecchie e il recente passato ci dimostra come la situazione peggiori sempre di più, e anche a Bologna è evidente quale sia il sistema in atto, ad evidenziarlo bastano due dati: a settembre a Bologna 3.685 appartamenti sono stati concessi in locazione, con affitti a breve termine, tramite la piattaforma Air Bnb (che garantisce maggiore guadagno e meno oneri al locatore) ma non solo; negli ultimi due anni spopolano gli studentati privati, come Student Hotel o Camplus: studentati in cui una stanza singola costa almeno 700 euro. È quindi evidente che non si tratta di emergenze, bensì di speculazioni sulle nostre vite da parte di multinazionali, che nella più totale connivenza di Università e Comune, lucrano sulla nostra disperazione”.

Continua il collettivo: “Siamo stufe di tutto ciò, siamo stufe di ricevere risposte o soluzioni che sono solo specchietti per le allodole, siamo stufe di vedere inaugurare studentati di lusso; a ciò rispondiamo autorganizzandoci e riconquistando la possibilità di sognare una vita migliore. Se hai testimonianze sulla difficoltà per trovare casa o di case ‘dell’orrore’ ( fatiscenti e a prezzi assurdi), se sei incazzata e desideri organizzarti, contattaci alla pagina. Insieme ci riprendiamo tutto!”.