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Onorevoli applausi al magazzino in cui è morto Yaya Yafa

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni e la sicurezza sul lavoro ha fatto visita all’hub Sda in Interporto, rilevando una politica di contrasto degl incidenti “significativamente trasparente e avanzata” e una “non sottovalutazione di situazioni di rischio”. Si sciopera, intanto, nel magazzino Coop di Castel Maggiore.

01 Dicembre 2021 - 12:55

Nel magazzino Sda all’Interporto, neanche due mesi fa, il 22enne Yaya Yafa è morto schiacciato tra un camion e una parete. Nello stesso magazzino, migranti e richiedenti asilo negli scorsi giorni hanno scioperato denunciando salari troppo bassi, contratti troppo brevi e carenze sul versante sicurezza. Eppure, proprio l’hub Sda si è guadagnato un giudizio a dir poco lusinghiero da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. La Commissione ha effettuato un sopralluogo all’Interporto tramite una delegazione composta dal presidente Gianclaudio Bressa del Pd, Laura Stabile di Forza Italia, Michela Montevecchi e Sergio Romagnoli del M5s. La visita ha compreso un incontro con i vertici di Sda e dell’Interporto ed è stata “lunga e puntigliosa- questo il report della Commissione- ed ha incluso il confronto con la dirigenza e la spiegazione delle metodologie di prevenzione degli incidenti adottate”. La politica di sicurezza sul lavoro di Sda “ci è sembrata significativamente trasparente e avanzata- ha commentato Bressa- anche perché integra pratiche che mettono insieme la formazione continua, l’esame di ciò che accade giornalmente, la non sottovalutazione di situazioni di rischio che in potenza potrebbero rivelarsi pericolose e moderne tecnologie utili alla prevenzione”.

Oggi intanto “terzo giorno consecutivo di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori Logitech in appalto” nei magazzini Coop di Castel Maggiore. Spiegano i Si Cobas che nel sito si vivono “condizioni perennemente in regresso”, determinate dall'”utilizzo di un’elevata percentuale di lavoratori somministrati a tempo determinato mai riconosciuti con fino ad 8 proroghe e continui cambi appalto hanno portato i lavoratori a subire gradualmente retrocessioni riguardanti diritti e dignità sul luogo di lavoro. In cima a questa piramide c’è la Coop, che appalta a Digitail S.r.l. che attualmente subappalta a Logitech S.r.l. Prima di Logitech l’appalto è stato affidato alla Futura Logistica S.r.l. la quale, attraverso un accordo firmato dalla UIL, ha trasformato i contratti da Logistica e trasporti a Multiservizi e pulizie. Per questo, lavoratrici e lavoratori, organizzandosi col S.I. Cobas, hanno deciso di scioperare e richiedere il rispetto dei diritti basilari, la giusta applicazione del contratto di riferimento e la stabilizzazione dei lavoratori precari!”.

Raccontano i Si Cobas: “Mentre a Bologna e sul territorio metropolitano si discute di Logistica etica, le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori davanti ai cancelli per rivendicare migliori condizioni sui posti lavoro non si arrestano. Infatti, dopo anni di lotta nella logistica e non solo, siamo riusciti a scoperchiare il vaso di Pandora, in un settore basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e che per anni è stato ribattezzato come il far west dei diritti. Dopo gli infortuni accaduti all’interporto di Bologna, dove ha perso la vita il giovane Yaya Yafa, Istituzioni e Confederali hanno iniziato ad usare il termine di logistica etica. Già, anche la Coop ha un codice etico e che recita: ‘La cooperativa di consumatori è una società fondata sulle persone, costituita per soddisfare i bisogni comuni dei propri soci e, più in generale, dei consumatori, sotto il profilo economico, sociale e culturale. La cooperativa è basata sui valori dell’uguaglianza dei  diritti, della democrazia, della solidarietà, della responsabilità individuale, dell’equità. Secondo il dettato dei propri Padri fondatori, le Cooperative si ispirano all’etica del lavoro, dell’onestà, del rispetto degli impegni, della responsabilità sociale’. Peccato che proprio nei magazzini della Coop dove  lavoratrici e lavoratori sono in sciopero da due giorni consecutivi per richiedere migliori condizioni questi sono valori sconosciuti”.

Nel magazzino di Castel Maggiore “sono tante le rivendicazioni, a partire dalla precarietà- continuano i Si Cobas- infatti quasi il 70% dei lavoratori sono assunti con agenzia di somministrazione, a tempo determinato, e molti di loro hanno anche superato le proroghe contrattuali previste dal Decreto Dignità. I carichi e i ritmi di lavoro sono elevatissimi e quotidianamente ai lavoratori viene richiesto di effettuare più di mille spese al giorno senza possibilità di soste per le pause. Ma la cosa più sconcertante è l’inquadramento dei lavoratori. Solo due anni fa e all’ennesimo cambio di appalto, i lavoratori sotto il nuovo fornitore hanno subito l’ennesima ‘retrocessione’, in che senso? Se l’azienda precedente applicava il Ccnl Trasporti, merci e logistica, quale contratto di riferimento, l’azienda subentrante attraverso un accordo sindacale firmato da non si sa chi e all’insaputa dei lavoratori, ha applicato il Ccnl Multiservizi e Pulizie. Bene, operazione che sostanzialmente vede i lavoratori avere un peggioramento salariale non di poco conto. La Coop deve assumersi le responsabilità di quello che succede nei suoi appalti. Per questi motivi lavoratrici e lavoratori non arretreranno di un passo e andranno avanti con le rivendicazioni esposte.