La Procura chiede 5.700 euro di multa a testa per gli attivisti di Hobo accusati dell’imbrattato delle statue dedicate al re Umberto | Scuola in subbuglio contro la regionalizzazione | Dozza, sezione ad hoc per le detenute con bambini | “Bologna più sicura di città molto più piccole”, dice l’Esercito…
I due attivisti di Hobo accusati di aver imbrattato le statue e la lapide dedicate a Umberto, sulla facciata di Palazzo D’Accursio, rischiano quasi 6.000 euro di multa ciascuno. Nei loro confronti la Procura ha inviato al gip la richiesta di un decreto penale di condanna con multa di 5.700 euro a testa. Sono accusati di imbrattamento, con l’aggravante di aver approfittato dell’orario notturno. I 5.700 euro corrispondono a due due mesi reclusione convertiti in pena pecuniaria più 1.200 euro di multa.
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“No alla regionalizzazione del sistema di istruzione”. Con queste parola un cartello di diverse sigle sindacali (tra cui Sgb, Cobas e Unicobas) prende posizione contro il percorso per una maggiore autonomia intrapreso da più regioni. “Il rischio evidente è di avere tanti sistemi scolastici diversi regione per regione, con programmi, titoli di studio e gestione del personale locali. Anche l’autonomia differenziata dell’Emilia-Romagna è pericolosa per l’istruzione”. Il tema sarà al centro di una “giornata di mobiiltazione” del mondo della scuola previta per il 10 aprile (dalle 8,30 alle 14) nel plesso universitario di via Ranzani. Parteciperanno anche “rappresentanti di associazione di genitori, studenti e insegnanti”.
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La soluzione al sovraffollamento penitenziario? Non meno detenuti, ma un carcere più grande. Si conferma infatti l’ampliamento della Dozza grazie alla costruzione di un nuovo padiglione, che dovrebbe essere realizzato nel giro di un paio di anni. Ma non solo. Anche per la presenza di bimbi piccoli dietro le sbarre la risposta è simile: non la fine di una situazione così indecente, bensì l’apertura di una sezione ad hoc per le detenute, come da notizie emerse oggi.
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A Bologna il dibattito sulla sicurezza è asfissiante. Eppure, “vi posso garantire che ci sono città decisamente più piccole di Bologna, anche vicine, dove i problemi di sicurezza sicuramente maggiori”. Chi lo dice? Un colonnello dell’Esercito, sottocapo di Stato maggiore del Comando forze operative nord, parlando dell’operazione “Strade sicure” che vede i militari utilizzati per pattugliare le città e vigilare su diversi luoghi considerati “sensibili”.