“Supportiamo la nostra compagna Valérie”: crowdfunding di Cassero, Mit, Rivolta Pride e Smaschieramenti | Facchino morì all’Interporto, otto avvisi di fine indagine | Familiari delle vittime: “Piste alternative su 2 agosto e Ustica basate su un errore di trascrizione” | Dieci anni fa il referendum sui fondi alle scuole private, ignorato dal Comune.
“La nostra compagna Valérie, ha bisogno del nostro supporto per poter sostenere i costi per le sue cure dentarie”. È l’appello che apre un crowdfunding su Produzioni dal Basso, promosso da Cassero LGBTI+ center, MIT Movimento Identità Trans, Rivolta Pride e Smaschieramenti. Valérie è una “storica trans protagonista del movimento LGBTQI, napoletana di origine, bolognese dal 1977, da sempre femminista, controcorrente, iconoclasta, la sua cifra politica è sempre stata l’autodeterminazione”, si spiega, “il suo sorriso iconico è la firma del movimento LGBTQI e ha accompagnato da sempre le battaglie di liberazione a Bologna e non solo. Il suo sorriso rappresenta la sua fierezza e la sua favolosità immortalata nelle foto di tante manifestazioni. Valérie c’è sempre stata con il suo sorriso, è il nostro momento di esserci per Valérie”.
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La Procura di Bologna ha chiuso le indagini sulla morte di Yaya Yafa: un atto che di prassi prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Otto le persone indagate. Il facchino 22enne un anno e mezzo fa perse la vita rimanendo schiacciato tra un camion e un magazzino all’Interporto.
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Non era del giugno 1980 ma di un anno dopo un documento che indicherebbe un ultimatum del Fronte popolare di liberazione della Palestina per la scarcerazione di un suo militante, sbandierato in più occasioni da politici di centrodestra. Lo segnala l’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla Stazione: “La teoria della bomba per la strage di Ustica e quella della pista palestinese per il 2 agosto si basano su un errore di trascrizione. Ci hanno propinato per anni l’idea che il 2 agosto e Ustica fossero collegati dalle azioni dei palestinesi, ma non è così”. Ancora mercoledì scorso, a un’udienza del processo di appello, i difensori dell’ex militante neofascista dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) cercavano di rilanciare proprio la pista palestinese chiedendo per l’ennesima volta che fosse chiamato a testimoniare lich Ramirez Sanchez, noto anche come Carlos lo sciacallo.
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Il 25 maggio 2013 in un referendum consultivo il 59% dei votanti si espresse contro i finanziamenti comunali alle scuole private, “ma l’amministrazione decide di ignorarlo” e lo scorso novembre le erogazioni vengono, un’altra volta, aumentate. Scrive oggi l’ex comitato Articolo 33, che promosse la consultazione: “In una scuola pubblica malata cronica di scarsi investimenti, ancora oggi si sceglie di stornare fondi per consegnarli alle scuole private. Senza considerare che la maggioranza delle private che vengono nuovamente finanziate, sono scuole confessionali e potrebbero attingere risorse dalla ricca Curia Bolognese”, né che “una di queste, la S. Giuliana, destinataria di fondi comunali, chiude abbandonando famiglie e lavoratori e mettendo in vendita l’edificio. Davvero vogliamo continuare a finanziare scuole poco inclusive e così poco attente ai diritti dei lavoratori?”.