Usb interviene su chiusura sedi Inps dopo casi di contagio, proclama sciopero dei trasporti e sigla accordo con Gd su lavoro da remoto. Comune vuole dipendenti in ufficio per tre giorni alla settimana: Sgb non ci sta. Cobas, precari e Bessa davanti al Provveditorato: “Concorso in presenza mentre si intima alla gente di non uscire”.
Salgono i contagi e aumenta la paura per il Covid sui luoghi di lavoro. “Anche all’Inps di Bologna, come già successo e come sta succedendo in altre sedi, si sono verificati casi di lavoratori positivi al Covid-19. Oggi (ieri, ndr) è toccato alla sede provinciale (via Gramsci e via Montebello) ed alle agenzie di Ozzano e Imola essere chiuse per sanificazione”, scrive l’Usb. “Adesso si deve passare dalle chiacchiere ai fatti: l’Inps provinciale- aggiunge il sindacato- deve mettere in campo tutte le misure per evitare i contagi per tutelare la salute dei lavoratori e per garantire le prestazioni indispensabili ai cittadini”. Sempre l’Usb ha indetto uno sciopero regionale di quattro ore per venerdì 23 ottobre delle lavoratrici e dei lavoratori del trasporto pubblico locale e degli appalti del settore: “Al centro della mobilitazione la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e della collettività, riteniamo che i provvedimenti di prevenzione in atto siano inadeguati, e che la situazione che sta emergendo necessiti di ulteriori misure anticovid. Da parte della Giunta regionale, a nostro parere, vi è una sottovalutazione della gravità di questa seconda ondata epidemica e della criticità del trasporto pubblico nel suo contrasto”. Buone notizie invece dalla Gd, dove ancora l’Usb ha raggiunto un “importante accordo” sulla regolamentazione del lavoro da remoto, che però per il sindacato rientra “in un percorso di massima cautela sull’argomento ‘smartworking’ (che non va confuso con il lavoro da remoto introdotto nell’emergenza sanitaria) che a nostro avviso va affrontato lontano dal contesto dell’emergenza coronavirus. Oggi è un bene che oggi si determinino un minimo di regole sperimentali sul lavoro da remoto senza entrare per forza nell’ambito della contrattazione dello smartworking”.
Il Comune, intanto, ha annunciato che i dipendenti devono tornare al lavoro in presenza per tre giorni alla settimana. Su questo c’è stato un incontro con Cgil, Cisl e Uil “escludendo dalla comunicazione tutte le altre organizzazioni sindacali”, segnala l’Sgb, aggiungendo che “la richiesta fatta dal direttore generale di lavorare in presenza tre giorni alla settimana, si scontra con la sicurezza del lavoro e con il nuovo Dpcm del presidente del Consiglio che sostiene l’ampliamento dello smart-working”.
Cobas, Coordinamento precari/ie della scuola e Rete Bessa invece si chiedono “perché indire un concorso in presenza mentre al contempo si intima la gente a chiudersi in casa per evitare l’espansione dell’epidemia”. Questione sollevata, insieme a molte altre, durante un flash mob effettuato ieri sera con un reading di alcuni estratti da “Misteri dei Ministeri”, di Augusto Frassineti, “che nel 1952 si interrogava su come il potere della ministeriali giocava con le vite delle persone”. L’iniziativa si è svolta davanti all’Ufficio scolastico provinciale: “Luogo da cui, con opportuna lentezza, sono state effettuate le prime non-convocazioni di quest’anno. Una brillante invenzione che ha portato ad un inizio dell’anno scolastico senza insegnanti”.