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Migranti ancora in presidio: “Inaccettabili le espulsioni del centro Mattei”

A distanza di una settimana dalla protesta al Cas, il Coordinamento in piazza Maggiore contro “il ricatto dell’accoglienza e di un permesso di soggiorno sempre più precario”.

04 Febbraio 2023 - 14:08

“Le istituzioni di questa città continuano a non dare risposte ai migranti del Mattei che sabato scorso hanno manifestato davanti al centro contro le espulsioni decise dalla Prefettura”.  Lo ha ribadito questa mattina il Coordinamento migranti, in un presidio davanti a Palazzo d’Accursio in piazza Maggiore.

Spiega il Coordinamento in un comunicato: “È inaccettabile finire per strada, al freddo in pieno inverno, solo per aver superato il reddito di 5.900 euro l’anno con cui in nessun modo è possibile affittare una stanza, specie se il tuo contratto di lavoro è precario, se il tuo permesso di soggiorno scade ogni sei mesi e se hai la pelle nera. È inaccettabile ricevere lettere di espulsione che concedono soltanto 5 giorni per lasciare il centro. È inaccettabile l’atteggiamento ostile e razzista con il quale i funzionari della Prefettura hanno ricevuto i migranti lunedì scorso, senza alcuna disponibilità a discutere. È inaccettabile che questo avvenga nella città che si auto-dichiara la più progressista. Contro il governo della destra e il suo ministro dell’interno non è il tempo del silenzio o dei complimenti per operazioni straordinarie per la legalità”. Ed è “anche per questo”, si aggiunge, che si è scelto di manifestare “davanti al Comune di Bologna”.

“La battaglia dei migranti del Mattei”, prosegue il testo, “è una battaglia di tutte e tutti i migranti che rifiutano il ricatto dell’accoglienza e di un permesso di soggiorno sempre più precario, limitato nel tempo e rinnovato con tempi di attesa infiniti perché gli uffici di Prefettura e Questura sono del tutto inadeguati ad affrontare le pratiche di rinnovo. La battaglia dei migranti del Mattei è la battaglia di tutte e tutti coloro – migranti e non – che lavorano per un salario sempre più povero, con contratti sempre più brevi e in condizioni di lavoro sempre più dure. La loro è la battaglia di tutte e tutti coloro che vogliono opporsi all’offensiva razzista e sessista che la destra al governo ha messo in campo da cento giorni contro le donne e gli uomini migranti, quelli che in questo paese e in questa città vivono e lavorano e quelli che ostinatamente attraversano ogni giorno i confini per sfuggire alla guerra, a violenze e discriminazioni, alla povertà e alle crisi climatiche, alla ricerca di una vita migliore”.