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La voce delle persone senza dimora bussa alle porte del Comune

Ieri manifestazione a Palazzo D’Accursio insieme allo Sportello per il diritto all’abitare dell’Adl Cobas e allo Spazio diurno autogestito di Làbas: ottenuto un incontro con l’amministrazione. Intanto ripartono le Staffette Solidali per dare un aiuto a chi vive per strada. Tre gli alloggi Acer attualmente occupati, la Giunta: “Procedere affinchè tornino nella disponibilità pubblica”.

27 Novembre 2021 - 11:06

“Quando piove non abbiamo un posto dove stare e rimaniamo tutto il giorno in giro sugli autobus come pazzi”, dice al megafono un ragazzo. “Cerchiamo un aiuto per poter vivere come gente normale anche noi”, aggiunge un altro: “Non riusciamo a pagare l’affitto, non riusciamo a pagare niente e non troviamo nessun aiuto: alla fine cosa dobbiamo fare?”. Sono alcune delle parole che ieri alcune persone senza dimora hanno pronunciato sotto le finestre del Comune, manifestando insieme allo Sportello per il diritto all’abitare dell’Adl Cobas e allo Spazio diurno autogestito di Làbas. Si tratta di ragazze/i “che hanno deciso di prendere parola perchè non accettano più di stare in strada. Ci siamo accorti che tante persone tuttora stanno in strada e già vengono respinte per poter entrare nel Piano freddo“, spiegano gli attivisti, che davanti al Comune hanno portato una tenda e alcuni cartoni come quelli che vengono utilizzati da chi vive per strada per ricavare un giaciglio. Lo stesso materiale è poi finito nel cortile di Palazzo D’Accursio, dove i manifestanti (“Tutti con la mascherina e distanziati”, è la raccomandazione ripetuta al megafono) sono entrati per chiedere un incontro con l’amministrazione. Proprio ieri è diventata efficace la direttiva della Prefettura che vieta le manifestazioni in centro storico e le forze dell’ordine hanno subito minacciLaato di sanzioni a carico dei manifestanti. “C’è un problema di salute pubblica? Siamo d’accordissimo e proprio per questo siamo qui”, è la risposta data al megafono: “Ci hanno informati che siamo passibili di multa, ma pensiamo che il problema non possa essere una manifestazione che serve a ricordare i diritti delle persone e che tutti devono avere un tetto”.

Le persone che si sono presentate in Comune “chiedono un posto dove stare di giorno e di notte- continuano le/gli attiviste/i- a maggior ragione durante la quarta ondata pandemica. Bologna è piena di spazi vuoti e chiediamo vengano trovate soluzioni strutturali che non siano un mero allargamento del Piano freddo”, che partirà l’1 dicembre con 225 posti letto (contro i 234 dell’anno scorso) aggiuntivi rispetto alle strutture di accoglienza ordinarie. Ci sono ad esempio “30 o 40 persone che quotidianamente frequentano Làbas, un posto accogliente da cui non vengono cacciate, perchè non hanno altri posti dove stare durante il giorno e tantomeno durante la notte”. Vale anche per il Piano freddo, avvertono Làbas e Adl, perchè “a noi risulta che i numeri prospettati non sono sufficienti, come non lo erano l’anno scorso”: infatti “alcune persone che hanno chiamato il numero per poter accedere si sono sentite dire di richiamare perchè per ora non c’era una risposta immediata da dare” (anche se l’Asp nega questa circostanza). Grazie alla protesta a Palazzo, è stato ottenuto un incontro con Matilde Madrid, capo di gabinetto del sindaco Matteo Lepore. “Siamo riusciti ad aprire un canale di interlocuzione con le istituzioni, nel quale abbiamo presentato tutte le istanze raccolte in queste settimane”, riferiscono le/gli attiviste/i, sottolineando che quella di ieri “è stata solamente la prima tappa di un lungo percorso che ci vede coinvolti attivamente per trovare delle soluzioni a chi tutti i giorni sfida il freddo, la pandemia e la solitudine”. Queste stesse persone “hanno preso parola e hanno chiesto che venga applicato immediatamente il diritto ad un’esistenza degna che ha come pilastri fondamentali casa e salute”. Tra i temi sollevati, in particolare, c’è la richiesta di slegare permesso di soggiorno e accesso alle cure mediche da requisiti quali residenza e domicilio. Altri punti riguardano “spazi sicuri dove poter passare il giorno e la notte” e l’apertura di un “tavolo di monitoraggio permanente su questione abitativa e marginalità sociale, nella seconda città più cara d’Italia per quanto riguarda gli affitti”. Nel pieno della quarta ondata, “con l’inverno alle porte e gli affitti alle stelle, non possiamo più aspettare”, dicono lo Spazio autogestito diurno e lo Sportello per il diritto all’abitare.

Il Laboratorio Salute Popolare, intanto, fa sapere che “le Staffette Solidali sono tornate in strada a distribuire cibo e coperte alle persone senza dimora della nostra città. Le temperature si sono abbassate e ciò rende ancora più complesso vivere in strada. Le Staffette Solidali, distribuendo beni di prima necessità, danno ascolto, creano relazione e rapporti di fiducia, con il fine ultimo di creare un’alleanza solida con le persone senza dimora e rivendicare al loro fianco l’accesso a una casa per tuttə. Torniamo in strada perché la povertà non è un crimine, ma un sintomo di un sistema che crea disuguaglianze. Assumiamoci la responsabilità sociale e politica di costruire insieme la città che vogliamo!”.

Nel frattempo, a Bologna in questo momento “risultano essere tre le occupazioni di alloggi residenziali di proprietà del Comune” e a fronte di ciò “ovviamente, dopo aver ricevuto notizia delle occupazioni, abbiamo dato mandato ad Acer in qualità di gestore di procedere con gli atti preliminari e necessari affinchè tornino nella disponibilità pubblica”, ha dichiarato ieri in Consiglio comunale la vicesindaca con delega alla Casa, Emily Clancy: “Nessuna amministrazione potrà mai accettare l’occupazione del proprio patrimonio pubblico e non sarebbe corretto far passare il messaggio che alcuni possono passare davanti ad una graduatoria di futuri inquilini assegnatari di alloggio pubblico secondo le regol prestabilite”. Premesso ciò, “io non ritengo mai il dialogo fallimentare”, ha aggiunto Clancy, assicurando di voler portare avanti politiche abitative “ispirate a principi di equità a attenzione alle fasce più deboli, quindi ascolterò sempre chi mi rappresenta una difficoltà oggettivo di accesso alla casa”. Intanto, tra gli alloggi al momento occupati ci sono anche i due di via Zampieri 13, grazie all’iniziativa di Asia-Usb: la vicesindaca ha affermato che i due appartamenti “fanno parte dei condomini inseriti nell’elenco delle ristrutturazioni da effettuare con il Superbonus, la cui gara d’appalto è in fase di aggiudicazione da parte di Acer” e quindi gli alloggi in questione “verranno ristrutturati nei primi mesi del prossimo anno per poi essere assegnati”.