“Non fermerete la nostra voglia di libertà” [foto+video]

Si trasforma rapidamente in corteo il presidio davanti alla prefettura convocato nel giorno in cui dodici attivisti dei collettivi sono stati raggiunti da misure cautelari di divieto di dimora emesse dal gip. I manifestanti si spostano nel cortile di Palazzo d’Accursio dietro gli striscioni “La lotta non si arresta. Libertà per tutti i compagni ora” e “Liberi tutti. I vostri divieti non fermano la nostra voglia di libertà”. Poi, tra interventi al megafono, cori e slogan, percorrono piazza Nettuno, via Rizzoli e via Zamboni, per sciogliersi in piazza Verdi, dove tra maggio e giugno scorso sono avvenuti gli scontri con le forze di polizia al centro dell‘inchiesta della procura. Lì vengono appesi due altri striscioni: “Il foglio di via è una misura infame. Violarlo è giusto” e “I provvedimenti giudiziari non ci fermeranno. I diritti si conquistano a spinta”.

“Si risponde alle nostre proposte cercando di cancellare i nostri progetti per riportare il deserto in piazza Verdi”, dicono i ragazzi del Cua, che danno appuntamento a un nuovo corteo per martedì 11, anniversario della morte dello studente Francesco Lorusso, ucciso da un carabiniere nel 1977. Il Tpo parla di “un altro brutto segnale da parte del nuovo prefetto”, riferendosi alle dichiarazioni sostanzialmente contrarie alla riapertura del Cie rilasciate ieri dal rappresentante del governo. “Questi provvedimenti sono incredibili, di una gravità inaudita – rincara Usb – inaccettabili dal punto di vista politico e giuridico. Chiederemo il ritiro delle restrizioni  ma la risposta migliore è’ continuare le lotte senza farci intimidire”. Secondo Hobo, quello della procura è “un tentativo maldestro. Non saranno misure cautelari e altre fantasiose forme repressive a chiuderci la bocca”.

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