Lo racconta Asia-Usb che, al pari del Laboratorio Crash, aderisce ad un’assemblea convocata per giovedì 21 novembre’013 alle 21 a Scienze politiche: “Dopo il 19 ottobre, la sollevazione torna sui territori!”.
Assemblea cittadina dopo il 18 e il 19 ottobre.
La sollevazione torna sui territori!
In questo paese qualcosa è cambiato. È successo perché migliaia di persone sono scese in piazza, hanno scioperato il 18 ottobre contro le politiche dell’Unione Europea, hanno costruito l’assedio a Porta Pia il 19 ottobre e nei giorni successivi, con le parole d’ordine “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti”. Per la prima volta un blocco sociale che non accetta le politiche di austerity, che non transige sui propri diritti, che non è rappresentato da questa politica ha creato una sollevazione in grado di portare al Governo le rivendicazioni che partono dai territori e dai percorsi di lotta.
E sappiamo che questi percorsi hanno necessità di riconoscersi e di crescere.
Nei mesi precedenti e nelle settimane successive al 18 e 19 ottobre decine di iniziative, assemblee pubbliche, cortei, picchetti antisfratto, occupazioni abitative, dimostrano come organizzazioni, collettivi e sindacati si stiano mettendo in gioco per mettere in rete i soggetti colpiti dalla crisi, confrontandosi e producendo conflitto e organizzazione.
“Nei territori si torna più forti”. Con questa frase sono state costruite queste giornate, e con questa frase ci accingiamo a costruire una sollevazione continua nel nostro Territorio, che sappia mettere al centro gli stessi temi: come vengono utilizzati i soldi pubblici, che si intreccia con le grandi opere inutili e ai grandi eventi che devastano l’ambiente, con la necessità di una moratoria degli sfratti e di politiche abitative a favore di lavoratori e disoccupati e non della rendita, con la necessità di reddito che milioni di giovani manifestano, con la necessità di bloccare la vendita di patrimonio pubblico.
Per noi sollevazione vuol dire costruire percorsi di lotta non evocativi ma sostanziali, come quando si occupano le case, le scuole e le facoltà universitarie, si creano momenti di riapproriazione, si sciopera contro le politiche della troika. Vuol dire indicare i responsabili delle condizioni di crisi di milioni di persone, come avvenuto a Porta Pia, ma anche essere consapevoli che sui territori si gioca l’accumulo di forze che possiamo mettere in campo.
E tra i responsabili da indicare i Comuni e soprattutto le Regioni dovranno avere la nostra particolare attenzione: sono infatti tra le loro competenze una moratoria degli sfratti, l’utilizzo di soldi pubblici per l’abitare, per il reddito e i servizi pubblici, per l’istruzione e per porre soluzione alla dilagante disoccupazione.
Con la volontà di costruire per il 29 e 30 novembre una nuova tappa del percorso di lotta che punti sulle responsabilità dell’amministrazione comunale, e che già si concentra nella costruzione del prossimo assedio alla Regione Emilia Romagna, invitiamo tutti e tutte ad un nuova assemblea pubblica il 21 novembre ore 21 presso la Facoltà di Scienze Politiche in Strada Maggiore 45.
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“La sollevazione torna sui territori!”… noi ci saremo!
Il Laboratorio Crash! rilancia l’assemblea cittadina del 21 novembre per organizzare una grande giornata di lotta il 29/30 novembre e iniziare a discutere delle prossime iniziative fino all’assedio alla regione Emilia Romagna ed oltre. Dopo l’assedio alla provincia degli studenti medi del 15 novembre e con alle spalle le numerose occupazioni abitative, le lotte degli operai della logistica, le iniziative degli studenti universitari e le differenti lotte che si susseguono in città, un dato è chiaro: la sollevazione del 19 ottobre di Roma è arrivata a Bologna e vuole continuare! All’assemblea del 21 novembre discuteremo dei prossimi passi da fare insieme sullo slogan “Sollevazione continua a Bologna!”.
Laboratorio Crash!
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Il diritto all’abitare esige risposte
La notizia da cui partiamo è che settimana scorsa, nell’occupazione di via Irnerio, è nata una bambina. L’occupazione ora è la sua unica casa, con tutto ciò che ne comporta. Felici per il lieto evento, esprimiamo anche la nostra rabbia per tutto ciò che sta accadendo: migliaia di persone che perdono l’alloggio, che vivono in condizioni di precarietà abitativa, che dormono già per strada.
E ogni giorno altra emergenza abitativa ricade sulla città in un empasse istituzionale, in cui il Comune ammette l’inefficacia delle misure attuali, senza però prendere i provvedimenti che sarebbero necessari, con la Prefettura che “attende” misure del Governo ben sapendo che il problema degli sfratti non verrà risolto con la “graduazione”, ipotesi su cui stanno lavorando con gli altri sindacati.
E dopo le giornate del 18 e 19 ottobre, in tutta Italia i percorsi di lotta dentro e fuori il mondo del lavoro si stanno moltiplicando e intrecciando, vedendo nell’utilizzo dei soldi pubblici e delle risorse un filo comune. Dobbiamo continuare a vedere finanziate grandi opere, nuove cementificazioni, incentivi alle imprese anzi che politiche abitative rivolte ai settori popolari, a politiche sul reddito e sul welfare? Non ci stiamo.
Per questo contribuiremo alla costruzione di un 29 e 30 novembre di lotta, come avverrà in tante città d’Italia. E porteremo gli stessi temi che abbiamo avanzato nelle giornate a Roma.
E per quanto riguarda il diritto all’abitare, ribadiamo che ora le uniche misure che servono, e che possono invertire la drammatica situazione, già le indichiamo da tempo:
– Una moratoria generalizzata di sfratti sgomberi e pignoramenti, perché al momento le amministrazioni non hanno i mezzi per garantire a tutti un alloggio.
– La requisizione e il riuso di patrimonio sfitto di privati, di aziende e di enti pubblici, utilizzandolo per dare risposta a chi perde la casa perché non può sostenere i prezzi di mercato; e collegato a questo il blocco della vendita del Patrimonio pubblico.
Su questi temi vogliamo una risposta pubblica da parte del Sindaco di Bologna, che avrebbe la responsabilità di attuare queste misure. Lo faremo costruendo un corteo, con altre realtà in città, che costruiremo con l’assemblea del 21 novembre alle 21 alla facoltà di scienze politiche.
E il primo momento di lotta sarà un picchetto anti sfratto a Lavino di Mezzo il 21 mattina, in cui l’Ufficiale Giudiziario ha minacciato l’utilizzo della forza pubblica, e possibili “rischi” per la famiglia se non è disposta a lasciare l’alloggio. O rimani senza casa o avrai problemi ben peggiori. Con l’ipotesi del “meno peggio” siamo poco avvezzi.
Dalle occupazioni, dalle famiglie sotto sfratto, dalle persone che non hanno alloggio, in quei giorni porteremo in piazza i nostri bisogni e la voglia di cambiare le carte in tavola.
Asia-Usb