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::: Notizie brevi :::

Azione comunicativa davanti a una chiesa: “Non sarà un appello del Papa (o un invito del Presidente) a farci mettere su famiglia” | Non Una Di Meno: “Sentenza Yoox ha limiti, ma è anche grande vittoria delle lavoratrici migranti” | Nuove torri al Fossolo, dalla Giunta ancora “green washing e finta comprensione per disagi residenti”.

16 Gennaio 2022 - 19:55

“Eccoci, siamo le gattare sfasciafamiglie che non vogliono far cadere nell’oblio delle vacanze di Natale la grave ingerenza della Chiesa Cattolica nelle nostre vite. Da gattare siamo uscite nella notte per lasciare il nostro messaggio forte e chiaro: non sarà un appello del Papa (o un invito del Presidente) a farci mettere su famiglia”. Così un comuncato a firma Gattare abortiste per il reddito di autodeterminazione, diffuso da Collettiva Matsutake, segnala un’azione comunicativa compiuta davanti a una chiesa cattolica della città. “Il messaggio del Papa atterrisce per la retorica fascista di cui è intriso: ci viene detto che siamo la causa del ‘dolore della patria’ che soffre per “assenza di figli”. Quella stessa patria che quotidianamente mostra tutta la sua violenza nei nostri confronti: con l’obiezione di coscienza, con le umiliazioni subite dalle donne e dalle persone che decidono di abortire, con le aggressioni alle sex worker, con la violenza dell’istituzione carceraria verso le detenute transgender. Ma le gattare come le gatte sono infedeli e non hanno patria, bazzicano tutti i porti che possono e la loro casa è il mondo. Il mondo: pare che al momento ci vivano quasi 8 miliardi di essere umani. No, non ci verranno i sensi di colpa per la nazione, ci pare più urgente allearci con altre forme di vita per la giustizia riproduttiva multispecie. E quanto all’umano: preoccupatevi di fornire un welfare adeguato a tutt*, a investire in sanità, scuola e ricerca pubblica, che parlate tanto di far figl* ma non sembrate interessati alle condizioni di precarietà in cui crescono”.

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“Le coraggiose compagne della Yoox ci insegnano le basi: solo unite si vince”, scrive Non Una Di Meno commentando la recente sentenza del Tribunale del lavoro: “E’ un verdetto che ha i suoi limiti ma che è anche una grande vittoria delle lavoratrici migranti che hanno strappato un pezzo di libertà a chi voleva decidere sulla loro vita in nome del profitto. Una vittoria che sta innescando un effetto a catena: anche altre lavoratrici, nelle cooperative in appalto per la Yoox, reclamano la libertà di non dover scegliere tra il proprio salario e avere tempo per sè e per stare con i/le propri/e figli/e e di non essere ricattate dai documenti. Questa voce si allarga e si diffonde in quella città che basa le sue fondamenta su lavoro migrante e sfruttato che è l’interporto di Bologna”.

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Di fronte allo scontento tra le/i cittadine/i per la costruzione di un nuovo complesso di torri residenziali in zona Due madonne, la Giunta risponde con “un misto di triste green washing e finta comprensione per i disagi dei residenti”. Lo scrive Fermiamo i mostri urbani – Comitato via Calzolari e Di Paolo, tracciando un filo rosso tra il progetto in Bolognina e quello al Fossolo. Il nuovo sindaco Matteo Lepore “si era pronunciato contro i mostri urbani”, scrive il comitato, ma ora l’amministrazione “ripete come un disco rotto che gli interessi degli speculatori vengono prima di tutto e siamo disposti anche a prendervi apertamente per i fondelli raccontandovi di mirabolanti vantaggi in cambio di quei mostri che distruggeranno il vostro quartiere per sempre, vi facciamo una bella ciclabile, vi rifacciamo una piazza e questo lo facciamo per l’ambiente, perché il grattacielo è a emissioni zero… Poco importa che il parco (di 1000 mq) sia a uso esclusivo dei benestanti che si potranno permettere un appartamento nelle torri! Poco importa che, come espresso da Lepore, la scuola attaccata ai mostri perderà luce ed aria! Poco importa l’impatto ambientale delle migliaia di quintali di cemento che verranno versati in una zona già satura! Poco importa di chi vive in quelle case da decenni e che vedrà devastata la sua qualità di vita. I residenti non contano nulla, non sono contemplati dalla legge!”.